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Criptovalute, cresce la popolarità tra gli investitori italiani

10/27/2021

Un investitore italiano su cinque, tra coloro che si avvalgono di consulenza, cerca d’investire su criptovalute in modo indipendente. Il sondaggio di WisdomTree


Aumenta la popolarità delle criptovalute presso gli investitori italiani, secondo i quali Bitcoin & Co. possono essere utilizzati nei portafogli come asset non correlati in un’ottica di diversificazione. Inoltre, più di nove consulenti italiani su dieci (il 94%) hanno parlato con i propri clienti degli investimenti in criptovalute e un quinto dei clienti (il 21%) è disposto a puntare su questa asset class investendo al di fuori del rapporto di consulenza.  E’ quanto emerge da un sondaggio commissionato da WisdomTree a CoreData Research, che ha coinvolto 600 investitori professionali provenienti da tutta Europa, dalle società di consulenza finanziaria wholesale ai gestori patrimoniali, ai family office. Gli investitori interpellati gestiscono un volume di masse che ammonta a circa 400 miliardi di euro.

 

Sebbene il quadro normativo crei sicuramente un contesto pieno di sfide per i consulenti finanziari italiani e i loro clienti, l’indagine rileva che al momento la regolamentazione, pur essendo tra i fattori considerati come ostacolo, non è considerata la barriera maggiore all’allocazione su quest’asset class. Il 32% dei consulenti italiani ha affermato che è la mancanza di valore intrinseco il motivo più comune per cui ha deciso di non investire su criptovalute a titolo professionale. Per i consulenti finanziari italiani, altre due barriere più comuni sono appunto l’assenza di regolamentazione (30%) e la volatilità (28%), entrambe ritenute un grosso freno all’allocazione del capitale sugli asset digitali.

 

Negli ultimi anni, è cresciuta la consapevolezza riguardo le valute digitali e gli investimenti verso questa nuova asset class. Ad esempio, il 16% dei consulenti italiani ritiene che le criptovalute possano essere impiegate come copertura contro le perturbazioni del sistema finanziario globale e quasi la metà (47%) dei consulenti italiani ritiene adeguata un’allocazione su criptovalute nell’ordine dell’1-2%.

 

 “Le criptovalute sono una asset class giovane e possono assolvere a ruoli diversi in portafogli diversi”- ha commentato Jason Guthrie, head of digital assets, Europe di WisdomTree, - “Categorizzare tutti gli asset allo stesso modo è limitante, in quanto così facendo si tralasciano le specificità e le diverse possibili modalità di impiego all’interno di un portafoglio delle singole valute: ad esempio, le monete mega cap come bitcoin ed ether sono molto diverse dalla vasta gamma di altcoin disponibili sul mercato. Nonostante la volatilità a cui abbiamo assistito quest’anno, la domanda di asset digitali non è diminuita e i consulenti devono essere un passo avanti per garantire che i portafogli dei clienti siano gestiti in modo efficace e che i rischi legati all’investimento vengano ridotti al minimo”.

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