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Mercati emergenti, un mondo ricco di opportunità

12/21/2021 | Redazione Advisor

Il team di Jupiter AM discute delle numerose opportunità che questa asset class può offrire nel 2022 viste le sue valutazioni relativamente basse


L’anno scorso, in questo periodo, gli analisti facevano la fila per dirci che il 2021 sarebbe stato un anno eccezionale per il debito dei mercati emergenti (EMD). Non è andata proprio così. L’EMD ha lievemente sottoperformato i mercati sviluppati, e il sentiment si rivela sempre più negativo man mano che ci avviciniamo alla fine dell’anno. Guardando al 2022, le aspettative sono pessimistiche. Ad affermarlo è Alejandro Arevalo, head of emerging market debt di Jupiter AM.

 

Gli investitori sono preoccupati per la Cina, il Covid-19, l’inflazione, rendimenti più alti dei buoni del Tesoro statunitensi, e il rialzo del dollaro. Tuttavia, ci sono motivi per pensare che le aspettative per il 2022 non debbano essere così negative: se gli investitori si sono sbagliati per il 2021, non potrebbe accadere la stessa cosa anche per il 2022? "Anche se il 2021 non è stato l’anno che ha battuto tutti i record, come si aspettavano alcuni esperti, l’EMD ha comunque resistito", spiega Arevalo. "Il debito corporate investment grade è sceso di circa lo 0,40% nel momento in cui scriviamo, sovraperformando in maniera significativa il corrispettivo negli USA. Il debito high yield nei mercati emergenti, considerato più rischioso delle obbligazioni investment grade, ha sottoperformato gli high yield statunitensi, ma ha avuto un rendimento di oltre il 2%".

 

Questo è stato un anno in cui i mercati emergenti non hanno ricevuto gli straordinari aiuti (governativi) che abbiamo visto nei mercati sviluppati, e hanno dovuto scontrarsi con l’alta inflazione dei beni alimentari e dell’energia. "Ci aspettiamo che quest’inflazione sia per lo più temporanea e che rallenti nel 2022, specialmente perché abbiamo già visto un movimento importante sul dollaro statunitense. Ciò permetterà ai decisori di avere spazio di manovra e di lasciare che i tassi di interesse si stabilizzino", dichiara l'analista.

 

"L’altra differenza è consistita nel ritmo alquanto lento della campagna vaccinale nei mercati emergenti, ma nel 2022 riteniamo che si mettano in pari", afferma Arevalo che aggiunge "ci aspettiamo che il potenziale arrivo dell’inflazione creerà maggiori opportunità per noi, e ricompenserà il processo di investimento basato sulla ricerca dei fondamentali. Per ora, la duration è bassa nelle nostre strategie, il che significa che se i tassi di interesse dovessero alzarsi ne potremmo trarre beneficio, e praticamente non correremmo alcun rischio valutario nei mercati emergenti".

 

"In un mondo dove il 90% dei rendimenti fixed income è sotto il 3%, i rendimenti più alti e il premio per lo spread offerti dagli investimenti nei mercati emergenti sono difficili da ignorare solo sulla base dei rendimenti: e il 2022 potrebbe offrire opportunità di investimento migliori di quanto molti possano ritenere. All’interno del debito dei mercati emergenti troviamo diverse sorprese nella performance. La Turchia e l’Argentina, nonostante i titoli di giornale allarmisti, sono in crescita. D’altra parte, la Cina, che è solitamente la fonte degli stimoli nei mercati emergenti, è in calo. Ciò sottolinea il valore della differenziazione in questo settore, che abbiamo sempre considerato il metodo principale per generare alpha, invece di considerare l’intero comparto un unico elemento", conclude l'esperto.

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