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Oro, sempre più bene rifugio contro Covid-19 e guerra commerciale

8/4/2020 | Daniele Riosa

Calef (Notz Stucki): “Nei nostri portafogli avevamo già impiegato una parte della liquidità in metallo giallo per sfruttarne i presupposti per un suo rialzo post-pandemia”


“Se diamo uno sguardo alle performance delle principali asset class, tra cui azioni, obbligazioni, valute ed investimenti alternativi, spicca fra tutte quella maturata dall’oro”. Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, rileva che “nel 2020, al 30/07, totalizza quasi il +30% e negli ultimi giorni la quotazione ha accelerato la galoppata avvicinandosi al tetto dei 2000 dollari per oncia. La pandemia, certamente, è stato un fattore scatenante di questo forte rally, ma proviamo ad osservare più da vicino i motivi per cui gli investitori stiano allocando sempre di più i propri risparmi nel metallo prezioso”.

Qual è la logica sottostante un investimento in oro? “Quest’ultimo – risponde l’esperto - rappresenta un asset le cui quantità sono scarse, infatti non a caso viene considerato un bene rifugio. Inoltre, in virtù di ciò, esso è in grado di proteggere il patrimonio dal deprezzamento della valuta e dall’aumento del tasso di inflazione, che rappresentano le principali cause di erosione del valore della liquidità giacente sui conti correnti e sui depositi. E le contromosse mirate a combattere la crisi economica, come quelle della FED, che ha iniettato una dose massiccia di liquidità nel sistema economico ed ha azzerato rapidamente i tassi di interesse nelle riunioni straordinarie di marzo, sono state determinanti. Infatti, nel corso di questi ultimi mesi, le misure espansive della banca centrale hanno portato a due inevitabili conseguenze”.
 

Innanzitutto “il dollaro ha intrapreso un percorso di indebolimento, e non solo nei confronti dell’euro (su cui ha influito particolarmente l’accordo europeo sul Recovery Fund), bensì anche verso altre valute. Prendendo in considerazione il Bloomberg Dollar Spot Index, che rappresenta l’andamento del dollaro (USD) contro un paniere costituito dalle prime dieci principali valute globali, si osservi che da questa settimana la performance da inizio anno è caduta in negativo, in quanto risulta pari a circa -0,50% (al 30/07). E l’oro, si ricordi, è un asset denominato in dollari, pertanto molti investitori stanno trovando in esso una valida alternativa a fronte del biglietto verde indebolito”.

Inoltre, “un’altra osservazione importante da considerare riguarda la curva dei tassi reali sui titoli di Stato USA, che su diverse scadenze si trovano in territorio negativo. Il tasso reale riflette l’effetto dell’inflazione, le cui aspettative sono in rialzo per il prossimo futuro e ciò porta gli investitori a scegliere l’oro come un’alternativa a bond che rendono meno di zero”.

“A tutto ciò – conclude Calef - dovremmo aggiungere anche una serie di rischi, come le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, nonché i timori per un seconda ondata globale di contagi, che ne innalzano lo status di bene rifugio. Nei nostri portafogli, a suo tempo, avevamo già impiegato una parte della liquidità in oro, in modo da offrire una miglior diversificazione dell’asset allocation e per sfruttarne i presupposti per un suo rialzo post-pandemia”.

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