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High yield, le prospettive per il 2022

11/25/2021 | Redazione Advisor

Candriam ritiene che i tassi continueranno probabilmente il loro trend al rialzo in scia al miglioramento dell'inflazione, della crescita e dei migliori numeri sull'occupazione


"Nell'ultimo anno e mezzo le misure straordinarie delle Banche Centrali hanno sostenuto l’high yield, portando i rendimenti e gli spread ai minimi pluriennali. Questo sostegno sta lentamente svanendo poiché le Banche Centrali stanno adottando un atteggiamento meno dovish e il "tapering" dei programmi di QE sta acquisendo slancio. In questo contesto, ci aspettiamo che la dispersione aumenterà man mano che verranno resi noti i bilanci degli emittenti e i rischi idiosincratici. A nostro parere siamo in una fase di transizione dal beta all'alfa", ha sottolineato Thomas Joret, (in foto) senior fund manager - high yield & credit arbitrage di Candriam.

 

"I fondamentali degli high yield, che finora sono stati incoraggianti, stanno gradualmente ruotando poiché alcuni emittenti sono focalizzati sulla remunerazione lato equity (buyback, dividendi, M&A opportunistico), e quindi stanno operando un re-leveraging dei loro bilanci. Questo porterà probabilmente a una qualità inferiore e a tassi di default più elevati in assenza di un massiccio sostegno da parte delle Banche Centrali, aumentando ulteriormente la dispersione sui mercati", ha precisato il manager.

 

"Inoltre, nel medio-lungo termine, ci aspettiamo che i trend globali come la de-globalizzazione, la digitalizzazione e la de-carbonatazione portino a cambiamenti sostanziali e richiedano agli emittenti di adattare i loro modelli di business. In effetti, è probabile che si accentui la discrepanza tra i vincitori e i vinti all'interno del settore", ha spiegato Joret che ha aggiunto "crediamo che i tassi continueranno probabilmente il loro trend al rialzo in scia al miglioramento dell'inflazione, della crescita e dei migliori numeri sull'occupazione".

 

Joret ha concluso: "Un rialzo che dovrebbe essere graduale alla luce della posizione molto cauta e della comunicazione costante delle Banche Centrali. Tuttavia, un'inflazione più forte e inaspettata potrebbe causare un aumento dei tassi più netto del previsto, che a sua volta potrebbe influenzare negativamente i mercati del credito ed esercitare una pressione al rialzo su rendimenti e spread.  In termini di macro-rischi che potrebbero influenzare il settore, rimaniamo diffidenti nei confronti del rallentamento della crescita in Cina, in quanto la ri-regolamentazione e il deleveraging stanno pesando sull'economia insieme alle turbolenze del mercato immobiliare. Monitoriamo anche le questioni relative la supply chain (viste le recenti interruzioni) che riteniamo possano normalizzarsi nel 2022".

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