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Gestori, inflazione e Cina iniziano a fare paura

10/19/2021

L’ultima edizione della Global Fund Manager Survey di Bank of America è la meno rialzista da ottobre 2020. Crollano le allocazioni sull’obbligazionario e aumenta la liquidità nei portafogli


A ottobre le allocazioni degli investitori professionali sui mercati obbligazionari sono scese al livello più basso mai registrato nel mese, mentre di converso la componente di liquidità nei portafogli è salita al livello più alto degli ultimi 12 mesi, poiché le aspettative per la crescita globale sono più fosche e crescono invece le preoccupazioni che l’aumento dell’inflazione possa essere più permanente. Sono alcune delle principali evidenze emerse nell’ultima Global Fund Manager Survey di Bank of America, sondaggio mensile che ha interpellato 430 investitori professionali complessivamente gestiscono asset per 1,3 trilioni di dollari, e che sulla base delle risposte è stato descritto dalla casa d’investimento come il meno rialzista da ottobre 2020.

 

BofA ha dichiarato che gli investitori interpellati sono al momento molto sovrappesati sugli asset legati all'inflazione (come le materie prime e le banche) rispetto alla media storica, ma allo stesso tempo sono molto sottopesati sugli asset che sono vulnerabili agli aumenti dei tassi di interesse (come i bond, i mercati emergenti, le utilities). In tale contesto infatti i fund manager hanno ridotto l'allocazione obbligazionaria globale netta al -80%, il livello più basso mai registrato nell'indagine, poiché le preoccupazioni per l'inflazione hanno continuato ad aumentare le aspettative di rialzo dei tassi. La percentuale di liquidità è invece salita ai massimi da un anno e si attesta al 4,7%, rispetto al 4,3% del mese di settembre.

 

Per quanto riguarda l’outlook sulla futura politica monetaria, gli investitori professionali si attendono un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve per il 2022, mentre le aspettative per l'entità dello stimolo fiscale degli Stati Uniti sono scese da 1,9 a 1,7 trilioni di dollari. Di conseguenza è anche aumentata la percentuale di investitori che si aspettano un rafforzamento del dollaro USA, che secondo i gestori è destinato a raggiungere i livelli più alti da giugno 2018.

 

Per il quinto mese consecutivo, i gestori di fondi hanno identificato l'inflazione come il più grande rischio di coda per i mercati, con il 48% degli intervistati che lo cita, seguito dalla Cina, mentre il divario tra coloro che pensano che l'inflazione sia transitoria - il 69% degli investitori - e coloro che pensano sia permanente - il 38% degli investitori - ha continuato a ridursi.

 

Infine cala del 6% la a percentuale netta di intervistati che si si aspetta un'economia più forte, il livello più basso da marzo 2020 e in calo rispetto al picco del 91% nel marzo 2021.

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