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Crescita record nel 2021. Le nuove previsioni

6/16/2021 | Daniele Riosa

Il team di economisti di Schroders ha rivisto al rialzo il PIL globale a +5,9% rispetto alle stime precedenti del 5,3%


“Secondo le nostre ultime previsioni, il 2021 sarà l’anno con la crescita più veloce del 21° secolo per l’economia globale”. Il team di economisti di Schroders ha infatti “rivisto al rialzo le previsioni per il Pil globale a +5,9%, rispetto alle nostre stime precedenti del 5,3%. Con il venir meno dei lockdown è il settore dei servizi, che comprende attività come ristoranti e hotel, a guidare la ripresa economica. Le economie sviluppate sono molto avanti nella ripresa rispetto ai mercati emergenti, grazie alla maggiore disponibilità di vaccini e al supporto pubblico”.

“Il 2021 - prevedono gli esperti - probabilmente vedrà anche un aumento dell’inflazione: ci aspettiamo che l’indice dei prezzi al consumo toccherà quota 2,9% quest’anno, in crescita rispetto alla nostra stima precedente del 2,6%. Ciò è dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi delle commodity e al rapido ritmo della ripresa, che ha creato una carenza di beni chiave come i chip per computer. Tuttavia, riteniamo che l’attuale impennata dell’inflazione sarà temporanea. Il dato headline negli USA ha raggiunto il 4,2% anno su anno ad aprile, il livello più alto dal 2008, ma dovrebbe rallentare. Riteniamo che la domanda che deriverà dalla ripresa possa essere assorbita dall’economia senza portare a un altro round di aumento dei prezzi in conseguenza alla crescita dei salari. L’inflazione tende a diminuire nelle fasi di ripresa economica: la produttività si rafforza, permettendo alle aziende di mantenere i prezzi su livelli competitivi e contenendo i picchi di inflazione”.

Venendo alle aspettative per il 2022 e il 2023 “l’inflazione potrebbe tornare a crescere a seguito della riapertura totale del settore dei servizi e del ritorno al lavoro per una fetta più ampia della popolazione. Secondo le nostre previsioni, l’inflazione headline tornerà attorno al 3% nei prossimi due/tre anni. L’inflazione potrebbe continuare a crescere nel 2023 e oltre, a meno che non verranno intraprese azioni per ridurre l’aumento della domanda dopo la fase di ripresa dalla pandemia. Ciò implica che le banche centrali dovranno considerare l’ipotesi di un atteggiamento più severo”.

Secondo gli analisti “la Fed concentra la sua azione su una vasta gamma di target, soprattutto l’occupazione. Tuttavia, il rischio è che vengano ignorati altri obiettivi, come inflazione stabile e stabilità finanziaria. La Fed si troverà a dover agire per garantire che la ripresa dell’inflazione a fine 2022 non sfugga di mano. Secondo le nostre stime, l’Istituto sta ora iniziando a intraprendere un’azione preventiva e ridurrà il ritmo degli acquisti nel quarto trimestre di quest’anno (la nostra previsione precedente segnalava tale cambiamento nel secondo trimestre del 2022). Sul fronte dei tassi di interesse, la Fed potrebbe riuscire a restare in disparte per ora, ma dovrà necessariamente agire il prossimo anno. Ci aspettiamo un rialzo dei tassi a fine 2022 (in precedenza atteso per il 2023). A livello globale, le pressioni sulla capacity causate dall’aumento della domanda sono minori rispetto agli USA, a causa di un rallentamento più profondo e di una ripresa più lenta”.

“Tuttavia – conclude il team di Schroders - altre economie non sono poi così distanti e gli investitori inizieranno a chiedersi quando ci sarà un’azione da parte dell’autorità anche nel Regno Unito e nell’Eurozona”.

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