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Emergenti verso nuovi record, su tutti Brasile e Sudafrica

1/26/2021 | Daniele Riosa

Dhawan (PIMCO): “Dopo le intermittenze del 2020 il rimbalzo ciclico sarà probabilmente vigoroso e altamente sincronizzato a livello globale”


Politiche monetarie accomodanti nei mercati sviluppati, prezzi delle materie prime in crescita e vaccini efficaci stanno convergendo per guidare i flussi di capitale globali verso i mercati emergenti. Come spiega Pramol Dhawan, global head of emerging markets di PIMCO, “è probabile che queste dinamiche supereranno i difficili fondamentali domestici e rilanceranno la crescita nella maggior parte delle economie, sostenendo gli asset in valuta locale. Tipicamente i flussi di capitale verso i mercati emergenti accelerano dopo le recessioni globali. Tuttavia, riteniamo che il contesto del 2021, anche se non privo di rischi, abbia il potenziale per essere da record per diverse ragioni”.

“Dopo le intermittenze del 2020 – argomenta l’esperto - il rimbalzo ciclico sarà probabilmente vigoroso e altamente sincronizzato a livello globale nel 2021. La distribuzione dei vaccini sarà concentrata entro i primi sei mesi nelle economie avanzate, e i governi si sono impegnati a evitare un prematuro ridimensionamento fiscale. Nel frattempo, ampi output gap negativi (la differenza tra l'output effettivo e quello potenziale) stanno ancorando la bassa inflazione e rafforzando gli impegni delle banche centrali dei mercati sviluppati a mantenere condizioni di finanziamento estremamente accomodanti, il che suggerisce che i rendimenti reali negativi persisteranno oltre il 2021”.

“L'attuale fascino degli emergenti – continua l’analista - non è dovuto solo a un cambiamento nelle dinamiche esterne. La maggior parte di questi Paesi ha rafforzato i propri fondamentali economici, raggiungendo la flessibilità necessaria per sostenere grandi shock. Gli ampi miglioramenti economici includono livelli ridotti di inflazione e di debito denominato in valuta estera, un sistema finanziario più robusto e una maggiore flessibilità del tasso di cambio. Questi fondamentali più forti si riflettono in costi di servizio del debito ben contenuti. Mentre il debito sovrano in aggregato (misurato come il debito dei costituenti del JPMorgan EMBI-Global Diversified Index) è cresciuto di 15 punti percentuali del PIL negli ultimi cinque anni, i costi del servizio del debito sono aumentati solo di 0,5 punti percentuali".

“Fondamentali più forti – sottolinea il manager - stanno anche permettendo a molte banche centrali di seguire per la prima volta le loro controparti dei mercati sviluppati, allentando la politica monetaria e, in alcuni casi limitati, finanziando direttamente i deficit governativi. Nelle precedenti recessioni globali, molte economie emergenti sono state costrette ad adottare politiche aggressive per evitare che le loro valute si indebolissero rispetto al dollaro e che il servizio del debito denominato in dollari aumentasse eccessivamente. Riteniamo che queste economie, in particolare il Brasile e il Sudafrica, dovrebbero sovraperformare i loro omologhi emergenti in un contesto in cui solidi fattori esterni sono pronti ad alleviare gli acuti vincoli finanziari interni che si riflettono nelle ripide curve di rendimento locali”.

Tuttavia, “il panorama è sempre più biforcato, con alcuni paesi molto più in difficoltà. Una minoranza di Paesi con grandi debiti denominati in dollari e tassi di cambio relativamente fissi ha visto i costi di servizio del debito aumentare di più di un punto percentuale del PIL. Questo sottoinsieme più piccolo potrebbe affrontare rischi materiali di solvibilità in futuro, se l'incapacità di assicurare una fornitura di vaccini sufficiente e tempestiva precludesse una forte ripresa economica. Crediamo che valutare efficacemente il complesso panorama richieda una profonda competenza e una portata globale. Mentre gli spread del credito sovrano e i rendimenti reali dei titoli di stato locali sono al di sotto della media storica, secondo la nostra analisi, sono attraenti rispetto agli spread del credito societario e ai rendimenti dei titoli di stato del mercato interno equivalente”.

"Le valutazioni delle divise emergenti ad alto beta e la volatilità implicita rimangono, a nostro avviso, altrettanto convenienti rispetto agli omologhi del G10. Sebbene non siano prive di rischi, queste valutazioni attraenti unite alla confluenza di forti afflussi di capitale, prezzi delle esportazioni più alti e condizioni finanziarie più accomodanti, forniscono un vento di coda per le obbligazioni emergenti in valuta locale”, conclude Dhawan.

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