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Mercati, occhi puntati sul meeting del FOMC

6/11/2021 | Redazione Advisor

Dowding (BlueBay): “Per ora sembra che le piazze finanziarie si accontentino di fidarsi completamente delle banche centrali globali”


I mercati azionari hanno assistito a un calo degli indicatori di volatilità in una sorta di calma estiva e ciò ha contribuito a far restringere gli spread creditizi, pur senza un particolare slancio direzionale. Mark Dowding, cio di BlueBay, rileva che “i mercati emergenti hanno beneficiato dal calo dei tassi core, con gli indici che stanno recuperando molte delle perdite di inizio anno".

“Il forex – sottolinea il gestore - è rimasto piuttosto tranquillo nelle ultime due settimane, mentre le criptovalute hanno continuato a registrare volatilità nei movimenti dei prezzi, alla luce dei timori di una maggiore sorveglianza e regolamentazione nei prossimi mesi. Nel frattempo, i mercati delle commodity hanno ricominciato a salire, con il petrolio che ha superato la soglia dei $70 a barile. La pressione sul legname sembra in calo, anche se le condizioni di domanda e offerta restano tirate in diversi mercati. Ad esempio, la carenza di chip non sembra migliorare, con i produttori a Taiwan che hanno registrato una perdita di produzione per via delle nuove restrizioni contro la pandemia”.

Guardando avanti, il manager crede che "i numeri elevati sull’inflazione possano rendere il meeting del FOMC di settimana prossima più interessante. Ci si può chiedere quanto ancora il FOMC vorrà portare avanti la narrativa che gli aumenti dei prezzi siano solo transitori, dato che apparentemente potrebbe permettersi di assumere una posizione leggermente meno accomodante, con i Treasury decennali ormai più di 20 punti base al di sotto dei massimi di marzo".

L’analista spiega che “è stato interessante osservare le banche centrali muoversi per ridurre gli acquisti. Dato che anche Yellen ha segnalato l’inflazione e i tassi più elevati questa settimana, non sembra che la Fed abbia molto da guadagnare a rimanere fedele alla retorica attuale. Dopo tutto, se l’approccio della Banca Centrale è quello di essere reattiva e basarsi sui dati, allora diventa difficile ignorare dati fuori controllo solo perché non combaciano con le proprie preferenze”.

“Nel frattempo – l’esperto crede che - altri mercati seguiranno la scia dei rendimenti. Se i tassi restano favorevoli, la volatilità potrebbe diminuire ulteriormente e i trend attuali per gli asset rischiosi potrebbero proseguire nei prossimi due mesi circa. Tuttavia, se la Fed sorprendesse i mercati con un tono ‘falco’ o se i rendimenti iniziassero ad aumentare autonomamente, ciò potrebbe rappresentare un catalizzatore per una correzione dei mercati. Viceversa, se il meeting del FOMC non portasse particolari novità, sarebbe difficile immaginarsi un altro catalizzatore che possa innescare un movimento significativo dei rendimenti nel resto del mese”.

“Per ora, sembra che i mercati si accontentino di fidarsi completamente delle banche centrali globali, in un momento in cui i politici invece devono fare i conti con indici di gradimento in calo via via che usciamo dalla pandemia”, conclude Dowding.

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