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Valle (Generali IP): le prospettive sui titoli italiani sono positive

11/15/2021 | Marcella Persola

Così sottolinea l'head of fixed income della società e gestore dei comparti Generali Investments SICAV (GIS) Euro Bond, GIS Euro Bond 1-3 Years e GIS Euro Aggregate.


Le banche centrali continuano ad attenersi alla visione di un'inflazione solo transitoriamente più elevata, ma i mercati si interrogano se i tassi a lungo termine potrebbero essere ancora più alti del previsto. Che impatto genera tale scenario sui titoli governativi europei ed italiani? Ne parliamo con Mauro Valle (nella foto) head of fixed income di Generali Investments Partners e gestore dei comparti Generali Investments SICAV (GIS) Euro Bond, GIS Euro Bond 1-3 Years e GIS Euro Aggregate.

Sui mercati resta l’interrogativo circa la natura realmente transitoria dei picchi di inflazione: che tassi di inflazione dovremmo attenderci per i prossimi mesi?

 

Le banche centrali vedono come transitori gli attuali livelli di inflazione, riconducendo tale aumento a fattori temporanei legati alla ripresa economica post lockdown. Tuttavia, nelle ultime rilevazioni, il livello dei prezzi è salito più delle aspettative a causa di vari fattori, in particolare l’aumento dei prezzi dell’energia, e vi è il rischio che questo trend possa continuare ancora nel prossimo futuro. Pur restando dell’idea che nei prossimi mesi toccheremo il picco dell’inflazione nell’Eurozona, vi è la concreta possibilità che la discesa dell’inflazione potrebbe essere più lenta di quanto ci si attendeva qualche mese fa.

 

Che impatto ha tale dinamica sui mercati obbligazionari europei?

 

I mercati hanno prezzato questo scenario facendo salire i tassi Break-Even, cioè la componente di inflazione incorporata nei tassi nominali. Di questo movimento hanno beneficiato i titoli indicizzati all’inflazione, che hanno performato molto bene negli ultimi mesi. Per contro i tassi nominali sono risaliti dopo l’estate, per paura proprio di un’inflazione superiore alle attese, con il rischio che le banche centrali siano costrette a perseguire politiche monetarie meno accomodanti.

 

Guardando ai titoli di stato italiani, quali sono le prospettive?

 

Le prospettive dei titoli italiani sono positive per una serie di fattori: un basso rischio politico, per il momento, grazie al Governo Draghi, una crescita economica positiva e superiore alla media europea, infine bassi tassi di interesse che favoriscono la sostenibilità del debito pubblico. Per questi motivi riteniamo che lo spread possa continuare a consolidarsi attorno al livello dei 100 bps nelle prossime settimane, per poi valutare, il prossimo anno, il rischio politico legato all’elezione del Presidente della Repubblica.

 

Come avete adattato i vostri portafogli obbligazionari governativi?

 

I portafogli obbligazionari hanno gestito dinamicamente la duration, impostando posizioni più conservative rispetto al rischio tasso quando i tassi core erano ai minimi, come nell’estate scorsa, e comprando duration quando i tassi Bund sono arrivati di poco sotto lo zero, per avere una posizione più neutrale. Abbiamo mantenuto nel corso dell’anno un’esposizione costante ai titoli periferici, in particolare italiani e greci, per beneficiare del flusso di acquisto della BCE e della ripartenza economica. Infine, una parte rilevante del portafoglio è stata investita in titoli Inflation Linked per proteggere il portafoglio dalla risalita delle aspettative di inflazione e contribuendo alle buone performance dei nostri fondi.

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