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Germania, ecco i trend negativi che pesano sul dopo Merkel

2/12/2021 | Daniele Riosa

Plassard (Mirabaud): “Le ultime statistiche economiche hanno evidenziato come il clima economico nel Paese si sia deteriorato a gennaio, tornando al livello più basso degli ultimi sei mesi”


“Dopo 16 anni al potere, Angela Merkel terminerà ufficialmente il suo mandato il 26 settembre dopo le elezioni generali”. John Plassard, investment specialist del gruppo Mirabaud, spiega che “chi sarà il prossimo cancelliere dipenderà ovviamente da come si evolverà la pandemia e quali saranno le sue conseguenze economiche per il Paese”.

“Le ultime statistiche economiche – rileva l’esperto - hanno evidenziato come il clima economico in Germania si sia deteriorato a gennaio, tornando al livello più basso degli ultimi sei mesi, mentre la seconda ondata del Coronavirus ha interrotto la ripresa della più grande economia europea. Tuttavia, a nostro avviso il deterioramento della situazione economica in Germania non è dovuto solo al Coronavirus. Infatti, molti economisti hanno messo in discussione il‘modello’ tedesco già dal 2018. Con i suoi conti pubblici in avanzo, un tasso di disoccupazione del 3,1% e un gigantesco surplus commerciale, la Germania è l'invidia di molti Paesi. Tuttavia, la crescita è fiacca”.

Il PIL tedesco “si è contratto dello 0,2% nel terzo trimestre del 2018 e ha ristagnato nel quarto trimestre. In particolare, l'industria automobilistica, il fiore all'occhiello dell'industria tedesca, ha sofferto di un calo delle vendite. Mentre le vendite globali di auto sono diminuite di quasi il 3% nel 2019, la produzione di auto in Germania è calata dell'11% su base annua. Inoltre, le norme antinquinamento e l'ascesa dell'auto elettrica hanno penalizzato i produttori tedeschi, campioni dei motori diesel. In generale poi, “l'industria tedesca, molto orientata all'esportazione, ha sofferto a causa del rallentamento cinese, della guerra commerciale scatenata da Donald Trump e dell'incertezza legata alla Brexit".

Il gestore sottolinea che “al di là della pandemia, la Germania al momento deve confrontarsi con tre problemi:

1) Un Paese rivolto all'industria: la Germania è all’opposto rispetto al resto del mondo, che si sta sempre di più spostando verso i servizi a scapito dell'industria (questo è particolarmente evidente in Cina). Questo penalizza la Germania, che eccelle nei settori automobilistico, chimico e dei macchinari.
2) Invecchiamento della popolazione: la demografia penalizzerà sempre più la crescita tedesca. Dopo decenni di tassi di nascita bassi (1,59 figli per donna nel 2019), la popolazione in età lavorativa diminuirà costantemente negli anni a venire. Si prevede che questo sviluppo peggiorerà ulteriormente le difficoltà di assunzione delle aziende e peserà sui consumi e sugli investimenti. Le imprese saranno meno incentivate a investire perché il numero di consumatori e lavoratori diminuirà.
3) La debolezza cronica degli investimenti pubblici. Gli investimenti pubblici hanno rappresentato solo il 2,5% del PIL tedesco nel 2019, rispetto al 3% nell'Eurozona e all’oltre 3,5% in Giappone. Questo potrebbe portare a un degrado delle infrastrutture, che probabilmente si tradurrà in bassi incrementi di produttività. L'abbandono del dogma di bilancio è un buon inizio, ma gli sforzi del futuro governo dovranno essere più sostanziali”.

“Il successore di Angela Merkel avrà il suo bel da fare. In primo luogo, perché la situazione economica e sanitaria del Paese è sempre più incerta. In secondo luogo, perché i partiti di opposizione vogliono assolutamente avere posti al governo. E, infine (soprattutto?), perché sarà molto difficile dimenticare rapidamente i 16 anni di governo Merkel”, conclude Plassard.

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