Tempo di lettura: 2min
10/14/2021 | Redazione Advisor
Aviva Investors, la divisione globale di asset management di Aviva Plc (‘Aviva’), prevede una solida ripresa globale nell’ultima parte del 2021 e per tutto il prossimo anno, anche se la crescita sarà interessata da un rallentamento progressivo. Inoltre, i rischi connessi ad essa sono ora giudicati equilibrati, in gran parte a causa di timori al ribasso in Cina e di alcune frizioni legate alle riaperture. La crescita globale dovrebbe attestarsi al 6,5% quest'anno e al 4,5% nel 2022. L'inflazione è cresciuta più rapidamente del previsto, in parte a causa di fattori quali i prezzi del comparto energetico, ma in parte perché l'offerta ha lottato per restare al passo con una domanda in rapida ascesa. Tuttavia, ci si aspetta che gran parte di questo fenomeno sia transitorio, posizione condivisa dalla maggior parte delle Banche Centrali dei Paesi sviluppati.
Di conseguenza, si prevede che gli istituti non aumenteranno i tassi di interesse per un po' di tempo. Rispetto a tre mesi fa, i rischi di un'inflazione al rialzo sono leggermente maggiori, ma si prevede un calo nel 2022. Più alto sarà il picco dell'inflazione e più a lungo persisterà, maggiore sarà il pericolo che essa si radichi nelle menti delle imprese, delle famiglie e dei governi. Se dovesse alimentare in modo significativo il mercato del lavoro, sotto forma di richieste salariali più elevate, le autorità monetarie potrebbero adottare una politica più aggressiva. Man mano che i timori legati al COVID si attenuano, il sostegno fiscale diminuirà di conseguenza, ma la politica fiscale non dovrebbe subire una stretta significativa in molti Paesi.
Michael Grady, head of investment strategy e chief economist at Aviva Investors, ha spiegato che "il nostro outlook costruttivo per la crescita implica che l’asset allocation rimanga ampiamente a favore del rischio, pertanto continuiamo a sovrappesare moderatamente l’azionario globale. Tuttavia, abbiamo ridimensionato marginalmente questa posizione a causa di alcuni ritardi della crescita che potrebbero avere un impatto sulle vendite e sui margini. Abbiamo inoltre optato per un’esposizione in settori più difensivi come l'healthcare, abbinandoli ai comparti ciclici tradizionali come l'energia e gli industriali”.
"Rimaniamo anche leggermente sottopesati in termini di duration, ridimensionando però questa posizione a causa della distribuzione più equilibrata dei rischi relativi alla crescita globale. Gli spread relativamente stretti ci fanno valutare il credito corporate meno attraente rispetto all'azionario". conclude Grady.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie