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Cina, l'impatto dell'inasprimento delle normative

7/30/2021 | Redazione Advisor

Gli investitori non possono prevedere quanto durerà l'attuale fase di inasprimento. L'incertezza comporta una crescita strutturale del premio al rischio, in parte già scontata. La view di Candriam


"Il quadro normativo in Cina si è fatto più restrittivo da quando l'IPO di ANT Group è stata ritirata sul finire dello scorso anno. Dopo la sanzione comminata a Didi Chuxing a fine giugno per le presunte violazioni della legge anti-monopolio cinese, è ora la volta del settore dell’educazione, colpito anch'esso da una nuova normativa nell’ambito del tutoring nel doposcuola (AST)." E' quanto emerge dall'analisi di Thibaut Dorlet, cfa, senior fund manager di Candriam.

 

La nuova normativa prevede: il passaggio a no-profit delle società e delle istituzioni che insegnano curriculum scolastici; limitazioni al coinvolgimento di capitale straniero, ivi compresi offerte pubbliche di acquisto (IPO), franchising e VIE (variable interest entity); l'applicazione di tutte queste norme (incluso il divieto di svolgere attività di AST durante le vacanze e nei finesettimana) non solo con  gli alunni delle scuole primarie e medie (G1-9), ma anche con gli studenti delle scuole superiori (G10-12).

 

Alla diffusione di queste notizie, che riguardano un settore che muove circa 120 miliardi di dollari, le tre maggiori società cinesi del settore dell’istruzione hanno fatto registrare una correzione importante (-79% il 21 luglio); i titoli offshore cinesi sono scesi di oltre il 13%, mentre le società onshore hanno chiuso con una performance comunque negativa (-4%). Alla luce delle ultime perdite, la valutazione delle società tech cinesi è crollata, toccando un rapporto forward P/E di 25,5, pari a uno sconto netto del 18% rispetto alle omologhe statunitensi, ben al di sotto della media decennale.

 

"Alla fine di giugno, contemporaneamente, le autorità hanno iniziato ad allentare le condizioni finanziarie nell'intento di offrire sostegno alle attività economiche. Gli investitori, tuttavia, non possono prevedere quanto durerà l'attuale fase di inasprimento normativo, né quali settori e società potrebbero risentirne. Questa incertezza comporta una crescita strutturale del premio al rischio, in parte già scontata", ha sottolineato Dorlet. "Ma non tutti i titoli risentono dell'inasprimento in pari misura. Mantenere un certo livello di concorrenza, ad esempio, può promuovere ricerca, sviluppo e crescita. In conclusione, nonostante le prospettive a breve termine sul mercato cinese siano a nostro parere più incerte, l'evoluzione sul lungo termine potrebbe comunque rivelarsi positiva", ha aggiunto il manager.

 

"Qualora il finanziamento delle società tech attraverso la quotazione sulle borse estere dovesse diventare un'eccezione dopo le recenti decisioni, questi cambiamenti strutturali dovrebbero sostenere gli investimenti locali, a vantaggio dei titoli onshore. Inoltre, limitando il potere delle grandi aziende tech, la Cina sta dando alle piccole imprese l'opportunità di emergere e alimentare la crescita economica. Per questo motivo, manteniamo per il momento l'esposizione ai titoli azionari cinesi nazionali e rimaniamo cauti sulle società offshore. Continuiamo a monitorare il settore tecnologico cinese che ha subito un massiccio declassamento, ma restiamo in attesa finché non avremo maggiori informazioni", ha concluso Dorlet.

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