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BlueBay AM: ESG nel reddito fisso? Un processo che funziona

1/15/2021 | Redazione Advisor

Per l’asset manager seppure ci siano delle differenze importanti rispetto all’applicazione di questi criteri nell’ambito azionario, anche nel fixed income l’integrazione di un approccio ESG ha dimostrato di essere un valore aggiunto. Lo spiegano My-Linh Ngo e Lucy Byrne, rispettivamente head of ESG Investment e senior analyst ESG del gruppo


Generalmente si tende a considerare e analizzare l’integrazione dei fattori ESG negli investimenti azionari, ma in realtà tali fattori possono essere integrati anche nell’ambito del reddito fisso. BlueBay Asset Management, società specializzata nella gestione attiva nel mondo del reddito fisso e dal volto sostenibile, che ha aperto un ufficio in Italia a febbraio 2020, ci spiega qual è la metodologia da loro applicata per integrare i fattori ESG nel proprio processo di investimento.

 

“L’integrazione ESG è più avanzata negli investimenti azionari, il che non sorprende considerato che tutto è iniziato proprio in tale ambito. Da questa area derivano molte delle migliori prassi e idee. Per quanto vi siano punti in comune, ci sono anche delle differenze fondamentali con gli investimenti obbligazionari, riconducibili all’universo e al funzionamento delle due asset class, per non parlare delle differenze strutturali e giuridiche” spiega My-Linh Ngo, head of ESG Investment di BlueBay AM.

 

Quali sono quindi le differenze più significative quando si parla dell’applicazione dei criteri ESG? “Innanzitutto, in ambito azionario si tende a pensare alle opportunità, mentre nell’ambito del debito ci si concentra prevalentemente sulla mitigazione del rischio o sulla preservazione del capitale” continua My-Linh Ngo. 

 

“La seconda differenza degna di nota è la natura giuridica del rapporto tra l'emittente e l'investitore. In qualità di investitori nel debito, non siamo proprietari ma prestatori di capitale, pertanto non abbiamo la stessa influenza in un azionista” precisa l’head of ESG Investment di BlueBay AM. “Un altro aspetto è che, a differenza dell’azionario, nel fixed-income esistono varie tipologie di emittenti: sovrani, sub-sovrani e corporate. Inoltre, nel mondo azionario si ha un unico strumento per esporsi a una certa società – vale a dire, le sue azioni – e quindi un singolo profilo di rischio di investimento. È quindi più facile valutare i rischi fondamentali ESG o quelli finanziari e poi decidere se esporsi o meno a tali rischi. Al contrario, nell'obbligazionario si hanno vari strumenti per esporsi a uno specifico emittente, con differenze notevoli anche in termini di rendimento e scadenze. Di fatto si avranno diversi profili di rischio di credito e quindi potenzialmente diversi profili di rischio di investimento ESG. Di conseguenza decidere se esporsi o meno diventa un processo più complesso, che deve tenere in considerazione diversi fattori e non soltanto i fondamentali economici”.

 

Per l’esperta quindi non si può adottare una visione semplicistica quando si valutano i fattori ESG e il loro possibile impatto nel segmento obbligazionario. Non è sufficiente, insomma guardare ai fondamentali o al sentiment di mercato, ma occorre tenere in considerazione diversi fattori tra i quali anche le caratteristiche del bond e la relativa scadenza.

 

L’importanza dell’integrazione dei fattori ESG nel processo di investimento del gruppo si evince anche dal fatto che negli anni tale approccio è stato applicato a tutte le categorie di fondi, sia alla gamma dedicata di fondi esplicitamente ESG, che di quelli “tradizionali”.

 

Ciò perché con il tempo è emersa in modo sempre più evidente la correlazione positiva tra fattori ESG e performance.

 

“Nel 2018 abbiamo adottato un framework ufficiale per la valutazione ESG degli emittenti, che applichiamo a tutti gli investimenti su bond corporate e sovrani. Questo framework è un processo congiunto, frutto della collaborazione tra il team ESG e gli analisti del credito. Grazie a questo framework vengono generate delle view ESG sui singoli emittenti che vengono poi trasmesse e condivise con i responsabili del portafoglio, cosicché le tengano in considerazione nelle loro decisioni di costruzione del portafoglio. Ogni emittente è sottoposto a revisioni formali cicliche ogni due anni ma possiamo naturalmente rivedere ad hoc l'analisi per ciascun emittente” interviene Lucy Byrne, senior ESG analyst di BlueBay Asset Management. 

 

“L'analisi si può rivedere nel caso di un particolare evento aziendale oppure se adottiamo un approccio proattivo nei confronti di una determinata società o un particolare settore” prosegue Byrne. “Tendenzialmente associamo un punteggio alto o molto alto agli emittenti con un'elevata esposizione al rischio ESG o che non gestiscono in modo ottimale tale esposizione. Viceversa, associamo un punteggio inferiore agli emittenti con un livello più basso di rischio ESG o che hanno una gestione migliore di tale rischio. Vi sono due aspetti importanti da evidenziare in riferimento a questo parametro. Il primo è che tale punteggio viene attribuito a livello dell'emittente, quindi anche nel caso in cui un emittente sia presente in più strategie di BlueBay AM, il rating di rischio ESG ad esso associato sarà unico e uniforme. In secondo luogo, affinché tale rating sia affidabile, il punteggio viene concordato dal team ESG e dagli analisti del credito. Se non si raggiunge un accordo sul rating abbiamo previsto un processo di escalation, per affrontare la questione e giungere ad una decisione comune, anche se negli anni non abbiamo mai avuto bisogno di ricorrere a tale meccanismo” spiega la senior analyst.

 

Come avviene quindi tale processo nella pratica? “Escludiamo attivamente dai nostri fondi gli emittenti con punteggi più elevati, e ciò vale soprattutto per le strategie esplicitamente ESG. Allo stesso tempo, se un bond ha ricevuto un rischio di rating ESG alto, continuiamo a monitorarlo. In caso dimostri un andamento positivo e in miglioramento, se lo riteniamo opportuno, possiamo decidere di inserirlo nei nostri fondi. Viceversa, escludiamo dalle strategie esplicitamente ESG gli emittenti che hanno intrapreso una traiettoria negativa” conclude Byrne. A testimonianza quindi che, anche nell’ambito ESG, a premiare è il miglioramento del proprio status e BlueBay non mira alla pura esclusione.  

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