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Green Bond: è l’ora dell’Italia

3/8/2021

Il primo Btp verde ha avuto una emissione pari a 8,5 miliardi con scadenza 24 anni. L'analisi di NN IP


Primo Btp green per l’Italia con una emissione pari a 8,5 miliardi con scadenza nel 2045. Il Paese va in scia agli altri dieci che prima avevano inaugurato questa stagione tra cui gli apripista Olanda, Svezia, Germania e Ungheria.

"Crediamo che questa sia un'importante pietra miliare per il mercato dei green bond, dato che i portafogli sul tesoro fanno grandi allocazioni in titoli di stato italiani", ha detto Bram Bos, lead portfolio manager green bonds di NN Investment Partners. "La crescita del mercato dei green bond continua ad accelerare e il forte aumento delle emissioni da parte dei governi dà la possibilità a più investitori di rendere più verdi i loro portafogli a reddito fisso. Stiamo raggiungendo una fase in cui la sostituzione di parte di un normale portafoglio di titoli di stato con titoli di stato verdi è un passo logico e fattibile. Il mercato dei titoli di stato è diventato più diversificato e continuerà a crescere, con paesi come Spagna, Regno Unito e Singapore che dovrebbero emettere obbligazioni verdi inaugurali nel corso dell'anno".

 

L’Italia aveva avviato già il suo percorso lungo la strada della sostenibilità, nel 2019 infatti si era impegnata a raggiungere l'obiettivo del UE di neutralità di carbonio entro il 2050 per rimanere in linea con lo scenario di 1,5°C dell'Accordo di Parigi. Poco più di un mese fa, il nuovo primo ministro Mario Draghi ha annunciato che il cambiamento climatico sarebbe stato al centro dei suoi piani per l'Italia e ha detto che il suo governo intende promuovere le energie rinnovabili e la produzione di idrogeno verde. Secondo l’analisi che fa NN IP “è interessante che il framework di questo green bond non rispecchi quell'impegno per le rinnovabili e l'idrogeno, ponendolo come la categoria più piccola dello stanziamento”.

 

“L'Italia ha fatto degli sforzi per allineare tutte le sue categorie green bond alla tassonomia dell'UE in termini di criteri di obiettivo di mitigazione'' ha detto Isobel Edwards, green bond analyst di NN Investment Partners. Mentre accogliamo ciò con favore, ci auguriamo che i criteri di DNSH (do no significant harm) siano considerati per ogni attività come stabilito nei criteri tecnici della tassonomia UE per ogni settore. Dal momento che purtroppo non è stato incluso nella fase di pre-emissione del green bond, ci auguriamo che venga esposto nella relazione sull'impatto, dato che la valutazione di " DNSH " è uno dei pilastri chiave alla base della tassonomia dell'UE e dello standard dei green bond dell'UE".

 

Un altro dato sul quale vale la pena porre attenzione è quello relativo al gas naturale. L’Italia è stata un grande importatore dato che il suo consumo di gas naturale è 1,5 volte superiore alle sue riserve totali. A differenza di alcuni altri emittenti italiani, il quadro del titolo di stato verde non include il gas naturale come attività ammissibile. NN IP spera che questo segnali un cambiamento più strategico per ridurre la quota di gas naturale nel mix energetico del paese nei prossimi anni.

 

NN IP vede sempre più spesso l'industria mineraria esclusa dai framework di obbligazioni verdi degli emittenti e l'Italia non fa eccezione. È comprensibile che gli emittenti ritengano di non poter stabilire sufficienti salvaguardie in queste industrie per assicurare solidi standard ambientali. Tuttavia, più metalli e minerali saranno necessari in futuro, in particolare i metalli rari, in quanto necessari per le tecnologie rinnovabili come le batterie dei veicoli elettrici. È cruciale investire e trovare un modo per procurarsi e riciclare questi metalli in modo sostenibile, se vogliamo svilupparci in un'economia verde. Gli emittenti non dovrebbero avere paura di essere ambiziosi in questo settore e cercare soluzioni per il green mining.

La società olandese inoltre ritiene che l'emissione globale di green bond quest'anno potrebbe aumentare del 50% rispetto all'anno scorso fino a 300 miliardi di euro, ponendo il mercato totale al di sopra della soglia di 1 trilione di euro e prevede che il mercato globale dei green bond crescerà fino a 2 trilioni di euro entro la fine del 2023. L'annuncio dell'UE secondo cui il 30% delle obbligazioni NextGenerationEU (in totale 800 miliardi di euro) saranno obbligazioni verdi supporta la previsione di NN IP per la crescita del mercato.

 

In conclusione, è un fatto che gli ampi sviluppi del mercato nello spazio dei green bond hanno portato a un forte interesse degli investitori per le obbligazioni verdi, facendo crescere il patrimonio combinato delle strategie e dei mandati green bond di NN IP a quasi 4 miliardi di euro in soli cinque anni. Ricordiamo per questo che NN IP ha un team dedicato ai green bond composto da sette esperti, che combina le competenze di gestori di portafoglio green bond, analisti e specialisti di reporting.

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