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Outlook 2022, la view di Generali Investments

12/20/2021 | Redazione Advisor

Vincent Chaigneau: “Una quinta ondata globale di contagio si prospetta mentre entriamo nel terzo anno della pandemia, ma la nostra visione circa la ripresa economica si conferma positiva”


Come investire nel 2022? E cosa invece potrebbe andare storto? Secondo Vincent Chaigneau, head of research di Generali Investments, “i tre rischi principali risiedono in un errore politico che potrebbe causare il caos finanziario, una transizione energetica disordinata capace di generare un'impennata dei prezzi di selezionate materie prime e una complessa variante che sfugga alla protezione dei vaccini. Questi rischi richiederanno un approccio agile nel 2022: un’asset allocation tattica, strategie di hedging e generazione di alfa diventeranno sempre più importanti”.

 

Vediamo allora date tali premesse quali sono secondo Generali Investments le prospettive d’investimento per il prossimo anno. “Ci aspettiamo che le azioni offrano ancora rendimenti positivi nel 2022, ma in modo più contenuto e volatile. La variabile finanziaria più importante da osservare rimane quella dei tassi reali a lungo termine, che rappresentano un'ancora per le valutazioni di tutte le asset class. Mentre le banche centrali si impegnano ad affrontare l'inflazione e ad assicurarsi che le condizioni finanziarie sostengano ancora la ripresa, l'aumento della volatilità dell’obbligazionario rappresenta la fonte principale della volatilità sui mercati” osserva Chaigneau.

 

Per quanto riguarda il reddito fisso, “la nostra visione circa il credito è piuttosto costruttiva” - prosegue l’analista – “l’allargamento degli spread di novembre 2021 è stato un promemoria dei tempi più difficili che ci attendono, eppure solidi fondamentali (posizioni di cassa, migrazione del rating, bassi tassi di default, sostegno residuo della BCE) e la ripresa in corso dovrebbero contenere gli spread ed assicurare rendimenti addizionali rispetto a bond privi di rischio. Ci aspettiamo che l'implementazione del greening plan della BCE abbia un impatto significativo sulle performance del settore e dei titoli”.

 

Quanto all’equity, “c’è ancora vita nei titoli azionari, viste le aspettative basse delle previsioni di consenso sugli utili; vediamo l’incremento degli utili attorno al 10% su entrambe le sponde dell’Atlantico, con possibilità di una performance anche migliore” spega ancora Chaigneau. “La ripresa dovrebbe ancora supportare rendimenti positivi, anche se inferiori al 2021. Le valutazioni non sono a buon mercato, con Price Earning ratio a 12 mesi di Stati Uniti ed eurozona intorno a 21 e 15 rispettivamente, ma lo sono se comparate all’obbligazionario e ai rendimenti reali. Il divario nei PE tra Europa e Stati Uniti è ampio e ha raggiunto nuovi picchi con Omicron. Abbiamo una lieve preferenza per le azioni europee, ciò coincide anche con il nostro giudizio Value, che dovrebbe beneficiare dell’aumento dei rendimenti obbligazionari”.

 

“I prossimi aumenti della Fed e l’ulteriore riprezzamento del percorso politico per ora supportano il dollaro USA, anche se già inizia a mostrare elevate valutazioni rispetto ai fondamentali economici. I mercati emergenti in generale hanno sottoperformato durante la pandemia, per quanto riguarda le valute, l’azionario e l’obbligazionario; vediamo prospettive più promettenti nel 2022, ma i picchi della Fed e la forza del dollaro nel breve termine limiteranno i rendimenti in eccesso”.

 

Per quanto riguarda l’Italia, l’esperto rileva che la nostra economia ha registrato un forte rimbalzo e il PIL dovrebbe aumentare del 6,3% nel 2021, tornando al livello pre Covid all'inizio del 2022. La campagna di vaccinazione di grande successo ha permesso la rapida riapertura del settore dei servizi, mentre la produzione industriale si è dimostrata abbastanza resistente ai colli di bottiglia della catena di approvvigionamento globale.

Il driver chiave per la crescita nel 2022 (che vediamo appena sopra il 4%) sarà secondo Chaigneau l'attuazione di successo del Recovery Plan, che dovrebbe stimolare gli investimenti pubblici e facilitare quelli privati. “Tuttavia, l'incertezza politica tornerà alla ribalta nelle prime settimane del nuovo anno, poiché l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica metterà alla prova la solidità della molto eterogenea coalizione che sostiene il Governo Draghi e potrebbe rallentare il suo ambizioso programma di riforme. Elezioni anticipate rimangono un rischio, a cui però diamo una bassa probabilità” conclude l'analista.

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