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Mercati, parola d'ordine prudenza

7/1/2021 | Lorenza Roma

Secondo la view di Generali Investments, l'uscita di scena della politica sarà lenta, mentre la crescita economica rimarrà al di sopra del potenziale in tutto il secondo semestre 2021


Secondo le prospettive macro e di asset allocation di Generali Investements per il terzo trimestre 2021, aver raggiunto l’apice dello stimolo, fiscale e monetario, nonchè della crescita potrebbe sotto qualche aspetto spaventare. Non dobbiamo, tuttavia, esagerare. L’uscita di scena della politica sarà lenta, mentre la crescita economica rimarrà al di sopra del potenziale in tutto il secondo semestre 2021.

 

Le banche centrali, non ultima la Fed, stanno affrontando un nuovo dilemma: staccare la spina del supporto politico per prevenire il surriscaldamento o mantenere la politica accomodante più a lungo e rischiare di disancorare le aspettative di inflazione? Dopo un lungo periodo di inflazione al di sopra della media, il team di Generali Investments si aspetta che che la Fed rispetti il suo nuovo mandato di Average Inflation Target (AIT) e proceda con cautela. 

 

La nuova strategia di politica monetarie manca di chiarezza: di quanto è accettabile che l’inflazione superi il target? Per quanto tempo? A che punto si considererà raggiunto l’obiettivo di “crescita inclusiva” dell’occupazione? Questa mancanza di chiarezza può causare re-interpretazioni occasionali, come quella osservata dopo il FOMC di giugno, e periodi di volatilità.

 

La transizione dalla fase di "ripresa" a quella di "boom" di solito vede un appiattimento dei multipli azionari, mentre la forte crescita degli utili supporta le azioni (anche se in misura più ridotta); la curva dei rendimenti tende ad appiattirsi quando gli investitori iniziano a prezzare il "rialzo" del tasso di riferimento. Tuttavia, secondo Generali Investments, il passaggio verso tale appiattimento (bear flattening) sarà lento. Pertanto è prematuro seguire il livellamento della curva a seguito del FOMC di giugno. 

 

I fondamentali (specialmente gli utili), le valutazioni e la politica supportano ancora una posizione di Overweight nell’azionario, pur in ridimensionamento. Le azioni sono diventate più sensibili ai rendimenti reali in questo ciclo, e questa correlazione rappresenta una cattiva notizia per la diversificazione del portafoglio; ciò supporta un approccio più cauto a mano a mano che il "tapering" si avvicina. "Incrementiamo quindi la posizione di Overweight nella liquidità e ci orientiamo ad un Overweight azionario meno aggressivo, sia in termini di dimensioni che di settori o paesi: manteniamo una posizione lunga nel Value vs. Growth, preferiamo l’Europa, il Giappone e in misura minore i mercati emergenti rispetto agli Stati Uniti, ma ridimensioniamo i titoli Ciclici vs. i Difensivi", sottolineano gli esperti che aggiungono "ci piace ancora il credito come carry trade, con rischi di coda inferiori rispetto alle azioni, dati i fondamentali in miglioramento (rating, default, supporto CSPP in corso): consigliamo di essere lunghi su titoli ibridi, AT1, BB e BBB. Vediamo un ulteriore rialzo per i rendimenti nominali delle obbligazioni, anche in Europa e manteniamo una posizione di Underweight nei titoli di stato. Ci posizioniamo per un ulteriore irripidimento della curva, in particolare nell’area euro, dove il rialzo del tasso di policy è ancora una minaccia molto lontana".

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