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Risparmio gestito, bilanci e sfide future

3/31/2021

Con Michele Cicoria, responsabile Italia di Ethenea, facciamo il punto su come l’industria dell’asset management ha affrontato un anno di pandemia


E’ passato un anno dallo scoppio della pandemia, e mentre siamo ancora alle prese con le misure anti-contagio per i mercati finanziari il Covid-19 l’impatto della crisi è stato solo momentaneo, e dopo il crollo di marzo c’è stato un totale scollamento tra emergenza sanitaria da un lato e andamento dei mercati dall’altro, con un recupero straordinario delle maggiori Borse mondiali. A Michele Cicoria, responsabile Italia di Ethenea, abbiamo chiesto di stilare un bilancio di questo anno per il risparmio gestito, e di evidenziare quali sfide sono state vinte e quali sono invece gli ambiti nei quali l’industria deve ancora lavorare per riuscire a soddisfare le esigenze della clientela.

 

Così come per i mercati, Cicoria spiega che il 2020 è stato complessivamente un anno positivo per tutta l’industria del risparmio gestito, sia in termini di raccolta che in termini di performance. Per quanto riguarda Ethenea, il manager della boutique d’investimento evidenzia che nel corso dell’anno sono stati raggiunti tre importanti obiettivi. Il primo, strutturale, riguarda la preservazione e l’incremento del patrimonio degli investitori, conseguito attraverso le tre strategie flessibili e multi asset della casa di gestione. In secondo luogo, tutte le strategie sono state aggiornate e implementate con l’integrazione di criteri ESG, in modo da recepire le ultime normative del regolatore, in particolare la SFDR. Infine, ma non meno importante, nell’interazione con banche, reti, realtà di private banking e di consulenza finanziaria, quindi nell’ambito del b2b, Ethenea è riuscita ad essere davvero vicina ai suoi partner, attraverso un approccio molto personalizzato e tailor made, che ha consentito di rispondere in maniera puntuale alle esigenze e alle richieste provenienti da advisor e consulenti.

 

Guardando al futuro, Cicoria è d’accordo nel sostenere che la grande sfida è rappresentata da un numero da capogiro: gli oltre 2.000 miliardi di euro che, improduttivi, rimangono parcheggiati su conti correnti e depositi. Un segno che l’industria del risparmio gestito ha ancora molto lavoro da fare per intercettare i bisogni del risparmiatori italiani e riuscire a elaborare soluzioni d’investimento adeguate a soddisfarli.

 

 

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