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Cina: azionario in crescita, ma attenzione alla volatilità

7/13/2021 | Redazione Advisor

Mumford (GAM): “Il tapering è iniziato prima di altre regioni, spinto dalla normalizzazione delle condizioni economiche e dalla necessità di tenere sotto controllo la leva finanziaria”


“Il mercato azionario cinese è stato frenato da una serie di fattori negativi marginali ma restiamo fiduciosi nelle nostre aspettative di rendimento positivo per l'intero anno, sostenute principalmente da una forte crescita del PIL e degli utili”. Rob Mumford, portfolio manager nel team emerging markets equity di GAM Investments, spiega che “contestualmente, la volatilità delle azioni sta fornendo quelli che consideriamo punti di ingresso interessanti in settori e società specifiche, in particolare rispetto ai mercati internazionali”.

“Il tapering – sottolinea il gestore - è iniziato prima di altre regioni, spinto dalla normalizzazione delle condizioni economiche e dalla necessità di tenere sotto controllo la leva finanziaria. La stabilizzazione degli aggregati monetari e fiscali genererà un impulso politico negativo; anche se questo costituisce un vento contrario marginale, non dovrebbe impedire di generare una crescita del PIL ai vertici mondiali alla Cina, che forse ha un ulteriore vantaggio, visti i vari piani di stimolo degli Stati Uniti. Le recenti revisioni del PIL sono state al rialzo e anche se le principali piattaforme internet hanno visto revisioni al ribasso degli utili, questi hanno avuto una tendenza positiva al di fuori di questo settore. Le autorità hanno chiarito che la politica rimarrà flessibile, mirata e anticiclica. Queste intenzioni possono funzionare in entrambi i sensi e con una ripresa ‘irregolare’ in corso non saremmo sorpresi di vedere mosse selettive di allentamento, tra cui un potenziale taglio del tasso di prestito principale, un taglio dei requisiti di riserva e un'emissione accelerata di green bond se la crescita inizia a calare”.

Il gestore spiega che “anche se abbiamo una visione positiva a lungo termine, vediamo tre ostacoli a breve termine sulle grandi piattaforme internet sotto esame. In primo luogo, il nuovo quadro normativo in ambito di antitrust resta una fonte di incertezza, in particolare nelle aree della separazione delle linee di business e della raccolta dei dati dei clienti. Non abbiamo visibilità circa un chiarimento sui vari fattori in gioco nel breve termine; quindi le restrizioni, le indicazioni e le multe imposte finora non possono essere considerate con certezza come la chiusura della partita. In secondo luogo, la maggior parte delle grandi piattaforme ha dichiarato l'intenzione di impegnarsi in un ciclo di investimenti accelerato che sta portando a significativi declassamenti degli utili in un momento in cui i confronti anno su anno con una base fortemente impattata dal Covid-19 sarebbero stati una sfida. Infine, anche se pensiamo che i tassi nominali e reali nazionali rimarranno probabilmente stabili, vediamo un rischio al rialzo per i trend dei tassi USA, in particolare nella seconda metà del 2021, il che potrebbe anche essere negativo per le azioni a lunga duration, compresi alcuni di questi grandi nomi di piattaforme con valutazioni elevate. Al contrario, al di fuori di queste piattaforme c'è un'esposizione al retail sia online che offline che troviamo interessante”.

“La promozione di un consumo di alta qualità - continua l’analista - è l'obiettivo politico primario del nuovo piano quinquennale cinese, sebbene la base di confronto (al di fuori del puro retail online) sia pur molto più semplice. Anche nello spazio online un certo numero di nomi ha subito significativi drawdown a marzo, a causa dell'evento di liquidazione di un grande family office con sede negli Stati Uniti, il che sta presentando punti di ingresso con valutazioni interessanti. La riforma dell'offerta si è estesa oltre i nomi di Internet per includere le aree di deep value del mercato. In quanto leva politica cruciale, l’immobiliare è un settore sotto il mirino delle autorità a partire dal quarto trimestre del 2020, mentre la riforma delle assicurazioni è in corso dal 2018. In entrambi i casi vediamo le riforme come positive a lungo termine, in particolare per gli operatori più grandi e ben finanziati, quelli pronti a una ripresa ciclica e i nomi sottovalutati dagli investitori a causa delle condizioni di mercato dello scorso anno, dove ha prevalso il growth”. 

“Questi settori – conclude Mumford - rientrano nella categoria deep value e, in alcuni casi, sono scambiati al di sotto delle valutazioni della crisi finanziaria globale. Nel 2020 abbiamo visto l’uso di vari framework per trattare con società note in difficoltà e se una revisione dei conti rivelasse una posizione più difficile, ci aspetteremmo che questa situazione venisse gestita in modo simile senza causare uno stress sistemico. Pertanto, vediamo la recente debolezza delle azioni sensibili al credito connesse a questo tema come un'opportunità, con settori come quello assicurativo e immobiliare che scambiano in un territorio di deep value”.

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