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Mercati, tutto dipende dal successo dei vaccini

1/15/2021 | Lorenza Roma

L'andamento della campagna vaccinale sarà determinante per la performance dei mercati all’inizio del 2021. L'analisi di Robeco


Molti paesi hanno iniziato a vaccinare le loro popolazioni a dicembre dopo l’approvazione del vaccino Pfizer/BioNTech. Altri vaccini iniziano ora ad essere diffusi in tutto il mondo in seguito all’imposizione di nuovi lockdown mirati ad arginare un’ondata crescente di contagi scaturita dalle vacanze di Natale. Il successo dei programmi vaccinali dei singoli paesi, ritenuti la via d’uscita dalle misure di contenimento e dai danni economici che hanno provocato, può riflettersi nell’andamento dei mercati azionari nazionali. E' quanto emerge dall'analisi di Jeroen Blokland, responsabile del team Multi-Asset di Robeco relativa all’impatto dell’avvio della campagna vaccinale. Nel corso del 2020, gli investitori azionari di tutto il mondo hanno monitorato attentamente l’evoluzione dei nuovi contagi da Covid-19 nei diversi Paesi, e ciò ha influito sui mutamenti del sentiment negli stessi mercati azionari nazionali. "A nostro avviso, gli investitori continueranno a farlo anche quest’anno e, come barometro degli umori dei mercati azionari nel 2021, si aggiungeranno anche i tassi di vaccinazione", spiega il responsabile.

 

L’entusiasmo per le prime vaccinazioni è stato stemperato da una forte impennata dei contagi, che in qualche caso si è rivelata peggiore rispetto alla prima ondata di marzo 2020. Il 2021 è appena iniziato, eppure la prospettiva di un pieno ritorno alla normalità entro l’autunno sembra già svanire all’orizzonte, a meno che i governi di tutto il mondo non potenzino rapidamente l’impegno della salute pubblica per vaccinare le rispettive popolazioni. Gli ultimi dati sul Covid-19 sono preoccupanti. "La nostra stima prevede che l’immunità di gregge inizierà a prodursi una volta raggiunto il 70% di vaccinazioni o di infezioni nella popolazione. Potrebbe trattarsi di una previsione relativamente ottimistica, soprattutto se una delle due varianti particolarmente contagiose identificate di recente nel Regno Unito o in Sudafrica diventasse un ceppo dominante a livello mondiale nel 2021", puntualizza Blokland. 

 

C’è poi la questione dell’emergere di ceppi più nuovi o più forti che potrebbero vanificare l’efficacia dei vaccini. Sembra ora probabile che almeno una parte significativa del mondo dovrà ancora affrontare molte delle stesse difficoltà e restrizioni economiche nella prima metà del 2022. Quindi, anche dopo che l’attuale pandemia sarà passata, non verrà meno la necessità di continuare a monitorare questo virus né probabilmente quella di produrre versioni aggiornate dei vaccini. "Per gli investitori ciò significa adottare un approccio molto più prudente fino a quando non sarà fatta maggiore chiarezza e per questo motivo abbiamo ridotto notevolmente il rischio da quando l’ultima ondata si è palesata in tutta la sua gravità. Avendo ottenuto maggiori informazioni sulle enormi difficoltà che il mondo ha dovuto affrontare nel raggiungere l’immunità di gregge nelle ultime settimane, a fine 2020 abbiamo ridotto l’esposizione complessiva al rischio nei portafogli", precisa Blokland che aggiunge "con i mercati azionari e delle obbligazioni societarie che già prevedevano un miglioramento congiunturale, portandosi nel frattempo su nuovi massimi storici, le chance di una temporanea battuta d’arresto sono aumentate. Di conseguenza, abbiamo anche ridotto la ponderazione di queste asset class a neutrale.

 

"Tuttavia, permane la prospettiva di un domani più roseo sulla scia di una futura ripresa degli utili societari, favorita dai continui programmi di stimolo attuati a fronte dei persistenti lockdown. Queste misure permetteranno all’economia globale di rimettersi sulla strada della ripresa e, in questo scenario, nel 2021 gli utili societari dovrebbero aumentare di almeno il 20%. Ad ogni modo, i recenti sviluppi relativi al virus e alle campagne vaccinali impediscono di vedere con chiarezza quando ricomincerà la ripresa e, per il momento, è preferibile un posizionamento più neutrale nei portafogli multi-asset", conclude l'esperto.

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