Tempo di lettura: 5min

Outlook 2021, arginare la volatilità puntando sulla qualità

12/3/2020 | Daniele Riosa

Davies (Columbia TI): “Gli investitori devono essere preparati al proseguimento dei trend strutturali attuali, quali la digitalizzazione e l'automazione”


Il 2020 è quasi archiviato ma la pandemia è ancora in corso, cosa che rende ancora più difficile fare previsioni per il 2021. William Davies, chief investment officer, EMEA di Columbia Threadneedle Investments, presenta le sue prospettive per il prossimo anno e spiega che, a livello macro, “è importante chiedersi quando saranno disponibili vaccini efficaci, in che misura saranno tali e a chi saranno somministrati”.  

Quindi “il rapporto tra elementi noti e incognite svolge un ruolo chiave. Sappiamo che sono stati già annunciati tre vaccini i cui tassi di efficacia superano il 90%, ma non sappiamo ancora quali differenze intercorrano tra di essi. Sappiamo che l'adozione da parte del grande pubblico sarà rapida, ma non sappiamo quale sarà il livello di reticenza di alcuni sottogruppi. Sappiamo che la fine della pandemia è prossima, ma è probabile che i fondamentali subiscano inizialmente un deterioramento dal momento che molte economie continuano a chiudere; la situazione quindi peggiorerà prima di migliorare. I mercati hanno cominciato a proiettarsi oltre il breve termine e a concentrarsi sul panorama più roseo che ci aspetta all'indomani della ripresa trainata dai vaccini. Se prima i listini apparivano vulnerabili a qualsiasi impennata del numero di test positivi o delle ospedalizzazioni, ora sembrano più ottimisti”.

Ma come si configurerà questa ripresa? “Ad aprile - risponde l’esperto - le nostre previsioni originarie erano che la ripresa avrebbe avuto una forma a ‘U e che l'attività economica sarebbe ritornata ai livelli pre-pandemia entro la fine del 2022. Tuttavia, l'elevata efficacia dei farmaci di Moderna e di altri gruppi ci indurrebbe a credere che nel 2021 la ripresa dalla pandemia potrebbe essere più rapida del previsto. L'economia potrebbe quindi riprendere quota con un anticipo di addirittura nove mesi rispetto alle precedenti previsioni, il che implicherebbe un ritorno ai livelli pre-pandemia già agli inizi del 2022 se non alla fine del 2021. L'essenziale per noi è rimanere investiti nelle società che supereranno la crisi e che in ultima istanza beneficeranno della riapertura delle economie”.

Per quanto riguarda le opportunità sui mercati, la qualità dovrebbe continuare a premiare. “Al termine della crisi finanziaria del 2009 – argomenta il gestore - sui mercati si è diffusa l'euforia, soprattutto nei due trimestri successivi al marzo di quell'anno, quando i titoli sensibili alla congiuntura hanno messo a segno ottime performance. Analoghi sviluppi si osservano oggi, ma data l'entità senza precedenti degli stimoli e degli interventi dei governi, il livello di indebitamento sarà persino superiore a quello registrato dopo il 2009; è pertanto improbabile che lo slancio della ripresa perduri. Di conseguenza, emergerà un mondo caratterizzato da bassa inflazione, bassa crescita e bassi tassi d'interesse; un panorama per certi versi simile a quello del decennio scorso. In questo scenario, non riteniamo che lo stile value tradizionale possa sovraperformare nel più lungo periodo. Sebbene un elevato deficit fiscale sia di certo potenzialmente inflazionistico, è improbabile che l'eventuale inflazione persista per due motivi: il primo è che esiste un'elevata capacità inutilizzata all'interno dell'economia (misurata dal tasso di disoccupazione e dal basso utilizzo di capacità industriale); in secondo luogo, se si manifesterà, l'inflazione sarà accompagnata dall'aumento dei tassi di interesse, che rapidamente smorzerà la crescita per via del costo del servizio degli elevati livelli di debito”.

Il manager mette in guardia “dalla corsa allo stile value e ai titoli con performance deboli a prescindere dalle prospettive e invitiamo gli investitori a diffidare delle trappole di valore. Tale contesto favorirà invece le tipologie d'investimento privilegiate da Columbia Threadneedle Investments: attivi a lungo termine e società caratterizzate da una crescita duratura che continuano ad apprezzarsi, in quanto dotate di tutte le caratteristiche che ricerchiamo in un'impresa: rendimenti sostenibili trainati da un considerevole ‘economic moat’, un ottimo profilo nell'ottica delle cinque forze di Porter, solide credenziali ambientali, sociali e di governance e un vantaggio competitivo sostenibile. La volatilità rimarrà probabilmente elevata nel 2021, ma sarebbe un errore reagire istintivamente a forti movimenti dei mercati. In qualità di investitori, dobbiamo mantenere i nostri posizionamenti strategici e concentrarci sul più lungo periodo. Desideriamo che i nostri portafogli includano elementi di rischio, ma deve trattarsi di rischio controllato”.

Sul fronte delle azioni regionali “gli investitori devono essere preparati al proseguimento dei trend strutturali attuali, quali la digitalizzazione e l'automazione, tenendo anche conto dello slancio impresso dalla pandemia alla crescita dell'e-commerce. Le azioni che beneficiano di questi trend continueranno a sovraperformare nel 2020 e riteniamo che faranno altrettanto anche in futuro. Prevediamo inoltre che aree cicliche duramente colpite dal Covid-19, come viaggi e intrattenimento, metteranno a segno un recupero nel momento in cui inizierà la ripresa. Detto ciò, gli investitori non dovrebbero trascurare nemmeno le società che hanno sottoperformato durante la pandemia ma che dispongono della solidità finanziaria e dei modelli di business per espandere le proprie quote di mercato”.

Passando al credito Davies consiglia di prediligere i titoli investment grade: “I mercati investment grade - spiega - hanno beneficiato direttamente di misure di stimolo fiscale quali i piani di acquisto di obbligazioni societarie e i programmi di cassa integrazione. Ravvisiamo rischi di declassamento nel momento in cui tali misure verranno a mancare, ma i rischi sono maggiori nel segmento high yield dove gli investitori dovranno esercitare cautela data la maggiore leva finanziaria. Non tutte queste società riusciranno a sopravvivere; se la leva finanziaria elevata è legata alla leva operativa, come spesso avviene, è opportuno muoversi con estrema prudenza). Vediamo quindi con favore un certo livello di rischio nel credito, ma crediamo che sia meglio cercarlo nel segmento investment grade piuttosto che in quello high yield. Fonte: S&P Global Market Intelligence, Bloomberg e Moody's, a settembre 2020”.

“In qualità di gestori attivi, abbiamo ottenuto ottimi risultati durante la crisi sanitaria facendo affidamento sulle nostre conoscenze e competenze, sul nostro spirito collaborativo e sulle nostre capacità di ricerca, che ci hanno aiutato a mantenere la calma. A prescindere da ciò che ci attende nel 2021, questo approccio, abbinato alle esperienze maturate nel 2020, ci consentirà di posizionarci al meglio per affrontare con successo i mercati finanziari e creare valore per i nostri clienti”, conclude Davies.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?