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Investimenti, tendenze strutturali sempre più importanti

10/2/2020 | Redazione Advisor

Iggo (AXA IM): “Avranno maggiore successo le società più impegnate sul fronte ambientale e sociale”


Per Chris Iggo, cio core investments di AXA Investment Managers “saranno le tendenze strutturali a determinare la fonte dei rendimenti degli investimenti, comunque in tale ambito avranno maggiore successo le società più impegnate sul fronte ambientale e sociale”.

“Gli investitori – argomenta l’esperto - valuteranno la reazione delle aziende in termini di riduzione dei viaggi di lavoro e di ottimizzazione delle catene di distribuzione. È abbastanza sorprendente la rapidità con cui la transizione dal carbonio sta influenzando le strategie aziendali attraverso la necessità di divulgare i dati sulle emissioni, di centrare gli obiettivi in linea con l’Accordo di Parigi e utilizzare il prezzo del carbonio come uno strumento per riflettere in modo adeguato i meccanismi economici della propria attività. La capacità di dimostrare in che modo il Covid ha accelerato la transizione dal carbonio sarà un elemento importante nelle discussioni tra dirigenti d’azienda e investitori. Questo mi porta a considerare i rischi reali per gli investitori sul fronte della sostenibilità, nonché il rischio che il valore economico di alcune risorse diminuisca col tempo, in qualche caso abbastanza rapidamente. Pensiamo per esempio ai carburanti fossili. La regolamentazione, le imposte, le preferenze di consumatori e investitori faranno aumentare i costi e ridurre, col tempo, la domanda di carburanti fossili. Quando l’estrazione di petrolio e carbone diventerà troppo costosa, queste risorse perderanno il loro valore e resteranno inutilizzate. Il debito e il capitale azionario raccolto a fronte del valore storico di tali risorse perderanno anch’essi valore. Se ciò accadesse rapidamente e senza fattori di contenimento, gli investitori subirebbero delle perdite”.

“Le restrizioni imposte di recente nel Regno Unito e in altri Paesi – prosegue il manger - evidenziano ancora una volta i fattori di vulnerabilità dei settori viaggi, divertimenti e hospitality, che si sommano ai problemi dei negozi fisici e degli immobili commerciali. Stiamo assistendo alla perdita di posti di lavoro in tali settori, che hanno bisogno di sostegno da parte del governo o di drastici interventi di bilancio per restare a galla. Qualcuno non ce la farà. Sia che si tratti di grandi aziende (prima o poi credo che assisteremo al fallimento di una compagnia aerea) o di piccole imprese, ci saranno perdite di capitale e di posti di lavoro che graveranno sugli azionisti, sugli obbligazionisti o sugli istituti di credito. Tali tendenze non si sono ancora concretizzate del tutto, e col tempo emergeranno nuove sfide per il settore dell’energia (transizione dal carbonio), per alcune componenti del mercato immobiliare oltre che per viaggi, alberghi e ristoranti”.

“Nel settore dell’energia – rileva l’economista - il percorso verso un futuro più sostenibile appare più evidente. Il passaggio verso un’economia a basse emissioni di carbonio è già in corso. Si farà più complesso, tuttavia i flussi di investimento e le nuove tecnologie, insieme a una leadership forte da parte dei governi, interverranno in aiuto. Per alcuni segmenti economici che sono stati duramente colpiti dal Covid, non sarà facile. Certo, vorremo sempre viaggiare, cenare al ristorante, fare shopping in centro, assistere a un evento sportivo, visitare una mostra o andare in vacanza. In che modo torneremo a queste attività in futuro? Qualche fornitore non sopravviverà, si registreranno perdite di capitale. Gli aiuti dei governi saranno cruciali in questo senso, e la prossima fase degli stimoli dovrebbe concentrarsi non solo sull’economia verde ma anche sulle attività importanti dal punto di vista economico e sociale”.

“Dobbiamo sperare – conclude Iggo - che nei prossimi sei mesi si facciano effettivi progressi sul fronte del Covid. La performance del mercato da marzo è stata assolutamente sorprendente, in qualche caso i mercati azionari sono saliti del 60% rispetto ai minimi. Con l’arrivo dell’autunno nell’emisfero settentrionale, i rendimenti stanno però diminuendo e gli investitori si concentrano maggiormente sui rischi: una battuta d’arresto della ripresa, l’incertezza sulle elezioni negli Stati Uniti, la Brexit e i rischi geopolitici. In tale scenario, la politica monetaria continuerà a sostenere i mercati. Questo significa che, in caso di una battuta d’arresto dei mercati, ci saranno investitori che vorranno ricostruire un’esposizione sugli strumenti in crescita. Alcune cose sono cambiate per sempre, tuttavia permane il desiderio dell’uomo di ricostruire, di ricominciare, di investire in un futuro più sostenibile. I tassi di interesse resteranno stabili a lungo, per cui i governi saranno in grado di sfruttare il basso costo del denaro per finanziare i piani di recupero e la ripresa della crescita e degli scambi commerciali: il 2021 potrebbe prospettarsi un anno migliore”.

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