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Il mutamento è concreto. Bisogna solo riconoscerlo

12/15/2020 | Redazione Advisor

ESG non è solo un acronimo, ma una rivoluzione guidata da aziende reali. Ecco perché bisogna partire dagli obiettivi SDG per poi arrivare a individuare i “nomi” dei protagonisti.


Molti già definiscono il 2020 l’anno dei grandi cambiamenti, ma forse sarebbe più corretto parlare di “mutamenti”. Il mutamento racchiude in sé il cambiamento, la trasformazione, il movimento da una condizione ad un’altra. Un mutamento che, per qualcuno, sarà netto, ma che per altri sarà solo parziale. Ora è difficile capire quanto ci stiamo allontanando dal “mondo” pre-pandemia, ma sicuramente siamo chiamati tutti a trasformare il nostro approccio alla sostenibilità. Per anni ne abbiamo parlato in maniera “teorica” e abbiamo assistito ad un continuo aumento del numero di “paladini” degli investimenti ESG. Ma l’anno che sta per concludersi impone, in questo ambito, un mutamento netto, quasi “aristotelico”. Per il filosofo Aristotele il termine mutamento designava il passaggio da un contrario all’altro, dal non-essere all’essere o da un essere ad un altro essere. Insomma un movimento che corrisponde al passaggio tra la notte e il giorno (o viceversa).
Questo è il mutamento che l’industria del risparmio gestito è chiamata a compiere quando si parla di ESG. E questo è il mutamento che inizieremo ad assecondare in questa rubrica che ormai si avvicina al suo quarto anno di vita e per questo siamo pronti ad essere ancora più concreti. Come? Siamo pronti a fare “nomi e cognomi” delle realtà che nel mondo stanno dimostrando di essere sostenibili e stanno offrendo interessanti rendimenti finanziari, perché se è pur vero che secondo la definizione di “impact investing” di Cambridge Associates e GIIN (Global Impact Investing Network) rientrano in questa categoria quegli “investimenti fatti in società, organizzazioni e fondi con l’intento di generare un impatto sociale o ambientale misurabile e favorevole a fianco o in sostituzione di un rendimento finanziario”, secondo i dati raccolti in questi anni dagli esperti di NN Investment Partners l’impact investing è un approccio favorevole alle performance.

Il segreto “allocare il capitale in aziende che hanno lo scopo di contribuire alla realizzazione degli obiettivi sullo sviluppo sostenibile dell’ONU (Sustainable Development Goals - SDGs) attraverso le loro attività core” spiegano da NN IP. “Quando selezioniamo un’azienda per i nostri fondi la analizziamo rigorosamente con l’intento di determinare se l’azienda in questione ha davvero la capacità di generare un impatto reale e di non cadere nell’“impact washing”. Inoltre” continuano da NN IP “ci impegniamo a ottenere ritorni finanziari interessanti intorno alle compagnie che abbiamo selezionato, nel nostro processo di investimento hanno egual importanza le performance sostenibili e quelle finanziarie, perché sono strettamente legate l’una all’altra”. Insomma, nei fatti, i dati dimostrano che se una società è in grado di allineare le proprie strategie con gli obiettivi SDGs ottiene con maggior successo una crescita sostenibile ed espande il proprio business con attività che sono determinanti per la società e l’ambiente. E offre una performance all’investitore. 

La domanda, fedeli al mutamento dichiarato all’inizio, è: quali sono le aziende che riescono a ottenere un tale risultato? La risposta può arrivare da un processo di selezione focalizzato in primo luogo sugli obiettivi sostenibili. Ad esempio per individuare tali nomi i gestori di NN IP si sono focalizzati sulle tre P: People, Planet, Prosperity. Ognuna di queste tematiche è rappresentativa di 6 SDGs e prevede la risoluzione di quattro differenti macro-problemi. E ognuna di queste P trova concretezza in uno strumento di investimento ben preciso e in aziende reali che stanno “impattando” sul pianeta in maniera concreta e positiva.

Vista la pandemia del Covid-19, e il grande impatto che ha avuto sulla vita delle singole persone, non potevamo non partire dalla prima P. Non potevamo non partire da People.

Il fondo di NN IP che cerca soluzioni per le problematiche contenute nella categoria People è NN (L) Health & Well-Being: “Per quanto riguarda il tema People al centro delle analisi ci sono le ricerche di soluzioni volte a offrire standard di vita adeguati, benessere fisico e mentale; un’assistenza sanitaria accessibile a tutti; una maggiore inclusione finanziaria” spiegano i gestori del fondo.

 

 

Standard di vita adeguati (SDGs: 1-6-7)

Uno dei problemi centrali quando si parla di People è la lotta alla povertà: oggi sono oltre 500 milioni le persone che vivono in condizioni di estrema povertà con scarso accesso al cibo, un livello sanitario inadeguato e una difficoltà ad accedere ai servizi di base. Inoltre, 800 milioni di persone vivono senza elettricità e 3 miliardi di individui non hanno la possibilità di avere a disposizione acqua e sapone per lavarsi le mani. Tutti questi elementi hanno un impatto economico ogni anno pari a 500 miliardi di dollari. 

Servono quindi aziende capaci di contribuire alla fine della povertà creando un concreto accesso a servizi di base. Esistono? Secondo i gestori di NN (L) Health & Well-Being sì. E un esempio, a riguardo, è la Housing Development Finance Corp (HDFC), azienda pioniera e leader in India nel settore dei finanziamenti ai privati. Oggi questa azienda vanta una quota di mercato del 14% e il 90% dei suoi asset sono prestiti. E un’ampia percentuale di questi prestiti è rivolta ai singoli individui. HDFC riconosce che una larga parte della popolazione in India ha bisogno di accedere facilmente ad una abitazione, per questo ha sviluppato un modello di business che promuove l’inclusione finanziaria di persone svantaggiate, provenienti da fasce economicamente più deboli o con un reddito inferiore. Come? Aiutandole nell’acquisto di una casa. Questo modello di business lega HDFC al mercato immobiliare e nello stesso tempo le offre un ruolo importante in merito al raggiungimento di due obiettivi SDGs: la lotta alla povertà e l’inclusione finanziaria. E i risultati sono concreti: ad oggi HDFC ha finanziato 7 milioni di individui aiutandoli ad acquistare case, distribuiti in 1.282 villaggi in 17 stati.

 

Benessere fisico e mentale (SDGs: 2-3-4-6)

Un altro problema rilevante, quando si parla di People, riguarda l’accesso ad acqua pulita e/o a quantità sufficienti di cibo per una nutrizione base sana. Di conseguenza l’accesso ad uno stile di vita adeguato. Il 28% della popolazione globale oggi è inattiva a livello fisico e 2,8 miliardi di persone soffrono a causa di una malnutrizione: 2,3 miliardi di persone sono sovrappeso e 1 su 8 è obeso, con un inevitabile aumento del rischio di contrarre malattie non trasmissibili quali il cancro, il diabete e il problemi cardiovascolari.

Insomma la malnutrizione ha effetti negativi a livello sociale, economico e di salute sui singoli e a livello di comunità. Come possono le aziende risolvere tali questioni? Un esempio concreto arriva in questo caso dalla Christian Hansen Holding che produce culture, enzimi e colori naturali per una ricca varietà di alimenti, dolciumi, bevande, integratori alimentari come anche mangimi e protezione per le piante. Tutti prodotti innovativi basati su quelli che la Christian Hansen definisce “batteri buoni”. “Le loro soluzioni permettono di ridurre l’uso della chimica e di altri additivi sintetici e oggi oltre 1 miliardo di persone consuma prodotti contenenti gli ingredienti naturali di questa azienda” spiegano i gestori di NN (L) Health & Well-Being che, a livello finanziario, ricordano che l’82% dei ricavi della Christian Hansen “sono frutto di un’attività che contribuisce a soddisfare gli obiettivi SDGs promuovendo un’agricoltura sostenibile che raggiungerà nuovi ampi risultati entro il 2025. Inoltre questa società è pronta a lanciare entro il 2022 sei nuovi prodotti che hanno effetti salutari documentati”. Il tutto senza dimenticare l’ambiente: “questa realtà ridurrà in due anni lo spreco globale di yogurt di 1,2 milioni di tonnellate”. Numeri concreti ed effetti reali sia per la salute sia per la finanza.

 

Accesso ai servizi sanitari (SDGs: 3)

Questo 2020 ha reso ancora più evidente un terzo grande problema del mondo “People”: l’accesso libero ai servizi sanitari. Un problema che in realtà era già evidente prima del Covid-19 ed è molto legato al crescente invecchiamento della popolazione in diversi paesi sviluppati e nell’incremento demografico registrato invece nei paesi emergenti. 

Queste dinamiche non sono accompagnate da un adeguato sviluppo dell’offerta sanitaria, ad esempio secondo la World Health Organization (WHO) più del 30% delle medicine in circolazione sono contraffatte in Asia, Africa e Sud America. Servono aziende in grado di distribuire prodotti sanitari validi e di rendere accessibile l’assistenza sanitaria a tutti. 

Anche in questo caso i gestori di NN (L) Health & Well-Being raccontano il caso di Tabula Rasa HealthCare, leader nell’offrire assistenza specifica ai pazienti e nella ricerca di soluzioni tecnologiche per migliorare l’organizzazione sanitaria e per ottimizzare i regimi sanitari riducendo l’ospedalizzazione, con una conseguente riduzione dei costi della sanità e una migliore gestione dei rischi. 

“Tutto questo è possibile, tra le altre cose, grazie ad un software proprietario denominato Medication Risk Mitigation Matrix che analizza i rischi dei pazienti e identifica le potenziali soluzioni” spiegano i gestori di NN (L) Health & Well-Being che hanno monitorato i risultati di questa realtà e visto che ha avuto la capacità di “ridurre del 62% l’ospedalizzazione portando a un risparmio per il sistema sanitario americano pari a 600 dollari per paziente. Negli USA raggiunge un quarto della popolazione iscritta al Programs of All-inclusive Care for the Eldersly, or PACE”, concludono da NN IP.

 

Inclusione finanziaria (SDGs: 1)

Secondo la Banca Mondiale circa 1,7 miliardi di persone con più di 15 anni non ha un conto corrente. Molti di questi sono concentrati nelle aree del Medio Oriente, nell’Africa subsahariana. Non solo: circa 4 miliardi di persone adulte non hanno nessun tipo di “risparmio”, e oltre 5 miliardi non hanno nessun tipo di prestito. Questi dati rendono evidente l’assenza di una reale inclusione finanziaria, l’incapacità di riuscire a estendere i servizi del mondo bancario ad un elevato numero di persone. Soprattutto nelle aree in via di sviluppo. 

Come rispondere a questo problema? “Con la tecnologia” spiegano i gestori di NN (L) Health & Well-Being che portano come esempio l’azienda Safaricom che “nel 2007 ha introdotto l’innovativo strumento M-Pesa, un servizio in grado di consentire micro-prestiti tramite telefono con bassissimi tassi di interesse e l’eliminazione di pratiche amministrative e costi di gestione che spesso rendono difficile il raggiungimento di una parte della popolazione”. Oggi Safaricom conta oltre 20 milioni di clienti con una media di 11 transazioni a mese. Inoltre si parla di 324.000 dispositivi venduti a prezzi accessibili per aiutare i lavoratori a basso reddito ad accedere ai servizi di telefonia mobile. Secondo le stime l’azienda è riuscita ad aiutare oltre 36 milioni di persone. 

Insomma il mutamento è in corso, ed evidentemente è partito ben prima del 2020. Adesso possiamo e dobbiamo accelerare. 

E i protagonisti hanno un nome e un cognome. E le società di gestione possono diventare protagoniste di questo cambiamento offrendo soluzioni di impact investing, come dimostra il caso di NN IP che vede i suoi team di gestione focalizzarsi sugli obiettivi SDGs nel processo di selezione delle singole aziende. Gli investitori possono così beneficiare di macro trend irreversibili per contribuire concretamente a dare un nuovo volto alla società e al pianeta senza rinunciare al rendimento finanziario che resta l’obiettivo di investire in aziende che si distinguono per innovazione di processi produttivi e prodotti che rispondo ai problemi reali e ormai globali.



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