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La FED confermerà la linea dovish

3/16/2021 | Daniele Riosa

Rimeu (La Française): “Il presidente Powell ribadirà anche che la banca centrale USA non è preoccupata della possibilità di un'inflazione incontrollata”


“Il 17 marzo, ci aspettiamo che la FED mantenga il proprio orientamento dovish in materia di politica monetaria, in particolare a causa del significativo gap nel mercato del lavoro”. E’ la previsione di François Rimeu, senior strategist di La Française.

Secondo il gestore “il Federal Open Market Committee (FOMC) dovrebbe ribadire l’appropriatezza della sua policy attuale. La FED continuerà a monitorare le condizioni finanziarie, che rimangono allentate. Non crediamo che verranno adottate misure come l'estensione della WAM (weighted average maturity) per limitare i rendimenti di lungo termine. Quindi, probabilmente gli acquisti di asset continueranno al ritmo attuale: almeno 80 miliardi di dolalri in Treasuries e 40 miliardi in mortgage-backed securities al mese”.

“Nella conferenza stampa – continua il manager - il presidente Powell ribadirà anche che la FED non è preoccupata della possibilità di un'inflazione incontrollata. Powell dovrebbe anche rimanere aperto a una reazione più proattiva a causa dello slancio già forte sugli indicatori macro, dell’implementazione del programma vaccinale e dei programmi di stimoli fiscali. L’argomento chiave sarà il dibattito intorno agli aggiustamenti del programma di acquisto di asset. Crediamo che in questa riunione il FOMC sottolineerà che il tapering è ancora prematuro".

L’analista si aspetta che “il SEP (Summary of Economic Projections, Sommario delle proiezioni economiche) indichi un miglioramento della crescita, in particolare nel 2021 (6% contro 4,2%). Anche i dati sull'inflazione potrebbero essere rivisti leggermente al rialzo, soprattutto per quanto riguarda il 2022, con le proiezioni che passano dall'1,9% al 2% per il 2022 e dal 2% al 2,1% per il 2023. Per quanto riguarda i 'dot plot', ci attendiamo che la maggioranza dei membri del comitato posizionino un rialzo nel 2023 rispetto a nessun rialzo a dicembre. Non pensiamo che i mercati reagiranno in modo eccessivo a questo cambiamento, considerando quanto il pricing della parte iniziale della curva abbia registrato una dinamica rialzista dall'ultima riunione del FOMC".

“Nel complesso – conclude Rimeu - ci aspettiamo che questa riunione rappresenti una conferma della tendenza dovish della FED: un bias che potrebbe essere leggermente negativo per le obbligazioni a più lunga scadenza”.

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