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BCE, arsenale pronto per dicembre. Le previsioni dei gestori

10/30/2020 | Daniele Riosa

La banca centrale europea ha lasciato il tasso sui depositi invariato al -0.50%. In futuro sarà probabilmente di nuovo molto creativa nel fornire un ulteriore stimolo monetario all'economia dell’Eurozona


Tutto come previsto. La BCE ha lasciato il tasso sui depositi invariato al -0.50%. Secondo Pasquale Diana, senior macro economist di AcomeA SGR Milano, ci sono tre punti degni di nota emersi dalla riunione di giovedì: "Il primo è che la BCE vede i rischi chiaramente spostati al ribasso. Il secondo è che la BCE, in pratica, preannuncia un ulteriore stimolo monetario già a dicembre, quando avrà a disposizione le nuove previsioni. Il terzo è che la BCE menziona l’euro già nel comunicato, cosa molto rara”.

Che cosa succederà a dicembre? “Già prima della recente esplosione dei casi di Covid-19, la BCE doveva far fronte a basse pressioni molto inflattive nel breve periodo e a previsioni di inflazione core (ca. 1% in media nel periodo 2021-2022) che chiaramente non sono compatibili con il target (2%). È evidente che la previsione di crescita del PIL del 3.1% nel quarto trimestre sarà rivista al ribasso e con ogni probabilità le nuove previsioni mostreranno un ‘double-dip’. Prima del meeting di oggi, gli analisti si aspettavano un aumento del PEPP (300-400mld), e un’estensione di altri sei mesi, fino almeno a fine 2021. Dopo questa conferenza stampa, le aspettative probabilmente includeranno anche possibili cambi alla TLTRO, e – solo come extrema ratio – anche un taglio dei tassi d’interesse”.

Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM, propende “per l'ipotesi di manovre già nel mese di novembre soprattutto con riferimento alla TLTRO; altrimenti l'operazione di dicembre andrà di fatto sprecata se l'annuncio arrivasse nella riunione del 10 dicembre, vista la scadenza del 9 dicembre per inserire le richieste delle banche per la prossima operazione TLTRO. Di conseguenza, la riunione di oggi della BCE conferma lo scenario di ampia liquidità in arrivo da parte delle banche centrali per fine anno con impatto sui mercati, scenario che potrebbe essere evidente soprattutto dalla seconda parte di novembre con due filoni principali: ‘big switch’ (- tech Us + tech Cina) e ‘great rotation’ settoriale. Sul fronte tassi è confermata l'ipotesi di spread Italia in area 100/120 pb per fine anno con Eur-Usd in area 1,15 sempre per fine anno”.

Samy Chaar, chief economist di Banca Lombard Odier, si aspetta “che la BCE prosegua con i suoi ulteriori acquisti di attività, piuttosto che effettuare ulteriori tagli ai tassi di interesse. In particolare potrebbe aumentare il suo PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) a circa 2.000 miliardi di euro, dagli attuali 1,35 trilioni di euro. Inoltre, ci aspettiamo che la banca centrale prolunghi gli acquisti netti almeno fino al 2022 e ricalibri il suo programma di acquisto di attività. Infine, anche le condizioni per le TLTRO dovrebbero migliorare, con un'ulteriore riduzione del tasso di interesse ad esse applicato. Un eventuale richiamo della banca centrale a tollerare in futuro il superamento del suo obiettivo di inflazione e le conclusioni della sua revisione strategica della politica monetaria ancorerebbero ulteriormente i tassi d'interesse negativi e manterrebbero relativamente ristretti gli spread dei titoli di Stato periferici. Tutte queste misure dovrebbero contribuire ad attenuare l'impatto economico e finanziario delle restrizioni sanitarie che circondano Covid-19 e a prevenire un'altra recessione economica”.

Ulrike Kastens, economist Europe di DWS, non si aspetta “ancora una riduzione del tasso sui depositi e la consideriamo controproducente. Tuttavia, un ulteriore miglioramento delle condizioni per le gare d'appalto a lungo termine (TLTRO) è una possibilità, soprattutto alla luce degli standard creditizi recentemente irrigiditi per i prestiti alle imprese. Si respira un'aria di sconforto quando la BCE fa esplicito riferimento, nella sua dichiarazione, alle condizioni di rifinanziamento favorevoli già esistenti, che le banche dovrebbero utilizzare per aumentare i prestiti. Ma non può costringere le istituzioni a farlo, per quanto cerchi in tutti i modi di addolcire ulteriormente le condizioni di prestito”.

Mondher Bettaieb-Lorot head of corporate bonds di Vontobel Asset Management, spiega che “l'implicazione per il nostro mercato obbligazionario societario è che l'aumento degli acquisti di credito riduce sia lo stock che il flusso a disposizione degli investitori privati. Inoltre, ci sarà un crescente effetto di crowding out da parte degli investitori tradizionali in titoli di Stato, visti i tassi bassi e negativi. È stato infine stimato che il totale di tutte le obbligazioni in euro in circolazione detenute dagli investitori si ridurrà di 750 miliardi di euro solo nel 2021, uno degli importi più alti che abbiamo mai visto (Fonte: Citi Credit Research). La carenza di obbligazioni, e soprattutto di obbligazioni societarie, si intensificherà con le azioni della BCE previste per dicembre. Ciò rappresenta un supporto tecnico molto forte per il nostro mercato in vista del 2021”.

Per Kaspar Hense, senior portfolio manager di BlueBay AM, “Lagarde ha finalmente mostrato la sua forza come presidente della BCE. Lo statement, ma anche le sue dichiarazioni nella conferenza stampa, hanno reso chiaro che la BCE c’è, determinata e unita. Il mercato sperava in un tono da colomba e sperava di ricevere indicazioni sul meeting di dicembre, visti il rafforzamento dell’euro, il crollo del petrolio di quasi il 50% anno su anno, e soprattutto i recenti annunci di lockdown in Europa volti a frenare la diffusione del Covid. Ebbene, Lagarde ha risposto in modo esaustivo su tutti i fronti. La Banca Centrale aumenterà gli stimoli a dicembre tramite diversi strumenti: crediamo sia molto probabile che migliorerà il tiering e il tasso delle TLTRO, e incrementerà perlomeno il PEPP, ma anche gli acquisti di asset del programma APP”.

Peter Allen Goves, fixed income research analyst di MFS Investment Management, rileva che l’istituto di Francoforte “sta chiaramente preparando la strada per ulteriori adeguamenti per il mese di dicembre. Lagarde non avrebbe potuto essere più chiara sui rischi di possibili ribassi e sulla perdita di slancio della ripresa economica. Nonostante la politica sia rimasta invariata, il tono del comunicato stampa è stato dovish. L'elemento degno di nota è stata la frase "ricalibrare gli strumenti" in riferimento al meeting di dicembre. La parola "strumenti" al plurale attirerà giustamente l’attenzione: Lagarde è stata chiara sul fatto di non dare per scontato che verrà adottato un strumento solo per ricalibrare le misure. La flessibilità del PEPP e l'ormai quasi certezza che in qualche forma si verificherà un ulteriore alleggerimento, rafforzeranno probabilmente gli spread ridotti dei titoli di stato europei. Alla luce dell'incontro di oggi, ci aspettiamo un'espansione del PEPP e non escludiamo l'adozione di ulteriori misure. Uno degli obiettivi principali della politica della BCE è sostenere la politica fiscale e prevenire l'inasprimento delle condizioni finanziarie e rischi di frammentazione. La BCE ha dimostrato di poterlo fare con successo e dall'incontro di oggi con ogni probabilità continuerà a farlo”.

Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, prevede che “la BCE sarà probabilmente di nuovo molto creativa nel fornire un ulteriore stimolo monetario all'economia dell'area euro. Sebbene il consiglio direttivo abbia ovviamente accettato di agire in dicembre, resta incerto quanto coraggiosa sarà questa azione. Sotto tale profilo troviamo interessante che, nella conferenza stampa, la Presidente Lagarde abbia ribadito che l'unanimità non è necessaria per agire. A nostro avviso, gli ultimi sviluppi nella pandemia da Covid-19 e gli attuali rischi al ribasso suggeriscono un'azione coraggiosa nella riunione del 3 dicembre”.

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