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Economia e mercati, cosa è cambiato?

4/14/2021

A un anno dal crash, qualche riflessione sulle similitudini e le differenze tra l’epoca pre e post pandemia e su come posizionare i portafogli. L’analisi di M&G investments


A un anno dal crash causato dalla pandemia, come sono cambiati i mercati e l’economia globale? E quali caratteristiche deve avere un portafoglio d’investimento per posizionarsi nel contesto attuale? Su questi temi si è soffermato Eric Lonergan, macro fund manager, di M&G Investments, nel corso di una tavola rotonda virtuale con la stampa internazonale.

 

Prima di esaminare cosa è cambiato, secondo Lonergan può essere utile una panoramica sulle caratteristiche dei mercati e dell’economia globale prima del Covid. Partendo da quest’ultima, il fund manager individua sei caratteristiche pre-pandemiche: in primo luogo, il calo secolare dei tassi di interesse reali globali, con un calo dei tassi di interesse reali al di sotto dei tassi di crescita del PIL reale nella maggior parte del mondo. In secondo luogo, i mercati finanziari sono apparsi più fragili in risposta alla politica monetaria rispetto all'economia reale. Gli effetti della politica monetaria sembrano essere più orientati al mercato che all'economia reale.

Il terzo aspetto pre-pandemico rilevato da Lonergan è stato il crollo della relazione tra tasso di disoccupazione e inflazione, che ha reso inefficaci la maggior parte dei tradizionali modelli economici ciclici. Prima della pandemia, la maggior parte delle principali economie sviluppate registrava i tassi di disoccupazione più bassi dagli anni '70 - e in alcuni casi dagli anni '60 – insieme a tassi ufficiali ancora molto bassi in termini nominali, inflazione in molti paesi sotto target e aumenti irregolari dei salari reali.

La quarta caratteristica erano le enormi divergenze settoriali e regionali nei profitti. Per esempio, se si confronta la redditività delle banche statunitensi nei 10 anni successivi alla crisi finanziaria globale con quella delle banche giapponesi o europee, emergono dati molto diversi. Queste divergenze geografiche e settoriali sono molto difficili da identificare ex ante per gli investitori.

 

La quinta caratteristica era che eravamo in un mondo di ripetute crisi dell'euro. Ogni volta che si presentava una divergenza fiscale, solitamente innescata dal populismo e dal rifiuto dei mandati fiscali europei, si creava tipicamente una minaccia per il mercato obbligazionario, e quindi il mercato obbligazionario fungeva effettivamente da regolatore per i populisti europei. E, infine, la sesta caratteristica era il trend di aumento del neo-nazionalismo a livello globale.

 

Per quanto riguarda invece i mercati pre-pandemici, secondo Lonergan si possono individuare quattro caratteristiche chiave: il crescente predominio della tecnologia; l'aumento del target di volatilità e del momentum investing; il verificarsi di flash crash, a causa dell’aumento della correlazione dei comportamenti degli investitori dovuta all’utilizzo di strategie quantitative guidate dalla tecnologia;infine, un crollo degli orizzonti temporali: l'analisi della struttura e del comportamento del mercato, della tecnologia e della disponibilità di dati ha portato gli investitori ad avere orizzonti temporali sempre più brevi.

 

Dunque cosa è cambiato dopo la pandemia? “Non molto, secondo me” osserva Lonergan. “In effetti, molte di queste caratteristiche e tendenze hanno subito un'accelerazione. A livello globale, l'unica cosa che sembra essere sostanzialmente cambiata è l'atteggiamento nei confronti della politica fiscale. Tuttavia, il cambiamento fondamentale nella politica e nella mentalità è prevalentemente un fenomeno statunitense. Non molto è cambiato strutturalmente in Cina e in Europa. Semmai verranno rafforzate le tensioni di fondo come il neo-nazionalismo proveniente dalla Cina, che ha esercitato il suo peso geopolitico ed economico. Le debolezze strutturali dell'Europa si sono deteriorate, ma in America l'attuale narrativa del mercato sui rischi di inflazione e sui cambiamenti di paradigma in termini di politica monetaria e fiscale è ampiamente incentrata sugli Stati Uniti. Questa è una considerazione molto importante quando si pensa ai mercati obbligazionari e all'asset allocation globale”.

 

Come devono posizionarsi gli investitori in tale contesto? Siamo in una situazione molto fluida, per cui la flessibilità è fondamentale. Secondo Lonergan per affrontare un contesto complesso, contenere i rischi e cogliere le eventuali opportunità un portafoglio composto da una combinazione di azioni globali diversificate, Treasury a 30 anni e una componente elevata di liquidità rappresenta la soluzione più adeguata.

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