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S&P conferma il rating dell'Italia e sorprende con l'outlook

10/26/2020

Il primo dato si attesta a BBB mentre il secondo viene rivisto al rialzo da negativo a stabile. Il commento degli esperti...


S&P ha confermato il rating dell'Italia a BBB e ha sorpreso con una revisione al rialzo dell'outlook da negativo a stabile. 

Secondo l'analisi di Annalisa Piazza, fixed income research analyst di MFS IM ci sono quattro fattori per motivare questo rialzo: il potenziale di crescita beneficerà del Recovery Fund nel medio termine; la BCE continuerà con il QE nel medio termine, il che significa che non si prevedono brusche oscillazioni in merito al servizio del debito. Il governo inoltre ha mostrato una maggiore stabilità ed è allineato con le indicazioni dell'UE; infine il servizio del debito è così basso che aumenta le possibilità di una sostenibilità della traiettoria del debito a medio termine.

 

"Ci sono ancora molti rischi in Italia nel medio termine e saremmo sorpresi se tutti i progetti e i piani fossero attuati senza problemi, soprattuto alla luce delle recenti restrizioni decretate per i nuovi picchi dei casi di Covid-19. Detto questo, la mossa di S&P riduce i rischi a breve termine che l'Italia scenda al di sotto dell'investment grade. Questo avrebbe avuto implicazioni sulle partecipazioni nei BTP, mettendo a dura prova gli sforzi della BCE per tenere sotto controllo le condizioni dei finanziamenti" prosegue l'esperta.

 

S&P insomma ritiene che il peggioramento dei conti pubblici dovuti agli effetti della pandemia è bilanciato da alcuni fattori precisi secondo quanto spiega Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi di EQUITA. Per prima cosa c'è "la risposta introdotta dalla BCE, tramite il programma di acquisto pandemico (PEPP - € 1.35trn o 11.3% del PIL EU) e le nuove aste TLTRO. C'è poi l'azione di Governo con l'introduzione di misure fiscali straordinarie (che valgono il 6.1% del PIL 2020) e un budget 2021 pro-crescita, e le istituzioni europee tramite il lancio del Recovery Fund, destinato ad erogare fino al 12.7% del PIL nazionale in prestiti e contribuiti all`Italia nel corso dei prossimi 4 anni". 

Le misure citate sarebbero in grado di porre le basi a sostegno di una crescita economica tale da poter invertire il trend di deterioramento dei conti pubblici. "S&P stima un PIL italiano in calo del -8.9% nel 2020, seguito da un +6.4% nel 2021 (basato sull`ipotesi che un vaccino contro il Covid-19 sarà ampiamente disponibile entro il 2H21) e +2.3% nel 2022, prefigurando un ritorno ai livelli pre-Covid solo dal 2023. Il deficit è visto all`11% del PIL nel 2020 (vs. 1.6% del 2019) e 7% nel 2021, mentre il debito/PIL è atteso al 156% a fine 2020 (dal 132.5% del 2019), prima di stabilizzarsi al 152.9% nel 2021. S&P`s sottolinea come il forte commitment della BCE implica che l'Italia sarà in grado di rifinanziarsi a circa lo 0.8% vs. una media dello stock di debito del 2.5%" conclude De Bellis.

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