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Presidenziali USA, non è così importante chi vincerà

10/26/2020 | Redazione Advisor

Didier Saint-Georges (Carmignac): “La storia dimostra che le conseguenze legate ai risultati delle elezioni per i mercati sono in realtà abbastanza limitate”


Nonostante sia forte la tentazione di fare ipotesi sull’impatto che le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 3 novembre potrebbero avere sui mercati, in realtà si tratta di un esercizio abbastanza vano poiché la storia insegna che le conseguenze sul contesto finanziario legate all’esito elettorale sono ridotte. E’ la view di Didier Saint-Georges, membro del comitato strategico di Carmignac.

 

 “Certo ogni elezione presidenziale è importante per i cittadini, in particolare in un paese così diviso politicamente come gli Stati Uniti di oggi” spiega Saint-Georges. “Ma la storia dimostra che le conseguenze legate ai risultati delle elezioni per i mercati sono in realtà abbastanza limitate. Ad esempio, durante le presidenze di Obama e di Trump le performance dell’indice azionario S&P 500 sono state simili (con un rialzo tra il 12 e il 14% su base annuale), come peraltro l’andamento del dollaro (tra -0,7% e +2,3% per gli investitori europei). Durante la presidenza Obama i tre settori che hanno performato meglio sono stati quello dei beni di consumo discrezionali, il tecnologico e il sanitario e negli ultimi quattro anni ai primi tre posti troviamo ancora la tecnologia, i consumi discrezionali e il settore sanitario. Inoltre, nel corso delle due presidenze, nonostante siano state caratterizzate da politiche economiche fortemente contrapposte, i due settori con le maggiori perdite sono gli stessi: il bancario e l’energetico. Ricordiamo, inoltre, che i tassi d’interesse seguono una traiettoria al ribasso da tre decenni”.

 

Saint-Georges commenta che non è questa la sede per analizzare i motivi della scarsa influenza dei leader politici, nonostante gli sforzi, nei confronti dei trend economici e di come questi ultimi si ripercuotano sui mercati finanziari. “Questo tipo di analisi richiederebbe una valutazione del ruolo delle Banche centrali, ancora abbastanza indipendenti, del potere esercitato regolarmente dai grandi gruppi per l’approvazione di leggi e regolamenti e della continua preminenza del Washington Consensus. Ciò che ci interessa maggiormente in questo momento è non sovrastimare l’importanza per i mercati della scelta del prossimo presidente degli Stati Uniti”.

 

“Sperando che dalle urne emerga una scelta. Poiché la novità delle presidenziali di novembre è la probabilità sempre più alta che all’indomani dello scrutinio, o addirittura nelle settimane successive, il vincitore non emerga con chiarezza. Le istituzioni statunitensi potrebbero essere momentaneamente paralizzate da ricorsi e contestazioni di ogni tipo, e questa incognita, rafforzata dalla probabile nomina di una nuova giudice alla Corte Suprema, rende le ripercussioni di queste elezioni ancora più incerte. Motivo di più per non perdere il sonno pensando al risultato elettorale. Per la buona performance degli investimenti in borsa è molto più importante per gli investitori individuare i settori e le società che grazie alla loro forza, o a trend ciclici o secolari, saranno in grado di aumentare i margini di profitto nei prossimi anni” conclude Saint-Georges.

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