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Tornano gli investimenti nei mercati emergenti

9/14/2020 | Redazione Advisor

Secondo un report di Vontobel AM gli investitori istituzionali intendono aumentare la loro esposizione a questa asset class


Gli investitori istituzionali, sia italiani che internazionali, intendono aumentare la propria allocazione nei mercati emergenti, sia nel breve che nel lungo periodo. Lo rileva il report Emerging Markets Investing, sondaggio condotto da Vontobel Asset Management su un campione di 300 investitori istituzionali e gestori patrimoniali discrezionali in 18 paesi.

 

Secondo l’indagine, oltre la metà degli intervistati prevede di aumentare le proprie allocazioni nei mercati emergenti nei prossimi cinque anni, mentre una minoranza intende passare ad allocazioni più elevate nei prossimi 12 mesi. Lo studio ha evidenziato il desiderio di nuove fonti di rendimento come fattore trainante, inoltre il 35% ritiene che sia più facile ottenere alfa nei mercati emergenti. Per quanto riguarda le preferenze a livello geografico, tra coloro che intendono aumentare la propria esposizione, quasi il 70% favorisce i mercati asiatici più grandi e conosciutioltre il 60% guarda all'Europa emergente, mentre solo il 40% si concentra sull'America Latina, e ancora meno sul Medio Oriente e l'Africa.

 

"I mercati emergenti continuano a presentare agli investitori opportunità di crescita che superano quelle dei mercati sviluppati. Tale esposizione comporta intrinsecamente un diverso insieme di rischi, sottolineando la necessità di una gestione del rischio prudente e di un'allocazione di alta qualità", ha commentato Matteo Villani, head of asset management Italy di Vontobel.

 

I dati suggeriscono che la percezione del rischio intorno agli investimenti nei mercati emergenti è ancora una barriera significativa per realizzare un forte aumento dell'allocazione. Non sorprende che l'impatto del Covid-19 sia in cima alla lista dei rischi, seguito da questioni quali le tensioni commerciali e il nazionalismo economico.

 

Riguardo alla scelta tra gestione attiva e gestione passiva, il 45% degli intervistati ha dichiarato che impiegherà prevalentemente strategie attive, principalmente per l’elevata volatilità dei mercati emergenti, che rende più difficile mitigare il rischio attraverso il semplice acquisto di un indice.

 

In termini di asset class, gli investitori europei guardano oltre le azioni e il reddito fisso e sono più inclini a diversificare il proprio portafoglio, dato che il 42% di essi prevede di aumentare le allocazioni in altri asset, come infrastrutture e immobili, nei prossimi tre-cinque anni.

 

È importante sottolineare infine che la ricerca ha anche confermato l'appetito degli investitori per le strategie che incorporano considerazioni ESG. Infatti, tra gli investitori con orizzonti temporali di oltre 10 anni, il 70% afferma che i fattori ESG influenzano le decisioni che prendono in merito alle proprie esposizioni nei mercati emergenti.

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