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I corporate Usa alla prova Covid-19

9/17/2020

I tassi di insolvenza sul debito societario americano sono triplicati dallo scorso anno e potrebbero continuare a salire. L'analisi di Capital Group


Hertz, Cirque du Soleil, il colosso dei grandi magazzini Neiman Marcus, GNC, J. C. Penney, sono solo alcune delle società americane che hanno presentato istanza di fallimento negli ultimi mesi. Negli Stati Uniti il tasso di insolvenza è del 6,2%, il triplo rispetto allo scorso anno, ma secondo Shannon Ward, gestore portafoglio a reddito fisso di Capital Group, grazie ai massicci interventi della Fed difficilmente si verificherà una grave correzione del mercato come quella registrata a marzo. E sebbene nessuno possa prevedere il futuro, le obbligazioni high yield hanno tenuto bene dopo le precedenti recessioni.

 

"Il tasso di insolvenza è a un livello molto basso da tempo" spiega la Ward. "Il normale ciclo di insolvenza, pari a circa il 3% l’anno, è al di sotto di tale livello da diversi anni, ma ora stiamo osservando una ripresa. Prevediamo che i tassi di insolvenza continueranno a salire fino al prossimo anno, non saremmo sorpresi se arrivassero a poco meno del 10%".

 

"Non sorprende che le società costrette a ridursi drasticamente a causa dei lockdown costituiscano una parte considerevole delle insolvenze e dei fallimenti osservati finora, pensiamo ai rivenditori al dettaglio come GNC e J. C. Penney. Ne sono un esempio anche le società energetiche come Chesapeake Energy, che devono fare i conti con prezzi del petrolio costantemente bassi" prosegue la Ward. Il gestore evidenzia che si tratta tuttavia di aziende che erano già in difficoltà prima della pandemia: le insolvenze di solito non sono dovute a un unico fattore, in quanto vi sono generalmente vari elementi che portano le società al punto di rottura, come la leva finanziaria. 

 

"Durante la fase peggiore del crollo del mercato di marzo e aprile, sono emerse molte opportunità negli emittenti high yield con rating più elevato e nei cosiddetti "fallen angel" (società declassate da investment grade ad high yield). Ma la maggior parte di queste obbligazioni di qualità più elevata hanno recuperato fino a raggiungere i livelli pre-crisi. Al 31 luglio 2020 il mercato dei titoli con rating BB è cresciuto fino a raggiungere circa il 55% del mercato high yield; stiamo pertanto effettuando investimenti in questo mercato, in particolare con le nuove emissioni high yield in rialzo del 48% rispetto allo scorso anno"

 

"Malgrado l’aumento delle insolvenze, i rendimenti dell’asset class high yield sono stati solidi negli ultimi mesi. L'indice high yield che seguiamo è tornato al 25,5% dal punto più basso di marzo e al 31 luglio 2020 è in rialzo dello 0,64% per l'anno". 

 

"In particolare nel lungo termine, i rendimenti sulle obbligazioni high yield possono offrire agli investitori un significativo incremento del reddito rispetto ad altri investimenti nel debito, e per alcuni investitori le obbligazioni high yield funzionano bene nell’ambito di un portafoglio diversificato.

Riteniamo che un aumento dei fallimenti abbia un impatto relativamente contenuto sulla maggior parte degli investitori. Le insolvenze colpiscono una piccola parte del mercato high yield e molti investitori hanno ridotte allocazioni in questo segmento. Nel tempo, l’extra rendimento dovrebbe compensare il rischio di insolvenza insito in questa classe di attivi. È questo l'"affare" che stiamo cercando di fare" conclude la Ward.

 

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