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4/1/2021 | Redazione Advisor
L’healthy living e la prevenzione delle malattie sono temi d’investimento che il Covid-19 ha reso ancora più rilevanti e di attualità. Masja Zandbergen, head of sustainability integration di Robeco osserva che negli ultimi 50 anni, la produzione alimentare e le abitudini alimentari di tutto mondo sono cambiati profondamente. “La maggiore resa dei raccolti e i migliori sistemi produttivi hanno contribuito ad allungare le aspettative di vita e a ridurre la fame. Eppure, questi effetti positivi vengono annullati dal massiccio degrado ambientale dovuto a pratiche agricole non sostenibili e a problemi di salute che vanno dall’obesità alle malattie cardiache, provocati da diete ad alto contenuto calorico e a base di cibi altamente processati”.
Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1975 a oggi è triplicata sia la percentuale di persone adulte in sovrappeso (39%) sia quella di chi soffre di obesità (13%). Al tempo stesso, il 9,2% degli adulti è in sottopeso. La coesistenza di sovrappeso e denutrizione ha dato vita al cosiddetto doppio onere della malnutrizione, considerata ormai una vera piaga.
“Proprio per queste ragioni, i consumatori preferiscono cibi più sani, meglio se prodotti in modo sostenibile” spiega Zandbergen. “Le migliori opportunità di investimento sono quindi rappresentate da cibi e bevande di origine vegetale, dai meal kit come HelloFresh e Marley Spoon e dai software per ristoranti. Le aziende specializzate nel settore degli alimenti stanno acquistando importanza agli occhi dei consumatori, operano in un mercato molto vasto e i loro prodotti hanno una penetrazione relativamente bassa. Il che garantisce ottime opportunità di crescita. La carne coltivata sembra avere un impatto ambientale più basso e costi di produzione in calo. Tuttavia, la sua redditività commerciale rimane incerta.
Accanto a questi trend del settore alimentare, l’esperto di Robeco individua quattro aree interessanti legate al tema dell’healthy living: la produzione di cibi bio, l’abbigliamento per l’atletica e le apparecchiature per palestre, i prodotti per l’igiene e la salute dei consumatori, e infine la prevenzione e la diagnostica.
“Quello della sanità è davvero un trend di lungo termine. Misurato in termini di volatilità, il rischio è relativamente contenuto. Pur ritenendo interessante questa tendenza alla prevenzione e alla vita sana, il denaro speso in prevenzione è ancora una frazione minima rispetto ai costi della cura delle malattie. Costi che continuano ad aumentare ovunque e che oggi, negli USA, ammontano al 17% del PIL!”
Inoltre secondo Robeco la digitalizzazione e l’innovazione della sanità potrebbero ridurre drasticamente i costi. Tre sviluppi sembrano suggerire che il cambiamento è all’orizzonte. Innanzitutto, nonostante la sua proverbiale lentezza nell’adottare nuove tecnologie, oggi il comparto sanitario si sta aprendo sempre più all’innovazione digitale. In secondo luogo, cresce il numero di aziende disposte a condividere i propri dati, sfruttando al massimo il potenziale delle informazioni disponibili. Infine, per ridurre i tempi e i costi di sviluppo di nuovi medicinali, la ricerca farmaceutica si affida sempre più spesso a nuove tecnologie come l’IA. “La digitalizzazione non è in grado di risolvere da sola le sfide della sanità, ma può contribuire a controllare i costi, a migliorare la qualità e a mettere il paziente al centro”.
“Come per tutte le principali questioni ESG, riteniamo che il dialogo con le aziende sanitarie andrà a vantaggio dell’intero settore e ci aiuterà a investire in società dal futuro sano” conclude Zandbergen.
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