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Azionario GB, ottime opportunità nonostante la Brexit

2/9/2021 | Daniele Riosa

Richard Colwell (Columbia TI): “Scorgiamo alcune delle migliori possibilità d’investimento in titoli in sofferenza da un decennio a questa parte”


“Se all’inizio del 2020 il mercato azionario britannico veniva evitato, oggi lo è ancora di più. Fino all’ondata di entusia-smo scatenata sul mercato dall’arrivo di tre vaccini verso la fine dell’anno, le azioni britanniche avevano perso circa il 20%. Solo due mercati azionari riuscivano a fare peggio, Russia e Brasile, e i gestori degli investimenti continuano a evitare le azioni britanniche, che ora sono ancora più convenienti di quanto non fossero un anno fa”. Richard Colwell, responsabile azioni britanniche di Columbia Threadneedle Investments, ricorda che “come dichiarato da Rishi Sunak, cancelliere dello scacchiere britannico, nella Spending Review di novembre, la contrazione dell’11,3% del PIL britanni-co nel 2020 è la più grave da 300 anni. Nonostante le previsioni di recupero economico nel 2021 e 2022, ci aspetta un difficile cammino”.

L’analista mette in evidenza un aspetto fondamentale. “Consideriamo la velocità con cui il mercato azionario britannico ha invertito la rotta dopo l’annuncio di dati positivi sul vaccino contro il Covid-19 da parte di Pfizer e BioNTech a metà novembre. Molti mesi di sovraperformance dei titoli growth sono stati annullati in un solo giorno, a riprova del fatto che molti investitori assumono posizioni simili. La proliferazione di investitori quantitativi, ETF e investimenti basati su fattori ha creato squilibri sul mercato ed è emblematica degli elevati livelli di allineamento del consenso. Continuiamo a credere fermamente nel Paese, ma le tendenze spesso si protraggono più a lungo del previsto. Ciò crea l’opportunità che vediamo oggi, in quanto amplifica l’impatto della futura svolta nella dinamica di mercato”.

“Tuttavia – mette in guardia l’esperto - la finestra per sfruttare questo valore potenziale si sta chiudendo. Sebbene la fi-ducia nei confronti dell’economia britannica abbia subito i contraccolpi sia del Covid-19 sia della Brexit, il mercato azionario non ha bisogno di una grande ripresa per fare registrare performance migliori. In un modo o nell’altro la Brexit si farà. Anche se al momento in cui scriviamo non è ancora stato trovato un accordo, il mercato ha avuto quattro anni per metabolizzare i rischi di una Brexit senza accordo. Benché nulla possa mai essere completamente scontato nei prezzi, buona parte di questi rischi sono già incorporati nelle basse valutazioni e nella scarsa performance a cui abbiamo assistito. Qualunque sia l’esito, il 2021 si apre con qualche certezza in più. Entro la fine del 2021 gli investimenti pro-babilmente aumenteranno e le aziende dovrebbero rimettersi in piedi. Si avranno purtroppo più insolvenze di quelle re-gistrate dopo la crisi finanziaria globale perché le banche oggi hanno più capitali e possono permettersi di chiedere il rimborso dei crediti inesigibili; inoltre, la disoccupazione potrebbe raggiungere livelli simili a quelli degli anni ’80, quando si contavano tre milioni di persone senza lavoro”.

“Il mercato azionario britannico – rileva il manager - sta tuttavia uscendo da un periodo di valutazioni molto basse. Di conseguenza, l’attività di fusione e acquisizione resta intensa e accelera, a suggerire la volontà di ignorare il rumore a breve termine e di concentrarsi sulle valutazioni, ma non da parte degli operatori del mercato, bensì delle società statu-nitensi e di private equity, che vedono che il tempo sta per scadere. Gli operatori esitano ancora a sfruttare questo arbi-traggio valutativo e aspettando di avere maggiori certezze rischiano di lasciarsi sfuggire l’opportunità. I dividendi svol-gono un ruolo fondamentale ai fini di pensioni, risparmio e reddito della popolazione britannica. I tagli dei dividendi sono stati consistenti e diffusi sul mercato britannico, e nessuno è rimasto indenne. Questo processo si verifica alla fine di ogni ciclo, ma il Covid-19 lo ha concentrato in sole tre settimane. Sessanta società hanno già ripristinato i dividendi. Altre faranno altrettanto”.

Guardando al futuro, il gestore si aspetta “politiche più prudenti e una migliore copertura, e anche nello scenario più sfavorevole entro il prossimo anno il mercato britannico dovrebbe continuare a offrire un buon premio di rendimento rispetto alle obbligazioni. Per il momento, tuttavia, i bilanci e la liquidità sono di primaria importanza. Poiché il doppio sconto britannico inizia a diminuire a seguito di una maggiore chiarezza sulla Brexit e dei progressi sul vaccino, il 2021 e il 2022 potrebbero rivelarsi anni positivi per il mercato azionario britannico. Anche le società britanniche di qualità maggiormente orientate alla crescita, come Unilever, presentano valutazioni molto più convenienti rispetto ai loro con-correnti globali. Crediamo che l’intero mercato britannico offra valutazioni appetibili, non solo una o due aree!”.

“Il momento migliore per investire – sottolinea l’economista - è quando sembra inopportuno. Di certo, il Regno Unito continuerà a essere evitato ma tre quarti degli utili di società britanniche provengono dall’estero e pertanto il mercato dovrebbe essere sostenuto dal PIL globale. In quanto gestori attivi, guardiamo con molto interesse al mercato britanni-co. Scorgiamo alcune delle migliori opportunità in azioni in sofferenza da un decennio a questa parte”.

"Mentre l’investimento quantitativo e l’investimento basato su fattori si concentrano sui segmenti a cui appartengono le azioni, seguendo una sorta di copione predeterminato, la gestione attiva guarda logicamente al valore offerto da un tito-lo rispetto al suo prezzo. Confidiamo in un trend rialzista per il mercato britannico e le sue società bistrattate”, conclude Colwell.

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