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5/14/2021 | Lorenza Roma
"La teoria dei giochi è al centro del funzionamento dei mercati finanziari e si applica perfettamente alla gestione degli investimenti", ha spiegato Peter De Coensel, CIO fixed income di DPAM. "L'equilibrio di Nash definisce la soluzione di un gioco non cooperativo che coinvolge due o più giocatori. In un equilibrio di Nash, si suppone che ogni giocatore conosca le strategie di equilibrio degli altri giocatori e che nessun giocatore abbia qualcosa da guadagnare cambiando solo la propria strategia. Con livelli più alti di leva finanziaria e di debit margin attualmente visibili nel sistema finanziario, oggi il punto di instabilità potrebbe arrivare ancora più velocemente rispetto al 2018", ha aggiunto il CIO.
"Il fatto è che l'instabilità dei mercati finanziari si riversa rapidamente in un impatto economico reale negativo che mediamente richiede l'intervento della banca centrale o ulteriori sostegni fiscali. E l'intero ciclo può ricominciare ancora una volta, portando a un controllo sempre maggiore della banca centrale sulla meccanica di formazione dei prezzi ( tassi) nei mercati. Guardiamo alla presa di coscienza tra i banchieri centrali che siamo in presenza dell'equilibrio di Nash. Si tratta di un equilibrio fragile, ma che mantiene il costo del finanziamento per i governi indebitati dei paesi sviluppati ben al di sotto dei livelli che si avrebbero in un mondo senza QE e senza una forward guidance forzata", ha precisato De Coensel.
"Prima della pandemia, uno stato di equilibrio Nash tra le banche centrali era meno evidente. Vengono in mente gli errori della politica dei tassi della BCE del 2008 e del 2011. La tendenza prevalente nel prossimo decennio potrebbe diventare un ritiro più orchestrato tra le banche centrali delle politiche accomodanti. Ormai i giocatori conoscono le regole del gioco", ha sottolineato il CIO che ha aggiunto "In uno stato di equilibrio di Nash e se si tiene conto dell'interconnessione dei flussi internazionali del reddito fisso, sono più convinto che i tassi a lungo termine tra i paesi dell'OCSE siano entrati in un'era di convergenza. Le regioni in surplus come l'UE e il Giappone continueranno a manifestare un solido interesse verso i prodotti obbligazionari statunitensi. Una spinta positiva potrebbe anche giungere ad alcune economie di paesi mergenti se attratte dal campo gravitazionale dei tassi lunghi dei paesi sviluppati e dalle opportunità offerte da livelli di finanziamento più bassi.
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