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La BCE mantiene la rotta

4/22/2021

Nel meeting di oggi l’istituto guidato da Christine Lagarde ha riconfermato l’orientamento molto accomodante della sua politica monetaria. I commenti dei gestori


Nella riunione di oggi il la BCE ha riconfermato l’orientamento molto accomodante della sua politica monetaria, mantenendo invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento e sui depositi presso l’istituto centrale. Proseguiranno anche gli acquisti netti di attività nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) almeno sino alla fine di marzo 2022 e in ogni caso finchè non si sarà conclusa la fase critica legata al coronavirus. Ecco i commenti delle case di gestione.

 

“La BCE mantiene la rotta” osserva Kaspar Hense, senior portfolio manager, BlueBay Asset Management. “Oggi Christine Lagarde ha offerto ai mercati una guida salda in una fase di grande incertezza. I mercati sono rimasti sostanzialmente piatti dopo il meeting della banca centrale, sia per quanto riguarda i tassi core che gli spread periferici. Il focus sull’‘outlook nebuloso’ in relazione alla crisi pandemica ha dato ai mercati una conferma sufficiente del fatto che la BCE continuerà a fornire supporto almeno per il momento”.

 

"Oggi La BCE ha mantenuto invariata la sua politica monetaria, ma ha ribadito che continuerà ad acquistare asset ad un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell'anno, il che implica che potremmo non dover attendere revisioni formali delle previsioni prima che vengano fatti annunci sul ritmo degli acquisti” commenta Gurpreet Gill, macro strategist, global fixed income, Goldman Sachs Asset Management. “Mentre l'attività economica si sta intensificando rapidamente negli Stati Uniti e nel Regno Unito, l'Europa mostra un ritardo nella corsa alla ripresa, data l'ulteriore ondata di infezioni Covid e le relative restrizioni delle attività. Tuttavia c'è il potenziale per un miglioramento grazie ai progressi delle vaccinazioni che, nei prossimi mesi, sosterranno una ripresa in tutto il continente. L'aumento dei prezzi del petrolio, gli effetti di base e l'inflazione dei prezzi di alcuni servizi possono inevitabilmente aumentare temporaneamente l'inflazione, ma i segnali di inflazione di medio termine - il mercato del lavoro e le aspettative di inflazione - indicano risultati più modesti.

Nel breve termine, quando i dati economici cominceranno a migliorare grazie ai vaccini, riteniamo che i tassi europei possano sottoperformare gli altri mercati dei tassi del G10 e che l'euro possa rafforzarsi. I bassi rendimenti in Europa per il prossimo futuro porteranno gli investitori in cerca di rendimenti a ricercare opportunità nei mercati dei titoli di stato di altri paesi e la Cina è attualmente tra i mercati più interessanti".

 

"Come conseguenza degli effetti del Covid sull'economia, i prestiti dei governi in tutto il continente sono balzati del 15%” commenta Bethany Payne, global bonds portfolio manager di Janus Henderson Investors. “La BCE sembra incline a mantenere invariato il programma di acquisto di titoli di Stato, quindi entro il 2025 ci aspettiamo che il volume di prestiti ottenuti dai governi europei possa aumentare di altri 2.000 miliardi di dollari - circa 5.500 dollari a persona. Il problema è che l'aumento del debito - indubbiamente necessario a preservare i posti di lavoro e scongiurare il rischio di default - non stimolerà la crescita, a meno che non si assista ad una produttività che favorisca la spesa fiscale. Come dimostrato dal nostro Sovereign Debt Index, dal 1995, il livello del debito europeo è aumentato il doppio rispetto al PIL dell'Eurozona.”

 

E prosegue: “Secondo i nostri calcoli la BCE detiene circa il 29% del debito pubblico europeo e, nonostante il programma di acquisto di asset della Banca permetta all'Europa di respirare, è vitale indovinare la politica fiscale appropriata, in un contesto segnato dai ritardi nell'implementazione della campagna vaccinale e con un'economia imperniata sul turismo in estrema difficoltà. L'economia europea non può crescere senza un'adeguata spesa da parte dei Paesi membri - e sarà la Germania a doversi accollare il fardello principale. Individuare la scintilla per la crescita economica e le manovre dei governi per incentivare la spesa sono il principale dilemma dell’Europa, piuttosto che il debito pubblico in aumento, dato che la Banca Centrale acquista titoli di default e gli oneri finanziari sono contenuti".

 

"Il mercato oggi era interessato a tre temi: se la BCE giudica l’aumento degli acquisti PEPP sufficiente o intende accelerare; se e quando intende successivamente ridurre gli acquisti nel PEPP (tapering) e a che condizioni; come la BCE vede i rischi riguardo allo scenario macroeconomico in Europa" osserva Pasquale Diana, senior macro economist di AcomeA SGR. "Nel complesso, il tono della conferenza stampa è apparso in linea con le attese, forse al margine dovish. Le tensioni interne sembrano però destinate a crescere. In generale, sul tema della comunicazione la BCE può sembrare ambigua, ma dobbiamo ricordare che per la BCE l’ambiguità è una scelta obbligata. La Presidente Lagarde si trova a mediare tra le varie anime del Consiglio, che sono spesso in disaccordo tra di loro, come si evince chiaramente dalle dichiarazioni pubbliche".

Da un lato, evidenzia Diana, "i falchi spingono per una riduzione del QE quanto prima e un ritorno alla normalità. Dall’altro, la maggioranza del Consiglio registra invece un’inflazione attesa ancora sotto il target e – con ogni probabilità – un livello del PIL dell’eurozona ancora sotto il potenziale. Pertanto, ogni discussione su tapering rimane prematura. La Lagarde ha inoltre ripetuto che la BCE non è legata a rigidi targets (ad es. un formale Yield Curve Control), anche se, comunque la si voglia chiamare, è palese che la BCE intende per ora continuare sul sentiero di un controllo dei rendimenti (implicito o esplicito) tramite acquisti di titoli governativi. Sarà interessante vedere se a giugno, con i vaccini in aumento e (sperabilmente) un’economia in ripresa, questo messaggio potrà cambiare in linea con le nuove previsioni macro. Per adesso, questo sembra poco probabile" concliude Diana.

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