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Aziende italiane, ripresa non prima del 2022

11/25/2020

Sarà necessario ancora almeno un anno e mezzo perchè ricavi e redditività tornino ai livelli pre-Covid. Il report annuale di S&P Global Ratings


Per le aziende italiane il ritorno alla normalità non è previsto prima del 2022. Tuttavia, la ripresa sarà disomogenea e sarà più concentrata su quelle società con un bilancio solido e una forte enfasi sulla sostenibilità e la digitalizzazione. E’ quanto emerge dall’analisi annuale di S&P Global Ratings sulle prospettive per le aziende del nostro Paese nell’era post-Covid.

 

 Tra le principali evidenze, il report rileva che il 42% delle aziende italiane valutate da S&P presenta attualmente un outlook negativo, in linea con la media europea; il rischio di downgrade riflette la pandemia COVID-19 e le debolezze idiosincratiche delle aziende.

Dopo la pandemia i ricavi dovrebbero tornare ai livelli del 2019 a metà del 2022, superando così moderatamente il PIL del paese. Nello scenario negativo, a cui è stata assegnata una probabilità del 40%, i ricavi tornerebbero ai livelli del 2019 un anno dopo, nel 2023.  Le società speculative grade mostrano un deterioramento più marcato della leva finanziaria rispetto alle società di investment grade, ma la loro velocità di recupero è più rapida.

 

Gli investimenti delle imprese dovrebbero ridursi in media del 12% nel 2020 per poi recuperare progressivamente nel 2021-2022. Tuttavia S&P evidenzia che ci sono grandi differenze tra le imprese, e quelle con bilanci solidi non hanno ridotto le spese in conto capitale (capex) nel 2020. La fiducia delle imprese gioca un ruolo chiave nel capex, e nello scenario negativo si prevede un rimbalzo più lento nel 2021. L’agenzia di rating si attende che i nuovi incentivi fiscali del governo italiano stimoleranno gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità nel 2021-2022.

 

Il sostegno finanziario dello Stato sta rispondendo in larga misura alle esigenze di liquidità delle piccole imprese. In ottobre i nuovi prestiti con garanzia statale hanno raggiunto i 111 miliardi di euro, pari al 9% del debito complessivo, e le moratorie sul debito hanno raggiunto i 196 miliardi di euro, pari al 15% del debito totale. Secondo S&P, il sostegno statale al finanziamento delle imprese è stato determinante per evitare una carenza di liquidità, in particolare per le piccole imprese, e con ogni probabilità il sostegno ai finanziamenti sarà esteso fino alla metà del 2021. Sarà necessario monitorare la situazione per vedere se, una volta terminato il sostegno statale, i default delle aziende aumenteranno in modo significativo.

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