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I bond societari continuano ad offrire opportunità di carry

9/29/2021 | Daniele Riosa

Gli analisti di J.P. Morgan AM privilegiano “gli attivi di rischio quali i titoli high yield statunitensi ed europei, i titoli di credito cartolarizzati non emessi da agenzie, i prestiti con leva e il capitale bancario”


“Malgrado la decelerazione congiunturale, le prospettive dei fondamentali continuano a essere positive per il quarto trimestre”. Come rileva il team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management, “i bilanci delle società statunitensi rimangono solidi: gli utili del secondo trimestre hanno sorpreso al rialzo salendo di oltre il 10% e l’indebitamento finanziario netto delle aziende statunitensi con rating investment grade è ora ai minimi rispetto ai livelli di dicembre 2018. Se le stime di consenso sugli utili del 2021 si rivelano corrette, il grado di indebitamento potrebbe scendere al livello più basso dal 2015, rafforzando ulteriormente i bilanci”. 

“Oltre che dalla solidità degli utili - sottolineano gli analisti - il quadro fondamentale è anche sostenuto dall’iniezione apparentemente illimitata di liquidità da parte delle Banche Centrali. Tuttavia, i rischi sono aumentati con la diffusione della variante Delta, i persistenti colli di bottiglia delle filiere produttive e la recente volatilità sui mercati cinesi, tutti fattori che possono creare un percorso ad ostacoli. Per il momento pensiamo che questi rischi siano temporanei. I vaccini hanno continuato a mitigare l’impatto della pandemia da Covid-19 con tassi di ospedalizzazione e di mortalità relativamente bassi malgrado l’aumento dei contagi. Con la riapertura delle economie, i vincoli dal lato dell’offerta appaiono come disallineamenti temporali anziché problemi strutturali a lungo termine. E sebbene il crollo di Evergrande abbia provocato incertezze, finora l’impatto complessivo sul mercato obbligazionario è stato relativamente contenuto in quanto gli investitori sono riusciti a fare distinzioni all’interno del settore immobiliare cinese. Secondo il nostro scenario di base, Evergrande non rappresenta un rischio sistemico, né per l’economia cinese né per quella globale”.

Gli economisti ricordano che “da inizio anno, la compressione degli spread è stata uno dei principali fattori di redditività nel mercato high yield: al 21 settembre i differenziali di rendimento dei titoli globali ad alto rendimento si sono ristretti di 35 punti base (pb). Sia gli spread statunitensi (318 pb) che quelli europei (292 pb) sono vicini ai minimi quinquennali. Nel mercato high yield anche i rendimenti da inizio mese sono stati buoni: al 17 settembre i titoli statunitensi hanno reso lo 0,68% e quelli europei lo 0,66%. Questo scenario di carry interessante non si limita solo ai titoli high yield: anche il capitale bancario subordinato, ad esempio le obbligazioni convertibili contingenti europee (CoCo), hanno conseguito buoni risultati. Gli ultimi stress test condotti nell’Unione Europea sono stati incoraggianti per gli istituti di credito della regione i cui risultati sono stati positivi anche negli scenari sottoposti ai test più rigorosi. Di conseguenza, quest’anno le obbligazioni bancarie subordinate europee hanno archiviato una delle migliori performance, rendendo il 4,40% da inizio anno. Al momento, gli spread sui CoCo europei si collocano a 357 pb e potrebbero offrire un’interessante opportunità visto che la distanza rispetto ai minimi quinquennali è ancora di 93 pb e che un’ulteriore compressione degli spread non è esclusa. Dati al 21 settembre 2021”.

“Il quadro tecnico del segmento high yield - proseguono i gestori - continua a essere sostenuto dal profilo di duration relativamente breve dell’asset class e dalla costante ricerca di rendimento positivo e di duration minore, soprattutto da parte degli investitori istituzionali e senza vincoli. A settembre, l’offerta più debole del previsto registrata finora ha ulteriormente accentuato il profilo di redditività del segmento high yield. Questo mese, per l’high yield europeo ci si aspettava un’offerta lorda compresa tra EUR 20 e 25 miliardi, ma a tutt’oggi sono state collocate emissioni solo per EUR 4 miliardi. Lo stesso vale per gli Stati Uniti, dove l’offerta da inizio mese è ammontata solo a USD 19 miliardi contro i 50 attesi. Riteniamo che l’offerta aumenterà negli ultimi mesi dell’anno, il che potrebbe offrire un’opportunità di acquisto qualora gli spread si ampliassero. Dati al 21 settembre 2021”.

Che cosa significa per gli investitori obbligazionari? “Nella nostra ultima riunione trimestrale sugli investimenti - rispondono gli esperti - abbiamo abbassato dal 90% all’80% la probabilità di ‘crescita superiore al trend’. È ormai evidente che le preoccupazioni per la variante Delta, i colli di bottiglia delle filiere produttive e le riforme normative cinesi hanno fatto rallentare la dinamica di crescita globale. Tuttavia, riteniamo che questi rischi siano temporanei e prevediamo un contesto di crescita ancora positivo, anche se non così vigoroso come a inizio anno”

“Con gli spread che si avvicinano ai recenti minimi – conclude il team di J.P. Morgan AM - siamo in un contesto in cui è necessario guardare al carry e di conseguenza privilegiamo gli attivi di rischio quali i titoli high yield statunitensi ed europei, i titoli di credito cartolarizzati non emessi da agenzie, i prestiti con leva e il capitale bancario”.

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