Tempo di lettura: 3min

Ripresa a rischio, quattro fattori la frenano

8/3/2021 | Daniele Riosa

Secondo la view d’investimento ‘The globe’ di Eurizon AM questi elementi formano “un intreccio che nell’immediato comporta un certo grado di incertezza, ma infine si dovrebbe risolvere in modo positivo”


“I tassi obbligazionari a lunga scadenza di USA e Germania sono scesi in modo significativo rispetto ai massimi di pochi mesi fa, suscitando negli investitori interrogativi sulla solidità della ripresa economica”. Secondo la view d’investimento ‘The globe’ di Eurizon Asset Management, sono almeno quattro gli elementi che stanno agendo da freno la ripresa del contagio da Coronavirus, il taglio di potere d’acquisto causato dall’inflazione, la restrizione cinese e l’ipotesi di una Fed meno accomodante”.

“È un intreccio – spiegano gli esperti - che nell’immediato comporta un certo grado di incertezza, ma infine si dovrebbe risolvere in modo positivo. Se l’accelerazione del contagio avrà un basso impatto sui sistemi sanitari, o se si scioglieranno i colli di bottiglia che generano inflazione, un atteggiamento meno accomodante della Fed potrebbe essere ben tollerato. Al contrario, a fronte di segnali di rallentamento economico, magari perché si fermano le riaperture, la Fed sarebbe chiamata a rimandare la riduzione degli stimoli e la Cina potrebbe allentare le condizioni di credito. Questi i principali nodi dello scenario che si dovranno sciogliere nei prossimi mesi, tra l’estate e l’autunno”.

Passando alla view d’investimento, gli economisti di Eurizon sottolineano che "la risalita dei contagi, contrapposta alle intenzioni della Federal Reserve di iniziare la riduzione dello stimolo monetario, può rappresentare un elemento di incertezza. Si riduce l’esposizione al rischio dei portafogli, con posizionamenti neutrali sulle principali attività, incrementando lo yen (difensivo) e il dollaro. Si conferma il sottopeso di duration per USA e Germania".

Per gli analisti “sono in azione quattro fattori restrittivi, a due a due incompatibili tra loro. O la variante Delta e l’inflazione deflazionistica piegheranno la testa, oppure la Fed e la Cina dovranno cambiare i loro piani. Questo l’intreccio che l’estate e l’autunno 2021 dovranno sciogliere. La nuova accelerazione del contagio nei Paesi che hanno già vaccinato larga parte della popolazione ha il potenziale di (media gg a 7 gg) rallentare le riaperture e frenare il recupero macro. Da questo punto di vista è interessante l’esperimento ‘variante Uk’ dove si è scelta la strada della riapertura totale, contando sul fatto che le fasce di popolazione più a rischio sono coperte dal vaccino. Se l’esperimento avrà successo, questo elemento di incertezza potrà essere archiviato e le riaperture potranno proseguire. In caso contrario no”.

Gli economisti rilevano che “la risalita dell’inflazione, soprattutto in USA, è determinata da colli di bottiglia in alcuni settori dell’economia e non è accompagnata da un corrispondete aumento dei salari, quindi agisce come una tassa sui consumatori. Questo elemento di freno potrebbe perdurare per qualche tempo, fino a quando le riaperture all’interno dei Paesi, e dei Paesi tra di loro, non saranno in larga parte completate”.

La Federal Reserve “ha dichiarato l’intenzione di anticipare il rialzo dei tassi dal 2024 al 2023 e ha aperto il dibattito al suo interno sulla riduzione dello stimolo quantitativo (tapering) ad inizio 2022. Al momento le intenzioni della Fed (i DOTs) e le attese del mercato (futures sui Fed Funds) sono allineate. Ma se ad un certo punto i timori per la sostenibilità della crescita economica dovessero aumentare, i piani della Fed sarebbero con ogni probabilità giudicati inappropriati dai mercati in un contesto globale ancora piuttosto fragile”.

“Le autorità economiche cinesi - concludono i gestori di Eurizon Asset Management - hanno operato una costante restrizione delle condizioni di credito negli ultimi mesi, per evitare un surriscaldamento della loro economia, che si è infatti portata su un sentiero di rallentamento. Ultimamente sono state adottare misure di contenimento della restrizione (taglio della riserva obbligatoria per le banche), ma ancora in modo insufficiente per rassicurare sulla forza della crescita cinese”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?