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Materie prime energetiche, i prezzi rimarranno alti

10/22/2021 | Daniele Riosa

Antonio Anniballe (GAM): “In questo contesto, e nel momento in cui inizia la stagione invernale, è difficile pensare ad un’inversione di tendenza”


“La retorica sulle strozzature dell’offerta e sul ritorno dell’inflazione porta rinnovato interesse sulle società dell’energia”. Antonio Anniballe, gestore del team multi asset Italia di GAM (Italia) SGR, esamina fondamentali e prospettive di medio termine per il settore.

Il manager ricorda che “il prezzo del petrolio ha proseguito la propria corsa al rialzo negli ultimi mesi. Il tema dell’approvvigionamento energetico è diventato chiaramente il leit motiv di questa parte dell’anno, in un frangente post pandemico in cui la domanda è già tornata ai livelli pre-crisi, grazie anche alle politiche monetarie e fiscali di supporto attuate da Banche Centrali e governi e l’offerta continua a confrontarsi con numerosi colli di bottiglia. Quando si mette in discussione il concetto di ‘inflazione transitoria’, frettolosamente uscita dai verbali e dalle dichiarazioni di matrice Fed, i prezzi dell’energia costituiscono senz’altro il punto più dolente. Lo dimostrano le ultime mosse e dichiarazioni delle autorità globali: di recente gli Stati Uniti hanno richiamato l’OPEC+ a raggiungere un accordo su un aumento più incisivo dell’offerta di petrolio finalizzato a calmierare i prezzi; allo stesso modo la questione della fornitura di gas naturale continua a giocare un ruolo determinante nei rapporti Europa-Russia. In questo contesto, e nel momento in cui inizia la stagione invernale, è difficile pensare ad un’inversione di tendenza: è al contrario probabile che gli squilibri di domanda e offerta continueranno a dominare la scena e a tenere alti i prezzi delle materie prime energetiche”.

“La salita dei prezzi dell’energia - argomenta l’analista - ha ovviamente accelerato la crescita di mercato delle società produttrici: dopo anni di rendimenti deludenti, da inizio anno il recupero di redditività ha fruttato una performance dell’indice S&P500 Energy del 59% (dati al 20 ottobre). Nelle ultime settimane, i riflettori sull’inflazione hanno ulteriormente favorito il comparto, salito in trenta giorni del 23%. Anche a fronte di questi numeri, a nostro avviso l’outlook per il settore rimane positivo, in considerazione di utili che continuano a essere rivisti al rialzo (+13% il comparto dell’energia USA nel solo ultimo mese) e di valutazioni che rimangono in linea con la media storica degli ultimi 15 anni e a sconto rispetto al mercato nel suo complesso”.

“Proprio questo rinnovato interesse – rileva l’economista - è però l’aspetto che andrà tenuto sotto attento scrutinio. Per adesso il tema dell’energia non rappresenta ancora una costante nei portafogli globali e i flussi in ingresso rappresentano per lo più la chiusura di short o sottopesi. Il posizionamento è quindi ancora ben lontano dal costituire un campanello d’allarme. Tuttavia, possiamo immaginare che la fine dell’inverno, il potenziale rallentamento dell’economia e gli investimenti in nuova capacità produttiva, riequilibreranno le attuali dinamiche di domanda e offerta, portando a fasi di fisiologico consolidamento o correzione dei prezzi”.

“In questo senso – conclude Anniballe - eventuali eccessi di ottimismo formatisi nel frattempo potrebbero costituire elementi di grande vulnerabilità per la performance del settore”.

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