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BCE, regna l’incertezza. Le previsioni dei gestori

12/14/2021 | Daniele Riosa

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea si riunirà il 16 dicembre e dovrà decidere il futuro dei propri programmi di QE e non solo...


Sale l'attesa per le decisioni che prenderà la BCE giovedì 16 dicembre. Pietro Baffico, european economist di abrdn, spiega che “la riunione è importante perché la banca centrale dovrà decidere il futuro dei propri programmi di QE. Continuiamo a pensare che tra le principali banche centrali la BCE manterrà una posizione dovish, annunciando una maggiore flessibilità per il meccanismo standard di acquisto di asset, anche se le misure di sostegno pandemico termineranno come previsto a marzo 2022”.

L’esperto si aspetta che “il ritmo mensile totale degli acquisti netti di asset diminuisca gradualmente, con il Pepp che terminerà come previsto a marzo del prossimo anno. Pensiamo tuttavia che la Bce fornirà un volume aggiuntivo di acquisti al di sopra degli attuali 20 miliardi netti mensili del programma App, con una maggiore flessibilità su questi acquisti, per un periodo aggiuntivo di circa 9-12 mesi. Secondo le nostre stime, potrebbe essere erogata una capacità aggiuntiva fino a 240 miliardi di euro in funzione dell’evoluzione dell'economia, anche se non è detto che l'intera dotazione sia utilizzata”.


Franck Dixmier, global cio fixed income di Allianz Global Investors, si aspetta “la conferma della fine del Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), con il tapering entro la fine di marzo 2022 e una calibrazione al rialzo degli acquisti mensili nell'ambito del programma di acquisto di asset (APP). A differenza degli Stati Uniti non ci aspettiamo nessuna novità dalla BCE sui tassi, in particolare mentre la BCE continua ad analizzare il picco transitorio dell'inflazione, gli investitori, le cui aspettative sono ben ancorate, dovrebbero rimanere calmi, ma la volatilità degli spread probabilmente aumenterà”.

Konstantin Veit, senior portfolio manager european rates di PIMCO, rileva che “attualmente la BCE acquista circa 70 miliardi di euro al mese nell'ambito del PEPP, più 20 miliardi di euro al mese nell'ambito del regolare programma di acquisto di asset (APP), un andamento che riteniamo continuerà ampiamente nel primo trimestre del prossimo anno. Anche se non abbiamo una view forte sul mix dei programmi di acquisto di asset oltre marzo 2022, continuiamo a pensare che il consiglio direttivo eviterà un cliff effect sugli acquisti di asset e sceglierà invece di ridurre gradualmente il ritmo dagli attuali 90 miliardi di euro al mese a un tasso stabile tra 40-60 miliardi di euro al mese nel corso del secondo trimestre del prossimo anno. Il che potrebbe potenzialmente concretizzarsi sotto forma di una dotazione di transizione post-PEPP di 200-300 miliardi di euro per nove mesi”.

Il manager, inoltre, pensa che “la BCE manterrà l'attuale quadro di revisione del ritmo degli acquisti di asset su base regolare, con l'obiettivo di passare gradualmente, nel tempo, da strumento di estrazione della duration a puro strumento di segnalazione dei tassi di interesse”. Sul fronte degli investimenti “il sostegno della BCE rimane un'ancora per gli asset di rischio, ma le valutazioni offrono un margine limitato per la compressione degli spread. I rischi per le prospettive macroeconomiche rimangono elevati e l'attuazione della nuova strategia di politica monetaria della BCE è soggetta a incertezza”.

Per gli analisti di Ostrum AM, affiliata di Natixis Investment Managers, “la BCE può quindi ridurre i suoi acquisti. Una calibrazione del QE nel range di 40-50 miliardi al mese ci sembra appropriata. Per quanto riguarda il rialzo dei tassi, sembra che il mercato si stia muovendo troppo velocemente: 40 bps di rialzo dei tassi alla fine del 2023 ci sembra uno scenario eccessivo e si parla di nessun rialzo dei tassi prima del 2024. Per quanto riguarda rafforzare la forward guidance, dopo marzo gli acquisti di obbligazioni dovrebbero essere sufficienti per garantire condizioni di finanziamento coerenti con un ritorno dell'inflazione al 2% nel medio termine. Idealmente, un aumento degli acquisti dovrebbe essere annunciato nell’’ambito dell'APP”.

“Tuttavia - concludono i gestori di Ostrum - la debolezza dell'euro potrebbe spingere la BCE ad adottare misure di sostegno, quindi potrebbero venire prese in considerazione misure meno generose sui TLTRO”.

Andreas Billmeier, european economist presso Western Asset (parte di Franklin Templeton) prevede che l'istituto di Francoforte "potrebbe ridurre i suoi acquisti nell'ambito del PEPP durante il primo trimestre del 2022 (e potenzialmente aumentare gli importi delle obbligazioni acquistate nell'ambito dell'APP) o avviare una graduale eliminazione dei suoi acquisti dopo il primo trimestre. Se si sceglie quest'ultimo percorso, la BCE deve scegliere tra l'introduzione di un altro programma di acquisto limitato aggiuntivo, ma più flessibile, rispetto all'APP, o semplicemente incrementare l'APP per il secondo trimestre diciamo di 40-50 miliardi rispetto all'attuale tasso di esecuzione".

Il manager ritiene che "l'ostacolo per creare l'ennesimo programma di acquisti sia estremamente elevato nel contesto della risoluzione di un altro (PEPP) e ci aspettiamo che la BCE finisca per procedere con acquisti più elevati nell'ambito dell'APP, almeno per il secondo trimestre. Ci aspetteremmo che il debito greco diventi idoneo per gli acquisti nell'ambito dell'APP. Pensiamo che un tentativo da parte del Consiglio direttivo di rinviare alcune delle decisioni relative all'acquisto del secondo trimestre alla riunione di febbraio della BCE potrebbe portare a significative turbolenze nei mercati di fine anno tradizionalmente illiquidi".

"Prevediamo - chiosa Billmeier - che i tassi di interesse europei aumenteranno qualunque sia il risultato una volta che le mosse tecniche di fine anno saranno state eliminate, con le curve che probabilmente si irripidiranno nel 2022".

 

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