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Investimenti, uno sguardo alle opportunità del 2022

1/11/2022 | Redazione Advisor

Nonostante i tanti timori sulla tenuta dei mercati, il prossimo anno vedrà probabilmente la prosecuzione delle tendenze del 2021, seppure in tono minore. L'outlook di Pictet AM


Entriamo in un anno di crescita in rallentamento seppur sopra la tendenza di medio periodo, con inflazione persistente, ma non strutturale. L’effetto delle riaperture dovrebbe gradualmente attenuarsi con conseguenti allentamenti della tensione a livello di filiera di produzione. Politiche monetarie progressivamente meno espansive sono ormai certe e prezzate dai mercati. Secondo Andrea Delitala (in foto), head of euro multi asset di Pictet Asset Management, nonostante i tanti timori sulla tenuta dei mercati, il prossimo anno vedrà probabilmente la prosecuzione delle tendenze del 2021, seppure in tono minore. Mentre le obbligazioni soffriranno l'aumento dei tassi, le azioni dovrebbero offrire ancora guadagni interessanti, per lo più a una cifra, con utili societari solidi a compensazione del calo nei multipli azionari.

 

"Valutazioni da record per molte asset class, politiche monetarie più restrittive, misure fiscali meno espansive e inflazione in aumento limiteranno a una sola cifra i guadagni azionari nel 2022, dopo un quasi-raddoppio rispetto ai minimi post-pandemia. Al contrario, le obbligazioni entreranno probabilmente in una fase di bear-market secolare. L’atteso aumento dei tassi USA farà salire anche i rendimenti obbligazionari globali, anche se il ritmo di risalita probabilmente non sarà eccessivo poiché difficilmente le Banche Centrali si vorranno esporre a seri episodi di instabilità finanziaria fino a quando il tema Covid-19 non sarà declassato a problema endemico", sottolinea Delitala.

 

"In sintesi, - prosegue il manager - per le azioni globali nel 2022, il nostro quadro di asset allocation (che tiene conto delle proiezioni di crescita economica, della liquidità, delle valutazioni e degli indicatori tecnici) indica rendimenti positivi, ma ridimensionati ad una sola cifra. Le obbligazioni, al contrario, si troveranno in difficoltà: si prevede che i Treasury USA (che in genere guidano i mercati del reddito fisso) registreranno perdite sull'anno, anche se il rendimento a scadenza sul decennale (il T-Note) faticherà a superare il 2%. Inoltre, i rendimenti reali delle obbligazioni protette dall'inflazione sono già ai minimi storici, e difficilmente porteranno ritorni per gli investitori. Infine, la forza del dollaro dovrebbe proseguire, quantomeno nella prima parte dell’anno, nonostante le valutazioni oltre il fair value, soprattutto in virtù della crescita relativa dell'economia statunitense".

 

"L'economia globale rimarrà solida (ritornando perlomeno sulla traiettoria di attività pre-pandemica) con crescita e inflazione sopra al potenziale per un altro anno. I vaccini, le nuove terapie antivirali e le misure di contenimento dovrebbero limitare l'impatto del Covid. La spesa in servizi dovrebbe recuperare, colmando il divario con il consumo di beni. Questo ha implicazioni positive significative: le prenotazioni di hotel e viaggi aerei sono ancora meno della metà rispetto ai loro livelli pre-pandemici. I colli di bottiglia nelle catene di fornitura dovrebbero diminuire con la riduzione delle restrizioni alla mobilità nelle principali economie asiatiche, alimentando la domanda finale e consentendo di rifornire le scorte, ormai esaurite. Nel complesso, entro la fine dell'anno l'economia globale dovrebbe ritornare verso la normalità", afferma Delitala che aggiunge "la politica monetaria sarà meno accomodante nel 2022. Le economie emergenti hanno già avviato importanti cicli di restrizione monetaria: i loro tassi reali superano di ca 3% quelli dei mercati sviluppati e sono prossimi ai picchi ciclici precedenti. Complessivamente prevediamo che il 2022 vedrà le principali banche centrali espandere i loro bilanci di circa 600 miliardi di dollari rispetto ai 2.700 del 2021; si tratta di un ritmo di espansione inferiore a quella dell'attività economica, che significa che la liquidità in eccesso sarà in contrazione per la prima volta dalla crisi finanziaria globale".

 

"Per quanto complessivamente ottimisti sulla crescita globale, riteniamo opportuno considerare tre rischi principali", conclude Delitala. "Il rischio di rallentamento economico, il rischio inflazione o una combinazione dei due (stagflazione), ed il rischio di uno shock di mercato. In primo luogo, anche se l’evoluzione recente della situazione sanitaria sembra presagire una transizione ‘endemica’ della Pandemia, la possibilità che nuove varianti del Covid-19 abbiano ripercussioni sull’attività economica causate da chiusure o restrizioni tali da rallentare la ripresa in atto, non può essere esclusa soprattutto in Cina. Nonostante l’aumento incessante dell’inflazione crei timori di stagflazione, il vero rischio per il nostro scenario di base è un surriscaldamento delle economie. Il terzo rischio rimane l’incognita principale, ovvero l’equilibrio tra attese di mercato e i prossimi passi delle banche centrali, in particolare quelle della FED e quindi le implicazioni sulla traiettoria dei tassi reali. Seppur non abbia spaventato i mercati l’annuncio di una decelerazione più forte del Quantitative Easing a fine 2021 e dunque una normalizzazione più rapida della politica monetaria, la sfumatura di Powell tra Tapering (del QE) e Lift-off (rialzo dei tassi) lascia qualche dubbio in più per il 2022. La confusione sulla cornice di motivazioni in cui sta mutando la politica monetaria USA ci preoccupa e può diventare fonte di ulteriore volatilità dei mercati finanziari".

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