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Azionario, alla ricerca della qualità

8/12/2021 | Redazione Advisor

La correzione recente del segmento value, che si è concentrata sui titoli di bassa qualità, fa pensare che azioni di qualità superiore potrebbero ancora beneficiare di fattori di supporto. La view di ClearBridge Investments


Nella prima metà dell’anno la crescita dei mercati azionari statunitensi è stata superiore al dieci percento, e la ripresa è proseguita con forza dopo il mercato ribassista determinato dal Covid-19 all’inizio del 2020. Nel secondo trimestre sono tornati alla ribalta i titoli growth, ma con le riaperture progressive dell’economia quelli value hanno mantenuto il vantaggio di performance di cui avevano goduto dall’inizio dell’anno. Scott Glasser, chief investment officer, ClearBridge, espone le sue aspettative su cosa riserva il futuro per le azioni.

 

Secondo lo strategist fattori interni del mercato, quali ad esempio l’ampiezza del mercato azionario, stanno portando alla luce divergenze di minore portata, ma il segnale generale del mercato è ancora sano. “Nei prossimi sei-nove mesi si può prevedere un aumento della volatilità, considerando che gli investitori dovranno riflettere sulla durata dello stimolo fiscale, il tapering e l’inflazione, nonché sulla forza della crescita degli utili e dell’economia. Siamo convinti che in un contesto di aumenti dei tassi sia possibile mantenere titoli sia growth che value, fintanto che le società partecipate realizzano la crescita prevista. L’elemento più importante da considerare a questo punto è un passaggio da titoli di qualità inferiore a titoli di qualità superiore” osserva Glasser.

 

In tale contesto quali sono le preoccupazioni principali entrando nella seconda metà di quest’anno? I dati relativi alla revisione degli utili corporate sono piuttosto positivi, per cui le società stanno andando molto bene. La domanda riguarda in quale proporzione debbano imputare le spese nel conto economico, se stanno pagando di più per un aumento della manodopera o per l’inflazione. Glasser rtiene che l’incognita sia sostanzialmente questa. “Secondo me la crescita sarà più durevole di quanto non si presuma. In parte ha a che vedere con il fatto che la ripresa non è omogenea a livello globale. Mentre ci concentriamo sempre sulle cifre dell’economia interna, il quadro globale è piuttosto eterogeneo, a causa della pandemia e delle differenze tra le reazioni dei paesi e i tassi delle vaccinazioni.  È per questo motivo che la ripresa globale non ha ancora dispiegato tutta la sua forza. Ritengo pertanto che ciò sostenga la crescita, oltre la ripresa iniziale a cui stiamo assistendo negli Stati Uniti”.

 

“L’altro fattore” conclude Glasser, “è che nel sistema vi sono molte strozzature. Dal punto di vista manifatturiero, le società facevano affidamento su componenti provenienti da fuori dagli Stati Uniti, e al momento hanno difficoltà di approvvigionamento, oppure non possono assumere rapidamente nuovo personale o non hanno potuto avere abbastanza tempestivamente i materiali grezzi necessari per una produzione che soddisfi la domanda, e ciò ha creato vari strozzamenti.  Questi a loro volta hanno provocato una certa inflazione, e rallentato il ritmo della ripresa. Il rallentamento provoca presumibilmente un prolungamento dei tempi.”

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