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I mercati di frontiera nell'era post Covid-19

12/21/2021 | Redazione Advisor

Siebrecht (Capital Group): "La pandemia ha amplificato la necessità di tener conto dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento"


"La pandemia ha gravemente interrotto il percorso di crescita di molte economie, anche di quelle dei mercati di frontiera, ma i Paesi a più elevata crescita ne hanno risentito meno". A sottolinearlo è Holger Siebrecht, fixed income investment analyst di Capital Group. "Vari mercati di frontiera presentano elevati tassi di crescita strutturale, tanto da poter diventare nel tempo mercati emergenti (ME). Molti non hanno sperimentato una recessione nel 2020 e potrebbero registrare un continuo aumento della crescita. Tra questi figurano le economie di frontiera più tradizionali, come il Benin e l'Etiopia, che spesso presentano bassi livelli di PIL pro capite e altre misure di sviluppo umano, dipendono largamente dall'agricoltura, hanno mercati finanziari poco sviluppati e bassi livelli di debito. All'estremità opposta si trovano Paesi come l'Ecuador e la Tunisia, dove la recessione ha assunto dimensioni impressionanti nel 2020. Entrambi i Paesi non registravano un'elevata crescita prima della pandemia; pertanto, nel 2020 hanno evidenziato ingenti crolli nel PIL".​

 

Siebrecht spiega che "un altro fattore con cui valutare l'impatto della pandemia è rappresentato dalla reazione fiscale. In genere, i Paesi più ricchi e sviluppati hanno implementato lockdown più severi e hanno stanziato più denaro per misure di sostegno rispetto ai Paesi più poveri, ottenendo così meno ricavi e incrementando la spesa, con conseguenti deficit fiscali più elevati. Sebbene il rapporto debito/PIL e l'indebitamento siano fattori rilevanti, l'andamento dei fondamentali non è da meno, pertanto prediligiamo i Paesi con un rapporto debito/PIL e persino costi di interesse più elevati ma con fondamentali solidi (come l'Angola) rispetto a Paesi con un rapporto debito/PIL più basso ma con un rapporto interessi/ricavi e soprattutto con fondamentali non positivi (come la Nigeria)".

 

"Gli elevati prezzi delle materie prime hanno migliorato le condizioni commerciali di molti mercati di frontiera esportatori delle stesse", aggiunge l'analista. "Dopo lo shock iniziale, la ripresa dei prezzi delle materie prime ha infatti sostenuto i saldi con l'estero di molte economie di frontiera. Il Ghana, ad esempio, presentava nel 2020 un saldo più solido di quanto giustificato dai fondamentali grazie alle esportazioni di oro nonché alle rimesse e alla riduzione delle importazioni".

 

"La pandemia ha amplificato la necessità di tener conto dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento", dichiara Siebrecht che conclude "in particolare, i fattori sociali e di governance sono stati presi in considerazione per valutare la salute e la sicurezza o la tutela dei posti di lavoro e la gestione della crisi da parte dei governi. Tuttavia, per i mercati di frontiera, rispetto ai Paesi più sviluppati dei ME o ai mercati sviluppati, risulta ancora più importante un approccio basato sulla ricerca poiché i tradizionali indicatori ESG possono essere retrospettivi e spesso penalizzano i Paesi meno sviluppati".

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