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Outlook 2022, Villamin (UBP): “Portafoglio Barbell e gestione attiva del rischio”

12/3/2021 | Daniele Riosa

Advisoronline ha chiesto al cio di Union Bancaire Privée, di approfondire tre temi in particolare: azionario 2022, banche centrali e come proteggere il portafoglio dall’inflazione


Nel 2021 l’orizzonte degli investitori si è rasserenato, con il rinsaldarsi della ripresa economica negli Stati Uniti e in Europa grazie alle riaperture favorite dalle campagne di vaccinazione. “Il 2022 - prevedono gli esperti di Union Bancaire Privée nel loro outlook per il prossimo anno - richiederà probabilmente la stessa agilità da parte degli investitori, quando il ciclo economico globale si normalizzerà dopo la fase di ripresa post-pandemica sulla falsariga dei minicicli che hanno caratterizzato le riprese economiche sin dall’inizio degli anni Novanta".

“Quella della trasformazione - proseguono gli analisti - si confermerà come una narrativa importante, sia come catalizzatore, sia come ostacolo per le performance. Con l’avvicinarsi dell’inverno, i diffusi problemi di approvvigionamento energetico in Europa e in Cina potrebbero accelerare gli investimenti nella transizione ecologica".

Venendo alle prospettive economiche globali, gli economisti constatano che “la crescita rallenta e l’inflazione continua a salire, trainata dall’impennata dei prezzi dell’energia negli ultimi mesi del 2021. Le Banche centrali si preparano a ritirare gli stimoli monetari e parlano di prossimi aumenti dei tassi. Riappare quindi lo spettro della stagflazione: una sfida per la politica economica, che dovrà trovare un equilibrio ancora migliore rispetto alle crisi precedenti, con un incremento della spesa pubblica e il sostegno delle Banche centrali per mantenere la crescita. Nel 2022 si attende una crescita dell’economia globale del 4% circa, dopo la brusca accelerazione che l’ha portata vicino al 6% nel 2021. La maggior parte delle economie ha recuperato la frenata della produzione causata dalla pandemia e il PIL ha raggiunto o già superato i livelli del 2019”.

Advisoronline ha chiesto a Norman Villamin, chief investment officer (wealth management) di Union Bancaire Privée, di approfondire tre temi in particolare: azionario 2022, banche centrali e come proteggere il portafoglio dall’inflazione. Vediamo di seguito le risposte di Villamin.

Azionario, su quali settori puntare maggiormente nel 2022?
“Le prospettive per il 2022 offrano un’interessante opportunità di creare un portafoglio azionario ‘Barbell’, esposto a società di qualità ad alto potenziale di crescita combinate a un gruppo selezionato di azioni più cicliche. Il primo gruppo continua a costituire una base salda per i portafogli, a causa della combinazione molto interessante tra solidi bilanci, crescita sostenuta degli utili e valutazioni ragionevoli tra le large cap leader di mercato nei settori della tecnologia, delle comunicazioni e dell’healthcare. Gli industriali, per quanto tipicamente ciclici, possono offrire opportunità uniche di crescita degli utili poiché fanno leva sulla tecnologia per spingere gli utili al rialzo. A livello geografico, gli Stati Uniti e l’Europa offrono un buon equilibrio tra azioni orientate alla crescita e cicliche. D’altro canto, il continuo processo di ristrutturazione e di riforme in atto in Cina pesa sulle prospettive di crescita degli utili per i mercati emergenti nel 2022, nonostante le valutazioni interessanti in prospettiva storica rispetto a quelle dei mercati sviluppati”.

Come si comporteranno le banche centrali nel 2022? “Le straordinarie misure introdotte durante la pandemia saranno gradualmente revocate nel 2022 e diverse Banche centrali (in America latina, Svezia e Corea del Sud) hanno già aumentato i tassi. La maggior parte delle banche centrali, fatta eccezione per la Bank of Japan, ha annunciato la fine degli acquisti di titoli nel 2022 e all’orizzonte si delineano i primi aumenti dei tassi ufficiali, soprattutto da parte della Fed e della Bank of England. Di conseguenza, i pericoli consistono in un inatteso e improvviso rallentamento della domanda e in un’inflazione storicamente alta. L’aumento dell’inflazione, che inizialmente si prevedeva solamente come temporaneo, oggi sembra invece destinato a durare più delle attese. Ciò implica il rischio di commettere errori di politica economica nell’attuale fase del ciclo: se questi rischi si concretizzassero, potremmo entrare in una fase di stagflazione. Questo potrebbe provocare un dilemma: accettare un’inflazione più elevata per preservare la crescita, oppure aumentare i tassi d’interesse molto prima del previsto per riportare la fiducia e allontanare il rischio di una spirale prezzi-salari. Il rischio non riguarda tutte le regioni allo stesso modo. Stati Uniti e Gran Bretagna sembrano essere più esposti”.

Come difendere il portafoglio dal rischio inflazione?
“Nel 2022 gli investitori dovranno andare incontro a nuovi e inconsueti rischi dell’era pandemica. Una gestione proattiva del rischio nell’universo del reddito fisso, con opportunità alternative di reddito decorrelate dalla volatilità dei tassi d’interesse e degli spread creditizi, rappresenta un’opzione prudente. Anche le opportunità dei private market in grado di offrire premi di illiquidità sufficienti a compensare l’inflazione elevata dovrebbero acquisire sempre più peso in portafoglio. Con i minimi storici della volatilità azionario conosciuti nel 2021 che stanno per concludersi, le strategie in opzioni tornano ad offrire una protezione interessante, se i policymaker, nel tentativo di contenere le pressioni inflazionistiche, dovessero commettere errori nella ricerca del delicato equilibrio fra crescita e inflazione durante l’anno che verrà. Infatti, questo approccio di gestione attiva del rischio in tutte le asset class, che costituisce il fulcro della filosofia d’investimento di UBP tesa alla preservazione e alla crescita del capitale, consente di mitigare non solo i rischi tipicamente ciclici, ma anche quelli straordinari implicati dal nuovo viaggio in un’era post pandemica”.

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