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Inflazione, solo un fenomeno passeggero

6/15/2021 | Lorenza Roma

Max Anderl, head of concentrated Alpha Equity di UBS AM spiega quali sono i fattori che trainano l’inflazione e perché il fenomeno potrebbe essere di breve durata


I mercati sono ossessionati da un possibile ritorno dell'inflazione. Max Anderl (nella foto), head of concentrated Alpha Equity di UBS AM affronta i fattori che comunemente si ritiene trainino l’inflazione e spiega perché il fenomeno potrebbe essere di breve durata.

 

"Secondo la legge della domanda e dell’offerta, si presume che una minore offerta di lavoro generi salari più elevati, il che a sua volta dovrebbe provocare un aumento dell’inflazione. La storia, tuttavia, ci ha insegnato che questa non è la realtà", dichiara Anderl. "L’evidenza empirica mostra che, in passato, abbiamo avuto un solo periodo d’inflazione significativa, dagli anni '70 agli anni '80. La nuova forza lavoro ha rapidamente esteso la propria impronta economica creandosi una famiglia e acquistando tutto ciò che ne consegue: nuove case, elettrodomestici, automobili, etc. Questa impennata della domanda si è protratta nel tempo e ha causato non solo l’aumento del CPI ma, di conseguenza, anche dei rendimenti obbligazionari in tutto il mondo", aggiunge l'esperto.

 

"La maggior parte della recente crescita monetaria è il risultato diretto delle risposte politiche al Covid-19. La Cina è stata il primo paese in cui ha avuto inizio la pandemia e anche il primo ad uscirne, quindi la crescita monetaria lì si è normalizzata. In Europa la crescita dell’offerta di moneta M2 ha già raggiunto il picco e si prevede un ritorno alla normalità nei prossimi trimestri. Alla fine, crediamo che ciò avverrà anche per la crescita monetaria negli Stati Uniti", sottolinea Anderl che aggiunge "è chiaro che il QE non ha avuto successo nel creare CPI, soprattutto nell’ultimo decennio. Tuttavia, è stato molto efficace nella creazione di API. Ciò è principalmente dovuto al fatto che le banche centrali acquistano titoli obbligazionari da investitori che a loro volta acquistano attivi finanziari anziché utilizzare il danaro per spese in conto capitale o beni di consumo. Comunque, anche andando indietro di trent’anni e oltre rispetto all’ultimo decennio, la correlazione tra CPI e moneta in circolazione è sempre stata relativamente debole".

 

"Avendo ben poca scelta, se non quella di rimanere a casa durante la pandemia, le abitudini di spesa dei consumatori si sono spostate sugli acquisti online e ciò ha incrementato il consumo di beni, mentre il consumo di servizi è rimasto indietro. Con la riapertura delle economie ci aspettiamo che i modelli di consumo tornino alla normalità", dichiara Anderl. "Francamente, sembra che abbiamo dimenticato alcune buone vecchie lezioni: l’allocazione delle risorse da parte dei governi non può essere né desiderabile né efficiente quanto quella del settore privato. Affinché l’inflazione possa essere sostenuta, sono necessari sempre più stimoli ad un ritmo accelerato. Oltre a questo, i confronti su base annua diventeranno sempre più impegnativi d’ora in avanti. Anche se abbiamo certamente assistito ad un forte rialzo dell’inflazione, il perdurare di tale fenomeno resta tutt’altro che certo. L’evidenza storica suggerirebbe un ritorno a livelli più moderati dell’1-2% su scala globale", conclude l'esperto.

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