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Debito mercati emergenti, il 2021 è l'anno della ripresa

3/22/2021 | Lorenza Roma

Calich (M&G Investments): "Quest'anno potrebbe rivelarsi positivo per il debito dei mercati emergenti da una prospettiva top-down e macro globale"


Il 2020 è stato un anno movimentato per i mercati globali a causa della volatilità legata alla pandemia e i mercati emergenti non hanno fatto eccezione. I bilanci si sono indeboliti in molti settori, inclusi il debito sovrano e quello societario, a causa della recessione, del deprezzamento delle valute e della depressione dei prezzi delle materie prime. Tuttavia il 2021 potrebbe rivelarsi un buon anno per il debito dei mercati emergenti da una prospettiva top-down e macro globale. E' quanto emerge dall'analisi di Claudia Calich, manager del fondo M&G (Lux) Emerging Market Bond di M&G Investments.

 

"In termini di crescita, stiamo già vedendo una ripresa economica in tutto il mondo grazie anche ai generali progressi della campagna vaccinale, il che crea un ambiente incoraggiante per l'asset class", ha dichiarato la manager che ha aggiunto "una migliore crescita dovrebbe tradursi in migliori risultati fiscali, migliori entrate derivanti dalle tasse, maggiori consumi ed esportazioni. I bilanci dovrebbero iniziare a stabilizzarsi e alla fine migliorare con il proseguire della crescita. L'Asia ha fatto relativamente bene l'anno scorso rispetto ad altre parti del mondo, come l'America Latina, dove abbiamo visto grandi recessioni indotte dalla pandemia. I paesi dell'Asia sono stati più efficaci di altre regioni nel contenere il Covid-19, e hanno quindi avuto meno lockdown e, di conseguenza, una ripresa più veloce. Le aspettative di crescita globale per quest'anno si sono tradotte in aspettative di una maggiore domanda per alcuni tipi di materie prime di cui beneficeranno alcuni paesi dell'Africa subsahariana e alcuni paesi in via di sviluppo in Europa, come il Kazakistan e l'Azerbaigian. Anche se ci sono ancora opportunità in America Latina, è necessario un approccio più cauto dal punto di vista dei bilanci: il 2020 è stato un anno difficile a causa dei default in Argentina ed Ecuador. Quest'anno dovrebbe essere migliore, ma qualsiasi ripresa sarà lieve rispetto a quanto la crescita si è contratta l'anno scorso".

 

"È probabile che la politica monetaria globale rimanga relativamente accomodante per un po'. Dato che molte economie stanno ancora operando con capacità in eccesso, non ci aspettiamo molta pressione inflazionistica per qualche tempo e la recente inflazione vista in alcuni mercati emergenti sarà presumibilmente di breve durata. Le banche centrali non hanno molto spazio per tagliare i tassi e la maggior parte delle banche centrali dei mercati emergenti è in attesa o potrebbe anche iniziare lentamente ad aumentarli. Ma, in definitiva, la politica monetaria dovrebbe continuare a costituire un fattore di supporto, anche se forse non così tanto come l'anno scorso. Altri fattori di supporto includono il sostegno dei governi e l'aiuto multilaterale delle organizzazioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, specialmente per i paesi a basso reddito. Ci si può attendere di vedere questo continuo supporto prevalere per tutto il resto dell'anno, facendo guadagnare tempo a questi paesi e fornendo loro un finanziamento temporaneo per affrontare le sfide legate alla pandemia", ha commentato la manager.

 

"Per quanto riguarda le valutazioni, il debito corporate in valuta forte e le obbligazioni sovrane hanno subìto un massiccio repricing l'anno scorso, a seguito del sell-off di marzo. Ora si sono di nuovo ridotte a livelli simili a quelli che abbiamo visto poco prima della pandemia. Si potrebbe pensare che questo significhi che le valutazioni hanno ripercorso la maggior parte delle perdite dell'anno scorso, ma gli spread delle obbligazioni high yield sono in realtà ancora piuttosto ampi per gli standard del passato. Se gli investitori conducono delle analisi adeguate per evitare grossi default, è possibile cogliere delle opportunità, e le valutazioni rimangono ancora attraenti in termini di rendimento", ha sottolineato Calich.

 

"Opportunità interessanti esistono anche nelle valute dei mercati emergenti. Sebbene ci siano alcune somiglianze tra l'ambiente attuale e il taper tantrum del 2013, con le preoccupazioni per la riduzione degli stimoli da parte della Fed, le valutazioni sono sorprendentemente diverse questa volta. Nel 2013, la maggior parte delle valute era in territorio di "sopravvalutazione", mentre ora la maggior parte di quelle dei mercati emergenti sono sottovalutate, quindi il punto di partenza è molto più solido. Non c'è bisogno di grandi svalutazioni in futuro. Semmai, c'è probabilmente un potenziale di apprezzamento per alcune valute. Nel 2013 ci sono stati molti squilibri esterni. Molti paesi avevano grandi deficit delle partite correnti, che dovevano essere corretti. Negli ultimi anni c'è stato un significativo aggiustamento e una riduzione di quei deficit e alcuni paesi hanno persino registrato eccedenze. Dato che le posizioni delle partite correnti sono molto più forti ora rispetto al 2013, non ci aspettiamo lo stesso tipo di repricing e il massiccio sell-off che abbiamo visto in quel periodo, anche se i tassi USA continuano ancora a salire leggermente. Ciò ha quindi creato sostegno per l'asset class e comporta una maggiore stabilità degli spread", ha concluso Calich.

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