La BCE non rinnoverà il proprio divieto di erogare dividendi (in scadenza a fine settembre) e il settore bancario europeo può finalmente far festa.

“La decisione è conseguenza del miglioramento delle stime macroeconomiche che confermano la ripresa in corso e che aumentano la visibilità sulla posizione di capitale delle banche - spiega il morning report di oggi di Equita - La BCE continuerà a chiedere alle banche di adottare un atteggiamento prudente in merito al pagamento dei dividendi e dei buyback e avvierà interlocuzioni con i singoli istituti per valutare i piani patrimoniali e di distribuzione dei dividendi di ciascuna banca”.

 

La mossa della BCE, quindi, è importante soprattutto per due motivi. Innanzitutto perché certifica come l’economia dell’Eurozona sia in moto e il sistema bancario solido, poi perché il denaro che finirà nelle tasche degli azionisti, pronto per essere reinvestito, non sarà poco. Si parla infatti di 20 miliardi di euro per quest’anno e di altri 60 miliardi (secondo Bank of America) per il 2022.

Certo, la BCE continuerà a monitorare la situazione di ogni istituto bancario, ma per il risparmio gestito, che non presenta grossi problemi in tema di ratio patrimoniali alla luce del proprio modello di business, non dovrebbero sorgere difficoltà.

 

“È una notizia positiva per gli azionisti degli asset gatherer (ben capitalizzati e con basso rischio di credito), a nostro avviso, anche se atteso dal mercato - commentano da Intesa Sanpaolo Research Department nel Daily Note odierno - L’Assemblea di Banca Generali ha già approvato un dividendo di 3,3 euro per azione (corrispondente a un rendimento del 9,5% ai prezzi attuali dell'azione) - di cui 2,7 euro per azione da pagare nel periodo 15 ottobre-31 dicembre 2021 e 0,6 euro per azione tra il 15 gennaio e il 21 marzo 2022.

L’Assemblea di Banca Mediolanum aveva approvato un dividendo di 0,78 euro per azione (rendimento ancora superiore al 9%, dopo la quota di 0,0267 euro già pagata in maggio)”.

Banca Generali e Banca Mediolanum avevano un CET1 ratio del 17,1% e 20,4% (calcolato al netto delle proposte di dividendo), rispettivamente, a fine 2020.

 

“Finecobank, che aveva un CET1 ratio del 28,6% a dicembre 2020 e del 26,5% a marzo 2021, non ha avanzato alcuna proposta di dividendo, ma il management ha sempre espresso la volontà di restituire il capitale in eccesso agli azionisti alla prima finestra temporale disponibile” aggiungono da Intesa SanPaolo Research Department.

 

“Riteniamo che Banca Mediolanum (giudizio: Accumulate) e Banca Generali (giudizio: Neutral) hanno un rendimento da dividendo rispettivamente di circa il 15% e il 13% a un anno – si fa notare nell’Italian morning Sight di oggi di Banca Akros - Hanno una solida posizione di capitale per distribuire dividendi e saranno i maggiori beneficiari della della decisione della BCE”.

 

“La decisione della BCE, conferma la nostra view sul settore, secondo cui sarà importante focalizzarsi su nomi di qualità, con buona redditività e solida posizione patrimoniale e in grado di offrire remunerazioni interessanti agli azionisti - concludono da Equita - In particolare, i principali soggetti che hanno annunciato il pagamento di voler procedere al pagamento di dividendi non appena rimosso il ban del regolatore sono: Intesa SanPaolo (yield potenziale superiore al 6%), Mediobanca (oltre il 6%), Bff Bank (yield dell’11,5%), Banca Mediolanum (yield al 9,2%) e Banca Generali, con uno yield al 7,8 per cento”.