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SFDR, ancora tanta strada da fare

4/8/2021

Per gli asset manager conformarsi alla nuova regolamentazione UE si sta rivelando un percorso più complesso del previsto. L’analisi di Cerulli Associates


Gli asset manager hanno ancora molto lavoro da fare per rispettare tanto lo spirito quanto i dettagli della Sustainable Finance Disclosure Regulation, il nuovo regolamento europeo sulla trasparenza in tema di divulgazione della finanza sostenibile entrata in vigore a fine marzo. Lo rileva l’ultima edizione del report “The Cerulli Edge – Globa Edition” redatta da Cerulli Associates.

 

La SFDR richiede agli asset manager che operano in Europa di incorporare i rischi ESG all’interno nei loro processi di investimento, nella governance dei prodotti e nei sistemi interni, e secondo quanto afferma Fabrizio Zumbo, associate director, european asset and wealth management research di Cerulli,  non è ancora chiaro quanto tempo ci vorrà prima che le società di gestione siano nelle condizioni di conformarsi alla nuova normativa.

 

Nell'ambito della SFDR, i fondi europei devono essere classificati dai loro gestori in una di tre categorie, con le informazioni richieste su misura per ciascuna. Agli investitori di tutti i fondi devono essere forniti diversi gradi di informativa sui fattori ambientali, sociali e di governance.

Zumbo spiega che gli asset manager devono affrontare una serie di sfide quando devono classificare i prodotti in ciascuna delle tre categorie del regolamento. Ad esempio, non è chiaro cosa si intenda con "promuovere" obiettivi ambientali, sociali o sostenibili. I manager dovrebbero rivalutare continuamente l'assegnazione dei loro prodotti nell'ambito della SFDR nel breve e medio termine. Far rientrare un prodotto nell‘articolo 8 è il processo più semplice dei tre, ma decidere quali prodotti potrebbero invece essere assegnati all'articolo 9 è più complesso.

 

Inoltre, l'assenza di standard formali di mercato o di un quadro normativo definitivo rende difficile mappare le politiche e i processi esistenti su tali requisiti. Questo  contesto ancora incerto ha portato ciascun asset manager ad applicare proprie interpretazioni e propri processi. Le strutture personalizzate risultanti potrebbero tuttavia non corrispondere agli elementi più prescrittivi della SFDR, il che si aggiunge alla sfida che i gestori devono affrontare nel garantire di avere accesso a un insieme di dati solidi che soddisfino i requisiti della normativa. Gli asset manager hanno infatti bisogno di dati per informare i loro processi di investimento, per fornire i risultati da utilizzare per la divulgazione e per sostenere la loro infrastruttura operativa.

 

Un'altra complicazione evidenziata da Zumbo è che molti prodotti finanziari che rientrano nell'ambito di applicazione della SFDR effettueranno investimenti in regioni al di fuori dell'Europa, dove potrebbe essere difficile ottenere dati di qualità. Inoltre, i gestori di fondi che detengono quote di altri strumenti dovranno avere una piena conoscenza di tutti gli attivi presenti in quei portafogli, per soddisfare i requisiti relativi alla valutazione dei principali impatti avversi

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