Nonostante la cautela delle autorità di regolamentazione e di buona parte dell’industria della consulenza finanziaria , un numero sempre maggiore di investitori ha iniziato a investire nelle criptovalute. Si tratta di un trend che l’industria finanziaria non può ignorare, e mano a mano che le cripto diventeranno  mainstream gli asset manager dovranno decidere se in questa nuova asset class intendono sviluppare expertise e offrire strumenti d’investimento. E’ quanto rileva Cerulli Associates nel suo ultimo report “Cerulli Edge—US Asset and Wealth Management”.

 

Secondo Cerulli i recenti sviluppi nello spazio delle criptovalute creano sicuramente un contesto favorevole per una loro maggiore attrattiva e una possibile partecipazione all'ecosistema. Tuttavia, si tratta di un’asset class che non è sicuramente adatta a tutti gli investitori e consulenti che vogliono sperimentare qualcosa di nuovo, e non è nemmeno di semplice comprensione. Per questo, secondo Cerulli gli investitori individuali potranno beneficiare dei consigli di asset manager di fiducia, che li aiutino a muoversi in questo territorio complesso.

 

Secondo Cerulli, quasi il 70% dei consulenti patrimoniali non prevede di utilizzare criptovalute durante la creazione di portafogli, ma quasi il 30% lo ha già fatto o prevede di fare questo salto. "È certamente possibile che un vasto numero di asset manager trovi la propria nicchia di mercato e la capacità di fornire le competenze necessarie nella gestione dei prodotti di criptovaluta", afferma Daniil Shapiro, associate director di Cerulli. "Le criptovalute possono fornire ai gestori attivi l'opportunità di offrire valore attraverso la loro esperienza in un segmento di mercato opaco, in cui gli investitori cercano aiuto, soprattutto date le sfide che devono affrontare per sovraperformare i loro benchmark".

 

È anche probabile che i gestori e le piattaforme esistenti collaborino con i regolatori per promuovere la causa e intensificare gli sforzi per offrire agli investitori retail un accesso ponderato ed equilibrato agli strumenti sulle criptovalute. Cerulli ritiene che l'aumento del numero di richieste di prodotti negli Stati Uniti, la quotazione di un elevato numero di ETF sui Bitcoin in Canada e il fatto che gli investitori siano mal serviti dalla gamma esistente di prodotti, saranno tutti elementi che contribuiranno a spingere le autorità di regolamentazione ad approvare tali strumenti. Lavorando insieme ai regolatori, gli asset manager sarebbero ben allineati con gli interessi degli investitori, nella misura in cui questo consentirebbe ai clienti retail di ricevere education, guida e controlli utili ad avvicinarsi a questa asset class. Servirebbe anche a tenere lontani gli investitori retail da scommesse rischiose, e a guidarli verso piccole allocazioni in criptovalute.

 

Cerulli incoraggia fortemente i manager a valutare le opportunità offerte dalle criptovalute e osserva che in questo ambito oltre agli argomenti a favore ci sono anche dei rischi. "Per gli asset manager è rischioso non prendere una posizione su questa asset class emergente” osserva Shapiro. "Nel momento in cui le consolidate società di servizi finanziari renderanno a volte difficile per gli investitori l'accesso a questi prodotti, gli investitori stabiliranno relazioni con provider esterni, con il risultato che le società di borkeraggio allontaneranno i clienti dagli asset manager tradizionali che avranno difficoltà a integrare una nuova gamma di prodotti". Secondo Cerulli i protagonisti dell’industria dell’asset management dovrebbero quindi sviluppare una visione sull'ecosistema delle criptovalute e fornire valore ai clienti offrendo education e supporto.