Tempo di lettura: 3min

Brexit, l'ipotesi più probabile è un accordo parziale

7/17/2020 | Lorenza Roma

L'analisi di T. Rowe Price sui possibili scenari legati all'accordo tra Regno Unito e UE


Il Regno Unito ha formalmente lasciato l’Unione Europea il 31 gennaio, ma la faccenda era ben distante dall’essere conclusa. Fino alla fine del 2020, il Regno Unito resterà nel periodo di transizione, durante il quale non sarà più membro dell’UE ma continuerà a essere soggetto alle regole dell’Unione e ad essere parte del mercato unico e dell’unione doganale. Quentin Fitzsimmons, gestore obbligazionario di T. Rowe Price analizza i quattro possibili scenari legati alla Brexit. Si tratta di: un accordo comprensivoun mini accordo commerciale che riguardi solo alcuni settori; un’uscita senza accordoun’estensione formale del periodo di transizione. Negoziare un accordo entro la fine del periodo di transizione sembrava una sfida complessa già prima della diffusione del virus, ora con la pandemia che sta devastando l’economia mondiale, questo compito è diventato ancora più difficile. Sembra che siano stati fatti pochi passi avanti finora, anche se entrambe le parti hanno indicato che ritengono necessario raggiungere un accordo entro ottobre, in modo che possa essere ratificato entro fine anno. La principale differenza di posizione tra le due parti riguarda l’insistenza da parte UE sul mantenimento post Brexit dello status quo in aree come aiuti pubblici, ambiente e diritti dei lavoratori, per evitare che le aziende britanniche abbiano un vantaggio sulle società europee. Altri punti critici riguardano pesca e finanza.

 

Quale di questi scenari è più probabile che si sviluppi? Secondo il gestore, per quanto riguarda il primo scenario, la possibilità che UE e Regno Unito raggiungano un tale accordo sembra remota, visti i punti critici già evidenziati. L'stensione formale del periodo di transizione è ancora più improbabile. Il governo britannico ha insistito sul fatto di non voler estendere il periodo di transizione e, sebbene possa ancora cambiare idea, questo è improbabile visti i costi politici di posticipare ulteriormente l’implementazione di Brexit. L’uscita senza accordo non è mai stata un risultato ideale ed è diventata ancora meno attraente con il Covid-19, soprattutto per paesi come Spagna e Italia che sono stati particolarmente colpiti dal virus e che dipendono fortemente dal turismo britannico. Sebbene un no-deal colpirebbe più il Regno Unito che il resto d’Europa, il coronavirus ha probabilmente rafforzato la posizione britannica, almeno in parte. Un mini-accordo commerciale che riguardi solo alcuni settori è lo scenario più probabile.

 

Infine, quali sono le prospettive per le diverse asset class nel Regno Unito? "Per quanto riguarda l'azionario - spiega il gestore - esiste quindi la possibilità che l’azionario britannico risalga in modo significativo, grazie anche alle enormi misure di supporto. Di conseguenza è probabile che l’azionario britannico preformerà bene nei prossimi mesi se i timori legati al coronavirus si smorzeranno e se ci saranno segnali di progresso nelle negoziazioni su Brexit." "La situazione del mercato obbligazionario britannico è più complessa. L’economia potrebbe rallentare in autunno, quando il supporto pubblico per posti di lavoro e aziende verrà meno. Al tempo stesso, il governo resta apparentemente impegnato nell’attenersi ai suoi ambiziosi piani di spesa post Brexit. Si tratta di un’enorme massa di debito che il governo si assumerebbe in un momento in cui l’economia è molto fragile, il che potrebbe minare la fiducia degli investitori nei Gilt, spingendo i rendimenti al rialzo", aggiunge Fitzsimmons. "Come l’azionario, la sterlina è stata fortemente impattata dalla crisi da Covid-19, dato che il Regno Unito è stato il Paese più colpito in Europa. Di conseguenza la sterlina resta sottovalutata e probabilmente vedrà una ripresa. Se ci saranno notizie positive su entrambi i fronti, la sterlina dovrebbe apprezzarsi; se ci sarà una seconda ondata di casi e/o le negoziazioni andranno male, la ripresa della valuta richiederà più tempo. La possibilità che la crisi negli Usa peggiorerà ulteriormente prima di iniziare a migliorare probabilmente farà rafforzare la sterlina rispetto al dollaro", conclude il gestore.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?