Alan Hsu, gestore del Wellington Climate Strategy Fund di Wellington Management, ci spiega la strategia di questo fondo long only, che ha riscontrato un notevole interesse da parte degli investitori, tanto da ampliare la gamma dei prodotti offerti con il lancio della versione UCITS long/short, il Wellington Climate Market Neutral Fund, dedicato ad investitori professionali, e punta a beneficiare dai rischi e dalle opportunità del cambiamento climatico.

 

Cosa si intende con climate investing e in che senso può rappresentare un’opportunità?

Per avere un impatto sui cambiamenti climatici riteniamo sia importante avere accesso ad un ampio set di opportunità che comprende sia strategie di mitigazione dei rischi, sia strategie di adattamento. Infatti, il rischio climatico crea sì opportunità al rialzo (es. soluzioni innovative con potenziale di crescita di lungo termine), ma espone i portafogli anche ai ribassi (es. carbon tax o asset esposti ai rischi fisici).

L'approccio del Wellington Climate Strategy Fund è di identificare soluzioni sia di mitigazione che di adattamento ai cambiamenti climatici, e che vanno ben oltre l’investimento in energie alternative. A livello globale abbiamo identificato più di 800 aziende in diversi sotto-settori, dalle energie rinnovabili, ai materiali da costruzione, dall’efficientamento energetico, alle infrastrutture idriche, da soluzioni per ridurre l’inquinamento a sistemi di riciclaggio e ottimizzazione dei rifiuti, ovvero tutto ciò che ha un impatto positivo nella gestione delle criticità climatiche.

Uno degli aspetti più interessanti di questo segmento è che le opportunità di investimento continuano ad evolversi. Storicamente, gli investimenti legati al cambiamento climatico erano in gran parte concentrati su strategie di mitigazione, ma l'universo oggi è molto più ampio e diversificato.

 

Su quali pilastri si basa la strategia d’investimento del Climate Strategy Fund?

I principali punti di differenziazione della nostra strategia long-only sono: un focus sul doppio obiettivo, rendimenti finanziari competitivi e responsabilità nel valutare le criticità climatiche; un’analisi societaria informata dalla “scienza sul clima”; un ampio universo di investimento che include sia soluzioni per mitigare gli effetti climatici, sia di adattamento agli stessi; infine, un lungo track record della strategia, lanciata nel 2007.

L’abilità di integrare nel processo di investimento fattori legati allo studio scientifico dei cambiamenti climatici sugli asset fisici, grazie alla partnership con il Woodwell Climate Research Center – un centro di ricerca specializzato in materia, offre al nostro portafoglio un profilo nettamente distintivo. Per esempio, le ricerche svolte sulla siccità e sull’aumento delle temperature offrono un’evidenza scientifica sulla riduzione progressiva della superficie coltivabile e ciò ci aiuta ad anticipare quali soluzioni, in termini di tecnologia agricola, offrono le migliori possibilità di adattamento e di investimento.

 

Come vengono selezionate le aziende da inserire in portafoglio e quali caratteristiche devono avere?

Con il suo doppio obiettivo, di rendimento e di impatto positivo sui cambiamenti climatici, Il Wellington Climate Strategy Fund investe in titoli azionari globali.

È importante selezionare aziende in cui la gestione delle criticità climatiche rappresenta un'opportunità per generare ricavi piuttosto che un costo per le aziende. Puntiamo pertanto solo su società che derivano oltre il 50% dei propri ricavi direttamente da soluzioni concrete di mitigazione e/o adattamento ai cambiamenti climatici. Selezioniamo solo aziende che offrono soluzioni per ridurre l’impronta ecologica (C02). E non basta per un’azienda del settore trasporti investire in mezzi elettrici per il trasporto merci per entrare in portafoglio, vogliamo soluzioni dirette per affrontare la sfida climatica.