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Azionario, quattro elementi supportano la crescita

5/6/2021 | Daniele Riosa

Dwek (Natixis IMS): “Sul fronte del reddito fisso privilegiamo le duration più brevi e rimaniamo prudenti per quanto riguarda i rendimenti sovrani”


Le prospettive di crescita globale continuano a migliorare sulla scia di un'accelerazione delle campagne vaccinali in Europa, il boom dell'economia statunitense e la crescita cinese che non perde slancio. Esty Dwek, head of global market strategy di Natixis Investment Managers Solution, osserva che “nonostante il prolungato periodo di confinamento, i più recenti dati nel Vecchio Continente hanno superato le attese e la seconda metà dell'anno dovrebbe vedere una forte ripresa alimentata dalla domanda finora repressa e dai supporti derivanti dal Recovery Fund”.

Gli Stati Uniti, “che in realtà si trovano qualche mese avanti rispetto all'Europa in termini di riaperture, continuano a battere le aspettative, grazie a misure di contenimento più morbide ed un sostegno fiscale significativo. Con la Federal Reserve che ribadisce come sia ancora troppo presto per ridurre il sostegno, la traiettoria di crescita ha spazio per proseguire. Mentre Pechino è destinata a rallentare dal suo livello attuale, le previsioni di crescita per il 2021 si attestano comunque intorno all'8% su base annua, elemento che dovrebbe aiutare a supportare il continente asiatico. Una maggior lentezza nella campagna vaccinale in tutta la regione potrebbe portare ad alcuni rallentamenti sulla strada delle riaperture, ma le prospettive stanno migliorando. Tuttavia, le aspettative di inflazione si sono stabilizzate nel corso del mese e i rendimenti del Treasury sono contenuti, bloccando il trade di reflazione”.

“Tutto ciò – prosegue il gestore - è stato anche parzialmente innescato dal picco di contagi in India e da un aumento dei casi anche nei Paesi sviluppati. Tuttavia, dinanzi ad un inizio della riduzione dei contagi, le prospettive di riapertura dovrebbero nuovamente migliorare e il trade di reflazione dovrebbe riprendere nel corso dei prossimi mesi. Per questo riteniamo che la rotazione ciclica possa riprendere, con i segmenti quali l'energia, i materiali e i finanziari in risalita. Crediamo anche che la regione europea e l’area Pacifico ex Jap dovrebbero beneficiare delle aspettative di riapertura, della ripresa del commercio globale e dell'aumento dei prezzi delle materie prime. Mentre aspettiamo il prossimo elemento catalizzatore, sia esso un aumento dei prezzi del petrolio, dei rendimenti o un miglioramento sul fronte pandemico, cerchiamo opportunità per incrementare l’esposizione azionaria. Infatti gli elementi di supporto a medio termine per i mercati azionari rimangono invariati: sono ancora tutti presenti elementi quali il progresso nelle vaccinazioni, la spesa fiscale, la politica accomodante delle banche centrali e la possibilità di rimbalzo degli utili”.

Sul fronte del reddito fisso, “se da un lato crediamo che molto sia già stato prezzato in termini di stimolo fiscale e aspettative di inflazione, e che i rendimenti abbiano probabilmente messo a segno la maggior parte del movimento, dall’altro lato crediamo anche possano crescere ulteriormente nel breve termine, prima di fare un nuovo passo indietro. Per questo motivo privilegiamo le duration più brevi e rimaniamo prudenti per quanto riguarda il fronte de rendimenti sovrani. Preferiamo anche il credito, anche se gli spread già limitati e la duration più lunga suggeriscono meno potenziale di rialzo all’orizzonte. L'High yield dovrebbe fare meglio perché è meno sensibile ai tassi, ma preferiamo conservare un approccio selettivo”.

“Mentre i mercati emergenti spesso fanno fatica nelle fasi di aumento dei rendimenti USA, si trovano comunque in una posizione migliore rispetto a simili fasi già sperimentate nel passato ed hanno mostrato una più efficace capacità di gestione di questa fase rispetto alle aspettative. Il debito societario degli emergenti in valuta forte ha anche più spazio per un restringimento degli spread e quindi il potenziale per assorbire un incremento dei rendimenti del Treasury”, conclude Dwek.

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